giovedì 13 novembre 2008

Gli alieni di Bayan Kara Ula.





Agli inizi degli anni '90 la rivista tedesca Der Bund pubblicava un articolo intitolato "Le Piramidi del Lago Tungfling" riguardante la scoperta compiuta da un team di archeologi guidati dal Prof. Chi Pen-Lao dell'Università di Pechino, di alcune piramidi alte circa 300 metri, situate nei fondali del Lago Tungfling, nello stato dello Yunnan, al confine tra Tibet e Cina. Le piramidi, di cui non è stata ancora determinata l'età, secondo il Prof. Pen-Lao, sarebbero state inghiottite dalle acque del lago in seguito ad un terribile cataclisma avvenuto circa tremila anni orsono.
Su un'isola dello stesso lago e sulle pareti dei monti che lo circondano sono stati ritrovati geroglifici e disegni straordinari, risalenti a circa 45 mila anni fa, raffiguranti personaggi con arnesi simili a trombe musicali, che gli archeologi presumono trattarsi di armi.

Nella parte superiore di tali iscrizioni rupestri spiccano enigmatici oggetti cilindrici che navigano nel cielo, aventi come passeggeri esseri umani recanti trombe più piccole.
Il Prof. Chi Pen-Lao, in una intervista per il quotidiano Ximing Evening News, parlò di un popolo antichissimo che abitava in alcune caverne di una zona remota ed inesplorata delle montagne di Nimu, a 5000 metri di quota, nel Tibet occidentale, vicino al confine con la Cina. La tribù, avvicinata per la prima volta da una pattuglia di militari, era composta da circa 300 individui, alti un metro e trenta, che parlavano un linguaggio incomprensibile e si coprivano con foglie e pellicce. In altre caverne, situate sui monti di Bayan Kara Ula, erano state scoperte delle incisioni rappresentanti il Sol levante, la Luna e le stelle, collegate ad una raffigurazione della Terra tramite un nugolo di puntini che indicherebbero la via percorsa dai cosmonauti.

Un'altra curiosa vicenda, che riguarda la regione in questione, viene narrata nel libro "La caverna degli antichi" (Ediz. Ubaldini - 1976) il cui autore, il monaco tibetano Lobsang Rampa Chakpori, racconta che molti anni prima un altro Lama, il maestro Dondup Mingyar, gli aveva rivelato l'esistenza di una grotta straordinaria, ricca di congegni misteriosi, occultata tra le montagne tibetane.L'unica foto esistente, risalente al 1910, della coppia reale degli Dzopa o DropaIl maestro Mingyar, nel libro, racconta così la sua esperienza: "… ero con altri tre Lama e stavamo esplorando alcune catene montuose tra le più remote, allo scopo di scoprire la causa di un forte boato udito qualche settimana prima. Perlustrando le vette circostanti, individuammo una grande crepa molto profonda che immetteva in una 'caverna degli antichi'. Penetrammo tutti e quattro nella crepa e dopo alcuni metri notammo che una debole luce argentea, mai vista prima, illuminava un'ampia ed enorme sala, come se la montagna fosse vuota. Mentre avanzavamo constatammo con grande stupore che la luce argentea illuminava anche degli apparecchi e altri meccanismi strani. Alcuni di questi si trovavano dentro dei contenitori di vetro, mentre altri si potevano toccare.

Così cominciammo tutti a ispezionare questi strani macchinari e l'immensa sala, attraversando porte che si aprivano e si chiudevano automaticamente, mentre le apparecchiature sembravano illuminarsi o entrare in azione al nostro passaggio. In una di queste macchine si trovava uno schermo (molto simile ad un odierno televisore), dove il gruppo poteva rivedere, registrati, alcuni episodi di vita della civiltà perduta degli 'antichi'. Questo è quello che vedemmo e sentimmo. Una civiltà evoluta, esistita migliaia e migliaia di anni fa, che poteva volare nel cielo e costruiva apparecchi che imprimevano pensieri nella mente di altre persone. Possedevano armi atomiche e infatti una di queste esplose e distrusse quasi tutto il mondo. Alcuni continenti sprofondarono sotto le acque ed altri ne emersero".

I Dischi Spaziali

Negli anni Sessanta due pubblicazioni, la tedesca Das Vegetarische Universum e la belga Bufoi, diedero notizia di una scoperta, già menzionata in un articolo del 1965 pubblicato a Pechino da un archeologo cinese, il Prof. Tsum Um-Nui, intitolato "Navi Spaziali 12.000 anni fa".
L'articolo fa riferimento alla scopertaI dischi ritrovati a Bayan Kara Ula - avvenuta nel 1938 da parte di una spedizione organizzata dell'archeologo cinese Chi Pu Tei - di una serie di tombe, disposte ordinatamente in fila, all'interno di una grotta sui monti di Bayan Kara Ula. I sepolcri vennero aperti e al loro interno vennero rinvenuti numerosi piccoli scheletri dagli enormi crani - appartenenti ad una razza sconosciuta - con accanto ammassati 716 dischi di granito. I dischi, ciascuno grossomodo di un metro di diametro, erano forati al centro e coperti da una serie di sottili incisioni che li rendevano simili ai vecchi microsolco a 33 giri.

Successivamente i dischi furono trasportati a Pechino e sottoposti alle analisi di cinque scienziati diretti da Tsum Um-Nui. I ricercatori cinesi ne raschiarono con molta precauzione la superficie, facendo poi analizzare le particelle raccolte, che risultarono contenere una notevole percentuale di cobalto e di vari metalli. I dischi di granito, all'oscilloscopio, reagirono emettendo vibrazioni ad un ritmo sorprendente, in quanto carichi di una considerevole quantità di energia elettrica. Quei reperti, vecchi di dodicimila anni, non potevano assolutamente essere frutto di tecnologia terrestre.
Dopo anni di ricerche il team riuscì anche ad interpretare le misteriose incisioni che ricoprivano i dischi. Il racconto che ne emerse fu talmente sconvolgente e strabiliante da convincere le autorità a non divulgare nulla e, quindi, a celare i risultati degli studi e delle analisi effettuati. Dopo molti anni il Prof. Tsum Um-Nui, con grande coraggio, nonostante il divieto delle autorità militari e politiche, in un'apparizione pubblica rese noto il resoconto dei suoi studi e delle traduzioni dei geroglifici.

Ecco uno stralcio della sua relazione: "Da un pianeta lontano 12.000 anni luce giunsero un giorno delle astronavi. Atterrarono in Tibet con gran fragore, dieci volte, sino al sorgere del Sole. Gli uomini, le donne ed i bambini (terrestri) si rifugiarono nelle caverne. Questi viaggiatori vennero chiamati Dropa o Kham. Infine gli Umani compresero, dai segni e dal comportamento, che i visitatori venuti dal cielo avevano intenti pacifici e i Dropa poterono avvicinarli".
Quando il Prof. Tsum Um-Nui morì per un attacco cardiaco nel 1965, i suoi eredi scoprirono che tutti i suoi appunti, frutto di anni di studio, erano spariti.
Quanto ai dischi, ne riporta notizia per l'ultima volta l'ufologo viennese Peter Krassa, che nel 1975 li vide esposti, e li fotografò, in una teca del museo Bampo a Xian (Cina). Dopo, dei dischi di Bayan Kara Ula si è persa ogni traccia.

di Massimo Fratini