LIVORNO. Secondo il rapporto semestrale "Food Outlook" della Fao sull´andamento dei mercati alimentari mondiali, la produzione cerealicola mondiale raggiungerà un nuovo livello record nel 2008 grazie l´incremento delle aree seminate seguito al rialzo dei prezzi alimentari e grazie a condizioni climatiche generalmente favorevoli. La produzione cerealicola mondiale nel 2008/2009 si prevede aumenterà del 5,3%, raggiungendo 2.24 miliardi di tonnellate. La produzione mondiale di grano, 2008/09 sarà di 677 milioni di tonnellate, grazie soprattutto ai record dei raccolti che si prevedono in Europa, Nord America ed Oceania. Per il riso nel 2008/09 si prevedono 450 milioni di tonnellate ed il calo dei prezzi dovrebbe migliorare la situazione fronteggiata dai consumatori l´anno scorso. La produzione mondiale di cereali secondari (prevista a 1.11 miliardi di tonnellate) riuscirà più che a soddisfare l´aumento del consumo.
La ripresa della produzione cerealicola è in gran parte avvenuta nei Paesi industrializzati, dove gli agricoltori erano meglio attrezzati per rispondere ai prezzi sostenuti. La capacità di risposta dei paesi in via di sviluppo, al contrario, è stata molto limitata a causa della ristrettezza a livello dell´offerta.
I paesi in via di sviluppo saranno quelli che quest´anno pagheranno il prezzo più alto dei maggiori costi delle importazioni alimentari. Il costo dell´acquisto di cibo sui mercati internazionali per i paesi maggiormente vulnerabili dal punto di vista economico è lievitato di circa un terzo rispetto allo scorso anno. Questo è il più grande incremento annuo mai registrato. A causa di prezzi alimentari più alti, il numero delle persone che soffrono la fame nel solo 2007 è aumentato di 75 milioni.
La produzione ittica globale aumenterà solo dell´1% nel 2008, registrato nel settore dell´acquacoltura.
«Le difficoltà di molte banche pesantemente coinvolte nel finanziamento della pesca da cattura e nello sviluppo di quella d´allevamento, sono fattori che limiteranno la disponibilità di credito al settore» spiega il rapporto Fao.
La produzione cerealicola sarà in grado di soddisfare il consumo e riuscirà anche a ricostituire buona parte delle scorte mondiali esaurite, ma la Fao mette in guardia: «l´attuale crisi finanziaria influirà negativamente sul settore agricolo di molti paesi, in particolare in quelli in via di sviluppo».
Secondo Concepcion Calpe, economista Fao ed una delle autrici principali del rapporto «Il raccolto cerealicolo record di quest´anno ed il recente calo dei prezzi alimentari non dovrebbero dunque creare troppo ottimismo. Se per ipotesi, nella stagione 2008/09 dovessero prevalere l´attuale volatilità dei prezzi e le odierne condizioni di liquidità, semine e produzione potrebbero risentirne e potrebbe verificarsi una nuova impennata dei prezzi nel 2009/10, con crisi alimentari perfino più gravi di quelle registrate finora. La crisi finanziaria degli ultimi mesi ha amplificato la tendenza al ribasso dei prezzi, ha contribuito a restringere i mercati creditizi ed ha introdotto una grande incertezza sulle prospettive per l´anno prossimo, e di conseguenza molti produttori stanno prendendo decisioni molto conservative rispetto alle semine. Il forte rialzo dei prezzi registrato nel 2007/2008 ha fatto aumentare il numero delle persone sottonutrite nel mondo che si attesta a 923 milioni. Nella maggior parte dei paesi a basso reddito, prezzi alimentari internazionali più bassi non si sono finora tradotti in prezzi più bassi a livello nazionale. "C´è il rischio reale che, come conseguenza della difficile situazione in cui versa l´economia mondiale, la gente sarà costretta a ridurre il proprio consumo alimentare ed il numero dei sottonutriti potrebbe così aumentare ulteriormente».
I dati di "Food Outlook" evidenziano che l´agricoltura mondiale deve fare i conti con problemi e difficoltà di lungo periodo, che vanno affrontati con urgenza: scarsezza di terra e di risorse idriche, carenti investimenti nelle infrastrutture rurali e nella ricerca agricola, fattori produttivi agricoli costosi in relazione ai costi alla produzione, e mancanza di adattamento al cambiamento climatico.
«Per riuscire a dar da mangiare ad una popolazione mondiale che per il 2050 sarà di oltre 9 miliardi di persone, rispetto ai sei miliardi attuali – si legge nel rapporto Fao - la produzione globale di cibo per quella data dovrà quasi raddoppiare. Questa crescita demografica avrà luogo principalmente nei paesi in via di sviluppo e per lo più nelle aree urbane. Di conseguenza una forza lavoro rurale diminuita dovrà riuscire ad essere molto più produttiva. Questo richiederà maggiori investimenti agricoli in attrezzature, trattori, pompe idrauliche, in macchine trebbiatrici etc, come pure manodopera più qualificata ed una filiera più corta ed efficiente».