E' giunto il momento della Nuova Parola. Non c'è più tempo per dormire. Ricerche, denunce, abusi, e tutto ciò che la Televisione ritiene di non mostrare. Dal N.W.O, alle scie chimiche, passando per gli U.F.O., gli O.G.M., e la Recessione Mondiale.
domenica 9 novembre 2008
NEL 2008 CHIUSE IN ITALIA 337 MILA AZIENDE.
VENEZIA - Nei primi nove mesi del 2008 in Italia hanno chiuso 336.846 imprese con una stima di perdite di posti di lavoro di centomila unità nel solo commercio.
Lo rileva una ricerca della Cgia di Mestre sviluppata nelle Camere di Commercio italiane. Il saldo, dato dalla differenza tra le nuove iscritte e quelle cessate, è pari a 13.184 aziende mentre nello stesso periodo dell'anno scorso era di + 10.007. Nel 2006, addirittura, arrivava a +46.875. "La crisi si sta abbattendo sul mondo delle imprese ed in particolare in quelle del Sud. Il settore più colpito è il piccolo commercio - denuncia Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - Un peggioramento della situazione che è il frutto della preoccupante crisi economica che sta colpendo il Paese". Secondo la Cgia a pagare il prezzo più alto, a livello territoriale, sono le regioni del Sud. Sul totale delle imprese presenti in Sicilia, in Puglia e in Calabria il saldo negativo é stato rispettivamente di 4.229, di 4.158 e di 1.174. Nel 2007 in queste regioni il saldo era stato abbondantemente positivo (Sicilia +1.754, Puglia +1.217, Calabria +1.057). Per quanto riguarda i settori tiene l'artigianato (saldo a + 2.162 aziende), ma peggiora drammaticamente quando si analizza il commercio.
A fronte di poco più 95.000 chiusure segnalate nei primi nove mesi del 2008, erano 94.500 circa nel 2007, un vigoroso calo si è registrato nelle nuove iscrizioni. Se nel 2006 e nel 2007 le attività commerciali che avevano aperto erano circa 69.500 quest'anno sono scese a poco più di 64.300. Pertanto il saldo è sceso a -30.672 contro il -24.972 del 2007 e il 13.781 del 2006. La Cgia di Mestre registra che in tutte le regioni d'Italia nei primi nove mesi di quest'anno il saldo delle imprese commerciali risulta essere negativo. "E a soffrire - prosegue Bortolussi - sono soprattutto i negozi di vicinato schiacciati dalla concorrenza dei grandi centri commerciali e dalla poca propensione ai consumi delle famiglie italiane. Stimiamo - conclude il segretario Cgia - in circa 100.000 i posti di lavoro che quest'anno si perderanno nel settore commerciale a livello nazionale".