martedì 11 novembre 2008

E SI VA SEMPRE PIU' GIU'...........


MILANO - 'Effetto banche' su Piazza Affari. Il listino milanese paga gli assestamenti in corso nel nostro sistema bancario, costretto a ricorrere a misure straordinarie per migliore la propria solidità patrimoniale. E chiude la seduta, peggiore tra le Borse europee (tutte pesanti sui timori di una gelata generalizzata dei profitti), con il Mibtel in calo del 5,13% a 16.197 punti e lo S&P/Mib del 6,2% a 20.709, bruciando 22,3 miliardi di capitalizzazione.

Intesa Sanpaolo ha infatti deciso di non pagare in contanti il dividendo: una scelta dettata dalla volontà di rafforzare il proprio patrimonio ma che ha riacceso i dubbi del mercato sulla necessità di altri interventi di puntello sia per il gruppo guidato da Corrado Passera (il quale si è detto fiducioso su misure di sostegno a breve da parte del governo) che per gli altri istituti bancari. E così la prima banca del Paese, che ha visto l'utile netto nei nove mesi scendere del 44% a 3,8 miliardi con risultati inferiori al consensus, ha vissuto oggi una delle peggiori sedute della sua storia: il titolo ha chiuso in calo del 16,8% a 2,51 euro.

Secondo una nota di Cheuvreaux la cancellazione del dividendo "é il peggior scenario" che si potesse immaginare mentre le previsioni sul 'core tier 1' sono "deludenti" mentre per Cazenove gli accantonamenti sono stati superiori alle attese. E nel tam tam delle sale operative, tra le ipotesi che sono circolate, c'é stata anche quella di un aumento di capitale: ipotesi smentita con decisione dall'amministratore delegato Corrado Passera. La mossa di Intesa ha però riacceso i timori degli investitori sulla solidità del sistema italiano rispetto ai concorrenti europei, molti dei quali hanno già portato a termine aumenti di capitale anche con il sostegno dello Stato.

Anche Unicredit, che diffonderà i risultati domani mercoledì mattina, è stata risucchiata nel vortice delle vendite (-11% a 1,86). E molto male sono andati anche il Banco Popolare (-5,43% a 8,7) e la collagata Italease (4,38% a 3,66), Ubi Banca (-3,68% a 12,03), Mps (-3,77% a 1,45) Credem (-5,76% a 4,54) mentre, nella Caporetto generale, se l'é cavata la Popolare di Milano (-2,31% a 4,6). "La paura è che nessuno paghi più i dividendi" ha commentato un operatore. E tra gli analisti si fa notare che se anche il Santander, una delle banche che meglio si é comportata nella crisi finanziariua internazionale, ha deciso di procedere a un aumento di capitale, nessuno può sentirsi al sicuro. "Al di là degli indici patrimoniali, tutto dipende in ogni caso" spiega un analista "dalla qualità degli attivi". Banche a parte, oggi è stata una seduta da dimenticare per tutto il listino milanese sottoposto, al pari delle altre Borse europee, a una pioggia di vendite sui timori di recessione, evidenziati anche dal forte calo dei prezzi delle materie prime e del petrolio.

Male tutti i comparti con Finmeccanica (6,7% a 8,96), Fiat (-5,99% a 5,8) Bulgari (-5,78% 5,54). Tra i big non si salva nessuno: Generali ha perso il 4,7% 19,1, Eni il 5,05% a 17,3, Telecom il 2,22% a 0,96. Giù anche l'Enel (-2,84% a 5,3) nonostante i buoni risultati dei nove mesi avessero mantenuto il titolo in positivo per buona parte della seduta.