giovedì 20 novembre 2008

La prima missione lunare indiana e l’esistenza di manufatti alieni sul nostro satellite. Ne parla il ricercatore aerospaziale Richard C. Hoagland.


Di Michael Salla (www.exopolitics.org)
A cura di Lavinia Pallotta (X TIMES - )


Il 14 Novembre l’India è riuscita a far atterrare una sonda spaziale sulla superficie lunare.

La sonda era stata lanciata dal satellite Chandrayaan-1 (dal sanscrito “veicolo lunare”) e giunta ad un centinaio di chilometri dalla Luna era entrata nella sua orbita lo scorso 8 Novembre. Lanciato dall’Organizzazione Indiana per le Ricerche Spaziali il 22 Ottobre, il Chandrayaan-1 è il primo tentativo da parte del Paese asiatico di raggiungere la Luna. L’India è così entrata a far parte del ristretto gruppo di nazioni che hanno raggiunto la Luna ed è una delle tre ad avere attualmente dei mezzi spaziali in orbita lunare. Le prime immagini ad alta risoluzione della superficie lunare sono già arrivate e suscitano particolare interesse in chi è alla ricerca di verifiche indipendenti del suo vero aspetto, come Richard C. Hoagland, che ha speso anni analizzando le immagini NASA della Luna e di Marte. Nel suo libro “Dark Mission” (2008),

Hoagland sostiene che la NASA, grazie al Jet Propulsion Laboratory, ha sistematicamente nascosto o alterato le immagini satellitari che indicavano la presenza di manufatti extraterrestri su entrambi i corpi celesti.
Secondo il ricercatore, inoltre, la NASA dipende dal U.S. Department of Defence (DOD) come evidenziato dalle normative dello statuto NASA.

Ho contattato Richard Hoagland per domandargli un parere sulla missione Chandrayaan-1, anche in relazione alle sue tesi sulla presenza di manufatti ET. Prima di rispondere alle mie domande, ha riportato la seguente dichiarazione del neo-presidente Barack Obama, pronunciata il 22 Ottobre: «Con il lancio da parte dell’India del suo primo modulo lunare, a breve distanza dalla prima passeggiata nello spazio della Cina, ci viene ricordato quanto sia urgente per gli Stati Uniti rivitalizzare il nostro programma spaziale se vogliamo rimanere i leader indiscussi dello spazio, della scienza e della tecnologia».

Michael Salla: Per quanto tempo potrà continuare il cover-up della NASA/DOD sui manufatti extraterrestri, ora che l’India e altre nazioni inviano satelliti attorno alla Luna e sonde sulla sua superficie?

Richard Hoagland: «Se Obama (e chi c’è dietro di lui…) è davvero interessato alla nuova missione lunare dell’India, come lascerebbe supporre la sua dichiarazione (né Bush, né McCain ne hanno fatte di simili), allora Obama deve anche sospettare (o sapere!) il “perché” di questa spesa assolutamente “anti-economica” da parte dell’India e il perché stia progettando altre, ben più costose, missioni lunari con i russi! Dunque, se il “ cover-up NASA/DOD sui manufatti alieni” dovesse continuare con l’Amministrazione Obama, potrebbe riguardare, in parte, la personale conoscenza di Obama delle motivazioni che hanno spinto l’India ad andare sulla Luna… e i relativi, futuri progetti per un qualche tipo di “nuove relazioni” con la Russia (Putin). In breve: è stato piazzato un colpo in favore del disclosure – se non altro perché più gli altri “giocatori” internazionali sono coinvolti (sebbene controllati da una “fonte centrale”, “la Famiglia”)… più opportunità ci sono che trapelino nuovi dati, pianificati o meno».


M.S. Gli Indiani riusciranno a ottenere un data base indipendente su ciò che si trova sulla superficie lunare?

R.H. «La missione Chandrayaan è dotata di un equipaggiamento che è lo stato dell’arte dell’alta risoluzione: videocamere, radar e uno strumento unico progettato per registrare specificamente “TLP” (Transient Lunar Phenomena) ripresi dall’orbita lunare. Noi della Enterprise, in base alle immagini NASA, riteniamo che le “luci” da molto tempo segnalate siano in realtà riflessi solari irregolari provenienti dai resti di strutture vitree sulla Luna, visibili in quelle immagini NASA! Abbiamo esempi sorprendenti, nel database della NASA, di riflessi vitrei. Se fosse così, il fatto che gli Indiani abbiano inviato uno strumento nell’orbita lunare per studiare e riprendere questo misterioso fenomeno, sarebbe interpretabile come una significativa anticipazione dei loro piani per rivelare la fonte di quei riflessi, non appena disporranno dei loro dati TLP: antiche rovine in vetro sulla Luna!»


M.S.: Quali sono le tue previsioni sul tentativo della NASA/DOD di influenzare quanto gli indiani potrebbero divulgare del loro futuro database lunare?

R.H.: «Alcuni anni fa il Governo Indiano ha firmato un “memo of understanding” con la NASA, su questa loro missione lunare ( ). Di conseguenza, esistono un paio di esperimenti di volo NASA della missione Chandraayan, oltre a quelli effettuati dagli indiani, che hanno visto il coinvolgimento di scienziati del JPL. Se però il Governo indiano sta progettando di rivelare “il materiale autentico”, non credo che la NASA potrà influenzare molto i loro grandi obiettivi politici. Di nuovo, dipende tutto dagli accordi presi in cima alla catena di comando e da quanto “cambiamento” Obama (e la gente dietro di lui) sta realmente portando avanti… aspettando il 2012».


M.S.: Credi che l’India sia un possibile candidato alla divulgazione pubblica dell’esistenza di manufatti sulla Luna attraverso le immagini satellitari?

R.H.: «Sì, assolutamente. I testi Veda contengono indicazioni straordinarie di un’antica, sconvolgente storia hi-tech dell’umanità (dai tempi remoti in cui la Luna, Marte e molti altri corpi del sistema solare, erano abitati dai nostri antenati). Se deve esserci il “disclosure” di queste verità a lungo taciute, allora nessuno sarà miglior “messaggero” dell’India, ammesso le venga consentito renderle pubbliche dalle altre forze geopolitiche. La curiosa puntualizzazione di Obama sulla missione lunare indiana, settimane prima di essere in grado di fare qualsiasi cosa, è un segno molto interessante di quando potrebbe accadere nei prossimi mesi…».


M.S.: Per finire, prevedi che chi sta dietro alla segretezza sia completamente consapevole del disclosure dell’India su quello che si trova sulla superficie lunare e possa dunque impedirlo, per non perdere credibilità?

R.H.: «Anche questo ci riporta alla reazione pubblica di Obama di fronte alla missione Chandraayan, ancor prima di essere eletto. Sono cautamente positivo sul “cambiamento” in arrivo. Ammesso che tutto ciò si verifichi, per chiunque avvierà per primo questo cambiamento (noi, per paura di ”perdere la faccia”, gli Indiani) la corsa oggi è cominciata.

C’è una certa logica dietro al permettere all’India “di farlo”. Darebbe infatti alla NASA l’espediente della “negazione plausibile” sui dati da essa raccolti in molti anni e sul cover-up: gli Indiani, semplicemente, dispongono di un “equipaggiamento migliore e più innovativo” che ha fornito una prova scientifica di quanto avessero suggerito immagini NASA vecchie 40 anni. Come accade per tutte le decisioni politiche che contano, quella finale sembra dipendere da quanto “loro” ci credono “ottusi” per berci questo tipo di “rivelazione indiana”. Semmai ci sarà. Restare sintonizzati».