CLARK McCLELLAND: ROSWELL.
CLARK McCLELLAND, EX SPECIALISTA DI LANCIO AL KENNEDY SPACE CENTER DELLA NASA, TORNA A PARLARE DI EXTRATERRESTRI E DI WERNER VON BRAUN SULLE PAGINE DI THE CANADIAN
di Luca Scantamburlo
Clark C. McClelland, ex ingegnere aerospaziale in servizio alla NASA dal 1958 al 1992, torna a parlare di sé. Egli ha recentemente cominciato a collaborare con The Canadian, un quotidiano canadese indipendente e no profit. Non c'è da stupirsi se finalmente un media nazionale canadese, anche se poco conosciuto, dà spazio alle controverse tematiche affrontate dall'ex tecnico di lancio della NASA. Ecco cosa dice in proposito la presentazione del portale che campeggia sulla Rete:
<<[..] We are committed to affirming a sovereign Canada, by defending the national public interest via a critical approach to mass-media coverage. The aspirations for a sovereign Canada had inspired the journalists of 'Le Canadien', as well as Tommy Douglas, former Prime Minister Trudeau, and other Canadians, toward the pursuit of the Canadian Dream. Trudeau had specifically referred this Canadian Dream, as the pursuit of a socially progressive 'Just Society'.>>
www.agoracosmopolitan.com/about_us.html
Al centro delle straordinarie rivelazioni di questo cittadino americano, licenziato improvvisamente anni fa dall'Agenzia Spaziale americana, ci sono i contenuti sconcertanti di alcune discussioni avute nel corso di incontri privati con autorevoli personaggi storici dell'epoca: incontri nel corso dei quali si parlò di UFO e veicoli alieni precipitati.
Alcuni anni addietro McClelland rivelò ai mass media di aver colloquiato informalmente con il Senatore Barry Goldwater (esiste una foto che li ritrae insieme in Florida) e con il dr. Wernher Von Braun (1912-1977). Presso il sito di McClelland si può vedere una foto con dedica dell'ingegnere missilistico tedesco.
A proposito di W. Von Braun e dell'incidente di Roswell, nel 1999 il giornalista italiano Maurizio Baiata firmò un articolo intitolato <>, pubblicato sulle pagine della rivista UFO Network (nr. 5, Settembre 1999). Il pezzo di Baiata riprendeva la notizia dell'intervista rilasciata da McClelland a CNI News.
Ecco un breve passo del servizio di allora (il testo integrale è disponibile presso il sito EdicolaWeb.net):
<<[...] "Il Caso Roswell resta il più importante e documentato nella storia di crash/retrieval (schianto/recupero) di UFO" dichiara McClelland. Lo scienziato spiega come venne a conoscenza del ruolo avuto da von Braun nella vicenda: "Durante i miei lunghi anni di servizio nel programma spaziale della nazione ebbi la fortuna di conoscere e scambiare alcune informazioni di grande interesse con scienziati tedeschi trasferiti in USA mediante l’Operazione Paper Clip dopo la Seconda Guerra Mondiale. Erano l’élite del gruppo scientifico addetto ai programmi missilistici tedeschi sotto il controllo di Adolf Hitler. Ebbi spesso il privilegio di conversare con il loro capogruppo, il dottor Wernher von Braun e con altri scienziati assegnati alle squadre addette al lancio della ABMA (Army Ballistics Missile Agency) alle rampe di lancio di Cape Canaveral. Questi stessi uomini furono infine conglobati nella nuova organizzazione National Aeronautics and Space Administration (NASA)".>>
di Maurizio Baiata, da <>, UFO Network nr. 5, Settembre 1999
Più recentemente il bimestrale I Misteri di Hera (nr. 14, Agosto/Settembre 2006) ha dedicato una pagina del suo speciale allo Spazio ad una lettera aperta firmata da McClelland. Ne emerge il ritratto di un uomo colpito duramente dalla vita, trovatosi probabilmente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Tali circostanze fortuite lo condussero all'inaspettato licenziamento. Stando a quanto da egli riportato, sembra che a causa di una sua accidentale "scoperta di qualcosa di importanza monumentale", egli dapprima fu rimosso dal suo incarico di tecnico specialista di lancio dello Space Shuttle Columbia e passato ad incarichi amministrativi (OPF-3), e dopo alcuni giorni fu licenziato in tronco senza nemmeno dargli la possibilità di salutare i colleghi del Kennedy Space Center.
Riporto alcune righe in ottemperanza al diritto di critica e per meglio contestualizzare la figura dell'ingegnere americano:
<<[...] Il processo non si tenne. Così mi rivolsi alla Corte Federale di Atlanta, in Georgia. Il caso si prolungò prosciugando tutti i miei averi. Lo stress è stato ed è tremendo. Dovetti chiedere prestiti ai miei genitori, molto anziani, che ne uscirono sconvolti. [...] Ho perduto tutto, la carriera, il pensionamento, i benefici sanitari, l'orgoglio [...] Hanno distrutto la mia famiglia. Una tragedia dopo l'altra. Da allora (1992) ho avuto difficoltà finanziarie. Questo perché ho cercato di dire alla gente quello che avevo appreso... la VERITÀ COSMICA.>>
pag.9 ibidem
Consiglio caldamente di procurarsi lo speciale dedicato allo Spazio, non solo per leggere il testo integrale della lettera. Vi si trova anche il testo del celebre servizio <> (26/11/2005) a firma di Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa di Torino. Si tratta di un servizio che riporta le dichiarazioni di Paul Hellyer, ex ministro della Difesa canadese, rilasciate in occasione di un convegno (il simposio Exopolitics) tenutosi all'aula magna dell'Università di Toronto.
McClelland è stato ScO (Spacecraft Operations Officer), operatore specialista della Flotta Space Shuttle al Kennedy Space Center, in Florida, ma precedentemente aveva lavorato alle missioni lunari Apollo presso il Cape Canaveral della NASA. Egli ha assistito nella sua vita a 636 lanci spaziali (nella lettera aperta viene riportato il numero di 631, ma in un contatto epistolare McClelland mi ha parlato di 636 lanci; la sostanza, ad ogni modo, non cambia).
McClelland è stato inoltre un ground test astronaut (un tecnico che, suppongo, testa da astronauta la strumentazione a terra). Un curriculum di tutto rispetto, se non fosse per la macchia finale sulla sua carriera stroncata da interessi superiori ed al di fuori della discussione pubblica.
Che cosa avrà mai scoperto McClelland da indurre l'Amministrazione della NASA ad un suo rapido declassamento di mansioni ed al successivo licenziamento avvenuto nel 1992? McClelland sembra intenzionato a metterlo per iscritto nel suo libro, attualmente in fase di stesura.
Intanto l'ex tecnico NASA continua la sua difficile opera di divulgazione, in attesa che qualche lungimirante editore (italiano od estero) sia disposto a vagliare il suo lavoro ed a proporgli di pubblicare un testo rivelazione. Da insider dell'esplorazione spaziale, McClelland potrebbe in futuro dare un notevole contributo alla discussione esopolitica e sui fenomeni aerospaziali non identificati, un fenomeno sul quale da alcuni mesi il Cnes (il Centro nazionale per gli studi spaziali della Francia) sta facendo chiarezza, declassificando gradualmente i suoi dossier segreti.
Un significativo incontro di McClelland con W. Von Braun risale al Luglio 1969, presso Cocoa Beach nel corso di una cerimonia della MFA (Manned Flight Awareness) e della NASA.
Presso il Cocoa Beach Ramada Inn, Von Braun e McClelland si fermarono a fare due chiacchiere nella veranda. L'ex ingegnere statunitense racconta che egli era a conoscenza di alcuni retroscena dell'incidente di Roswell sin dal 1958 (incidente di cui si discusse sulla stampa sin dal 1947). Secondo quanto ci racconta, lo specialista di lancio americano pose a Von Braun una domanda diretta. McClelland sapeva infatti che Von Braun ed altri scienziati tedeschi alla fine degli anni '40 lanciavano razzi V-2 dal poligono di lancio di White Sands. Fu solo nel 1958, infatti, che Von Braun ed il suo team entrò a far parte della neonata NASA. Prima, essi erano stati assegnati alla ABMA (Army Ballistics Missile Agency), come già ricordato da Maurizio Baiata.
Riporto brevemente cosa McClelland ha scritto per The Canadian:
<<[...] Did the Roswell Incident in fact happen, was an alien craft recovered along with alien bodies? Did you have a chance to go to the crash site?>>
German scientist Von Braun was at Roswell during UFO crash,
by Clark C. McClelland , The Canadian, August 2007
Ed ecco cosa avrebbe risposto Von Braun, secondo la testimonianza di McClelland:
<<[...] Dr. von Braun explained how he and his (unnamed, for now) associates had been taken to the crash site after most of the military were pulled back. They did a quick analysis of what they found. He told me the craft did not appear to be made of metal as we know metal on earth. He said it seemed to be created from something biological, like skin. I was lost as to what he indicated, other than thinking perhaps the craft was "alive." >>
ibidem
Dunque, secondo la testimonianza di un ex tecnico NASA dalle comprovate credenziali, lo scienziato tedesco Von Braun fu presente a Roswell con altri scienziati per ispezionare il misterioso oggetto volante precipitato nei pressi della cittadina del Nuovo Messico, durante l'estate del 1947. E che non si trattasse di qualcosa costruito dai Sovietici o dei resti di un semplice pallone sonda, lo si evince da quanto Von Braun riferì all'ingegnere aerospaziale:
<<[...] The recovered bodies were temporarily being kept in a nearby medical tent. They were small, very frail and had large heads. Their eyes were large. Their skin was greyish and reptilian in texture. Dr. von Braun said it looked similar to the skin texture of rattle snakes he'd seen several times at White Sands >>
ibidem
Stando alle parole di McClelland, Von Braun avrebbe visto alcuni corpi durante l'ispezione del veicolo alieno; corpi molto piccoli, dalle grandi teste e dai grandi occhi. La loro pelle era grigiastra e di struttura simile a quella dei rettili.
Auguriamoci allora che presto grandi nomi del mondo scientifico e politico si aprano su tematiche di importanza capitale per il futuro della civiltà umana.
© Luca Scantamburlo