mercoledì 26 novembre 2008

RAGGI COSMICI: ORIONE e GEMELLI.


Individuata per la prima volta l'origine di questi getti di particelle subatomiche che attraversano le galassie e investono la Terra.

L’osservatorio per i raggi cosmici del Los Alamos National Laboratory ha osservato per la prima volta due distinte sorgenti che sembrano bombardare la terra con un eccesso di raggi cosmici. I risultati dello studio mettono in questione quasi un secolo di conoscenze sui campi magnetici galattici intorno alla via lattea.

I raggi cosmici sono particelle ad alta energia che attraversano le galassie provenienti da siti del cosmo molto remoti. Nessuno sa esattamente dove poter localizzare la loro origine, ma le attuali teorie concordano sul fatto che possano formarsi da esplosioni di supernove, da quasar o forse da altre sorgenti ancora più esotiche, poco comprese o addirittura ancora da scoprire nell’ universo.
“Le sorgenti di raggi cosmici sono rimaste per più di 100 anni un problema per gli astrofisici”, ha spiegato John Pretz, coautore dell’articolo apparso sulla rivista “Physical Review Letters”.

“Presso l’osservatorio di Milagro, puntato verso il cielo dell’emisfero Nord per circa sette anni a partire dal luglio del 2000, siamo riusciti a identificare due regioni distinte con un eccesso di raggi cosmici. Queste regioni sono di poco più intense rispetto al 'fondo' di raggi cosmici: per questo motivo non sono stati osservati per così lungo tempo. La scoperta mette in discussione la nostra comprensione dei raggi cosmici e indica la possibilità che una sorgente sconosciuta di effetti magnetici nei pressi del sistema solare sia responsabile di queste osservazioni.”

Proprio per la capacità dell’osservatorio di Milagro di registrare un numero elevatissimo di raggi cosmici, i ricercatori per la prima volta sono stati in grado di elaborare in modo statistico i dati andando alla ricerca di picchi nel numero di eventi che si sono originati in specifiche regioni del cielo intorno alla costellazione di Orione.

I due più intensi hot spot sono stati trovati concentrati in una zona che ha come centro la direzione di vista della costellazione di Orione: il primo spostato verso la costellazione del Toro e il secondo verso la costellazione dei Gemelli.