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mercoledì 22 aprile 2009

USA: EX ASTRONAUTA ACCUSA GOVERNO, ''NASCONDE LA VERITA' SUGLI UFO'' .


(ASCA) - Roma, 21 apr - Gli extraterrestri esistono, ma Stati Uniti e governi di altri paesi tengono nascosta la verita'.

Parola dell'ex astronauta americano Edgar Mitchell, che partecipo' alla missione lunare Apollo 14 del 1971, che ne ha parlato alla quinta edizione della X-Conference, un meeting organizzato dagli appassionati di Ufo e da ricercatori che studiano la possibilita' di esistenza di forme di vita aliene.

''Non siamo soli nell'universo'', ha detto Mitchell, secondo quanto riporta un servizio della Cnn. ''Il nostro destino, secondo la mia opinione, e' quello di diventare parte di una comunita' planetaria. Dovremmo prepararci ad andare oltre il nostro pianeta e oltre il nostri sistema solare per scoprire cosa c'e' davvero la' fuori''.

Mitchell e' cresciuto a Roswell, nel New Mexico, luogo dove secondo la leggenda si sarebbe schiantato un Ufo nel 1947. I residenti della zona, secondo quanto ha raccontato oggi l'ex astronauta, furono costretti al silenzio ''dalle autorita' militari'' che li minacciarono di ''gravi conseguenze'' se avessero parlato. Ma i cittadini, ha aggiunto Mitchell, non volevano portarsi il segreto nella tomba. ''Volevano dirlo a qualcuno di affidabile e lo hanno detto a me, che ero uno della zona ed ero stato sulla luna''.

Dieci anni fa, ha rivelato ancora Mitchell, l'ex astronauta fu ricevuto al Pentagono per discutere della vicenda ed un ammiraglio gli confermo' la storia, promettendogli che la verita' sarebbe stata presto rivelata all'opinione pubblica. Lo stesso ufficiale, ha detto ancora Mitchell, adesso invece nega. ''Consiglio a coloro che hanno dei dubbi di leggere libri e tutto quello che si e' scritto per cercare di capire cosa e' veramente successo. Perche' non c'e' dubbio che noi siamo stati visitati dagli extraterrestri''.

Un portavoce della Nasa, Michael Cabbage, ha seccamente smentito ogni copertura. ''La Nasa non cerca gli Ufo, la Nasa non e' coinvolta in nessuna copertura a proprosito della vita aliena su questo pianeta, ne' altrove, in nessun periodo storico''.

La storia di Roswell risale al 3 luglio del 1947, quando il proprietario di un ranch trovo' sui suoi terreni dei resti metallici. L'aeronatica militare statunitense parlo' prima di un incidente che aveva coinvolto un ''disco volate'' e poi modifico' la sua versione riferendo che il misterioso oggetto caduto a Roswell era un pallone sonda che svolgeva rilevamenti sulla situazione meteorologica. Dopo questo episodio, le autorita' americane cominciarono a smentire duramente ogni notizia di avvistamento di Ufo, atteggiamento che gli ufologi ritengono dettato dalla necessita' di nascondere la verita'.

lunedì 20 aprile 2009

UFO Evento storico: Il Brasile pubblicherà l'intero archivio ufologico.


18 Aprile 2009
di Raffaele Di Nicuolo

UFO: Il Governo Brasiliano rendera' pubblico tutto ciò che sa sugli UFO


Il direttore del CBU AJ Gevaerd (Commissione per gli UFO in Brasile) dopo aver lottato per più di un anno ha ottenuto la declassificazione dei documenti che da sempre sono stati dichiarati TOP SECRET.

Questo e' un evento storico, nessun Paese si era spinto tanto avanti nella divulgazione sugli UFO.

In passato, ma anche di recente i vertici brasiliani avevano rilasciato diverse informazioni e documenti sul tema, ma questa volta le informazioni contenute nell'archivio sono sicuramente di un altro livello, in quanto classificati al piu' alto livello di segretezza.

All'interno si potranno trovare, tra l'altro le relazioni della famosa "Notte degli UFO" che in passato fu paragonata per importanza all'incidente di Roswell. L'episodio accadde nel Maggio del 1986, quando sei aerei allertati dai radar inseguirono una ventina di oggetti volanti non identificati.

A conferma di tutto cio' il Ministro dei Trasporti Aerei Brasiliano il Generale Otavio Moreira Lima, ha confermato la notizia e poi personalmente ha affermato che secondo la sua opinione presto il genere umano incontrera' gli extraterrestri.

Il Ministro ha aggiunto che le autorità brasiliane hanno il dovere di far conoscere al popolo la realtà extraterrestre. Ha aggiunto alle dichiarazioni questa interessante affermazione: " Se molte persone saranno disposte ad accettare la presenza aliena, ce ne saranno altrettante che ancora non si sentono pronte."

Una rappresentanza del CBU venerdi' scorso ha partecipato ad una conferenza nella Capitale Brasilia e nuovamente erano presenti alcuni vertici delle Forze Armate. Sono stati esaminati alcuni files TOP SECRET compreso quelli riguardanti l'incidente del 1986, ma senza poter eseguire copie del materiale da poter divulgare.

Lo scorso anno erano stati rivelati alcuni files relativi alla famosa "Operazione Prato". Quest'indagine militare fu fatta a causa di svariati incidenti accaduti in Amazzonia. Gli abitanti della zona vennero aggrediti e feriti da presunti UFO e nell'occasione gli abitanti organizzarono veglie notturne per porteggerdi.
Vent'anni dopo questi eventi, Uyrange Noguira - il Capitano responsabile del progetto - affermo' che anche lui in quell'occasione fu testimone di avvistamenti inspiegabili. Noguira si convinse che alla base di tutto c'erano gli alieni. Tre settimane piu' tardi, dopo le dichiarazioni, misteriosamente fu trovato morto impiccato con la sua stessa cintura.

Ora gli Ufologi lavoreranno per sviluppare un protocollo con l'Air Force che potrebbe garantire l'accesso permanente a questi files, per far sì che rimangano permanentemente a disposizione per essere studiati.
La collaborazione e' divenuta possibile con i militari in quanto da entrambe le parti si vuole portare chiarezza sul fenomeno UFO.
Per Rafael Cury, uno dei principali responsabili del CBU con l'apertura da parte del Comando della Difesa Aerea Brasiliana si e' entrati in una nuova era.

Le Forze Aeree e il Governo collaboreranno dunque con gli Ufologi confermando il fatto che ancora nessuno fino ad oggi e' riuscito a comprendere appieno la natura di questi dispositivi volanti.

Il mondo ufologico sicuramente cogliera' questa notizia con ottimismo ed entusiasmo.

venerdì 27 febbraio 2009

I 13 TESCHI DELLA "SAGGEZZA".


Secondo una leggenda esisterebbero ben 13 teschi di cristallo, detti "della saggezza", che una volta riuniti avrebbero il potere di rivelare all'umanità il suo destino. Tredici come le divinità del mondo superiore e gli idoli del Katun.

Sembra ne siano stati ritrovati alcuni:

Un pezzo unico ricavato nell’ametista, da cui il nome, scoperto nel 1915 in un nascondiglio di reliquie maya in Messico.
Un teschio tagliato in un solo pezzo di quarzo trasparente fu rinvenuto nel 1912.
Una famiglia maya del Costa Rica nel 1906 ne ritrovò un altro, arando il terreno di sua proprietà. L’attuale proprietaria del pezzo, Joke Van Dieten, lo reperì in una libreria di Vancouver dove era esposto.
In Texas, nella fattoria dei Parks a Huston, si trova un unico pezzo di quarzo di 18 Kg. di peso; lo avrebbero avuto in regalo nel 1981 da un tibetano come ringraziamento per dei servigi resi. È stato anche pubblicato un libretto nel quale si parla del teschio, ribattezzato "Max".

Presso il museo Smithsoniano di Washington è custodito un esemplare di ben 20 kg., alto e largo 13 cm. (per la gioia degli esoterici il tredici ricorre spesso) e lungo 18.
Joshua Shapiro autore di un libro riguardante i teschi di cristallo, racconta che durante una conferenza a Las Vegas nel 1989, fu avvicinato da un uomo, tale Josè Iniguez, in possesso di un teschio di cristallo, rinvenuto nella sua fattoria nel 1942, sul quale erano incisi simboli maya e un disegno a spirale con un circolo doppio nella parte superiore.
Sempre Shapiro fornisce altri dati sui teschi sopra descritti e segnala un teschio di colore azzurro nel Perù, simile a quello nominato ET per la forma particolare, con la mandibola appuntita.

Le guide messicane mostrano ai turisti, che si recano in gita nel Messico, le foto di un teschio modellato nel quarzo che indicano conservato nel Museo del Belize. Dicono siano occorsi dai trenta ai quaranta anni per ottenerlo.
Esiste un teschio di quarzo rosa con la mandibola mobile, rinvenuto vicino al confine fra Honduras e Guatemala, simile a quello scoperto da Anna Hedges (1), non molto limpido nel colore e leggermente più grande, ma di un artigianato di livello incomparabile.


Solo pochi sono considerati autentici.

Gli esami condotti per stabilire la loro autenticità avrebbero evidenziato tracce circolari lasciate da utensili rotanti, in particolare sui teschi conservati allo Smithsonian e al British. Non abbiamo notizie in questo senso riguardo al teschio ritrovato da Hedges. Comunque prima di affermare o negare la loro veridicità dobbiamo considerare che possono essere i prodotti di una civiltà più avanzata, dal punto di vista tecnologico, di quella cui si vogliono attribuire.

Un notevole esemplare è custodito nel Museo Trocadero, ed è stato citato da G.F. Kunts nel suo libro "Gemme e pietre preziose del Nord America"; proporzionato ma di fattura rudimentale datato all’incirca intorno al XV secolo, attribuito al popolo Azteco come la riproduzione del Dio della Morte. È caratterizzato da un solco che lo percorre lateralmente da destra a sinistra e si ipotizza possa essere stato incastrato fra due legni, o addirittura in una croce.
Due Teschi si trovano presso il dipartimento di Etnografia del Museo Britannico, uno in miniatura e uno a grandezza naturale, quest'ultimo in un blocco di particolare purezza.

Nel 1927, Anna Hadges, figlia di F.A. Mitchell Hedges, avventuriero, teosofista, membro della commissione per i Maya del Museo Britannico, riportò alla luce, nella città di Lubaantun appena scoperta, un teschio di cristallo di rocca di rara perfezione e abilità con mascelle mobili. Grava il sospetto che tale manufatto sia stato, in realtà, rinvenuto in altro luogo o frutto di loschi traffici specialità dell'avventuriero.

Nel 1964 Anna Hedges conobbe l’antiquario Frank Dorland, un appassionato dei misteri archeologici. Dorland studiò il teschio per sei anni e poi incaricò l’Helwett Packard di continuare gli esami in un sofisticato laboratorio. Non fu però possibile duplicare il pezzo che era stato intagliato senza seguire il segno naturale, ma esattamente al contrario.
Sembrava avesse all’interno una serie di lenti e prismi che riflettevano la luce in modo particolare quando questa vi passava attraverso, proprietà non presente nel quarzo allo stato naturale. Nessuno fino a adesso è stato in grado di riprodurre un pezzo con le stesse proprietà del teschio di Hedges.

Il teschio conservato al Britsh Museum è un manufatto artigianale di notevole e raffinata fattura in un unico blocco. Passato attraverso molte mani, G.F.Kunz dichiarò che originariamente era stato portato dal Messico da un ufficiale spagnolo e venduto ad un collezionista inglese; in seguito pervenne a E. Boban, antiquario parigino che nel 1884, si trasferì a New York, qui Tiffany lo acquistò nel 1890. Nel momento in cui fu inserito nella collezione del Museo Britannico, che lo acquistò per 120 sterline nel 1898, fu considerato come proveniente dal Messico pre-ispanico.
Non si è potuto accertare su basi tecnologiche, ma lo stile delle fattezze sono in accordo con altri esempi accettati come genuine sculture azteche o mixteche.

Il Laboratorio di Ricerca del Museo Britannico, quando lo esaminò, concluse che alcune incisioni, come quelle riproducenti la dentatura, sembrano effettuate con un tornio da gioielliere piuttosto che secondo la tecnica acquisita dai lavoratori della pietra Aztechi.
È stato suggerito che l’origine del cristallo di rocca sia brasiliana ed il lavoro eseguito in data pre-ispanica. È possibile infatti che artigiani pre-ispanici abbiano potuto ottenere cristalli di rocca dal Nord America, ma non esistono prove archeologiche di un commercio con il Sud America e il Brasile. Sembra, inoltre, che le miniere siano state sfruttate solo in tempi recenti.
Si è pensato che il teschio del Museo Britannico possa essere un esempio di arte coloniale messicana in uso nelle chiese; ossia un lavoro eseguito da un nativo (indio-americano) influenzato dallo stile europeo.

Esiste infatti un teschio di cristallo incorporato in un crocifisso opera di un artigiano europeo eseguito in stile pre-ispanico.
Molte sono le speculazioni circa l'origine e l'uso del teschio di cristallo; la questione rimane ancora aperta.
Il Dottor G.M. Morant ha avuto la possibilità di poter toccare, misurare e comparare, sia il teschio del museo britannico, sia quello di Hedges, chiamato dal Dr. Morant "teschio di Burney", dal nome di colui che lo fece esaminare da esperti del British nel 1936. Il confronto rende evidente la simmetria perfetta, l'assenza di qualsiasi sutura. I risultati degli studi evidenziano che la regione frontale dell'esemplare Burney è più sporgente. La differenza più evidente consiste nella conformazione della regione basale facciale, in quanto il teschio del Museo Britannico è in un solo pezzo, mentre l'altro ha la mandibola mobile. I denti sono completi in entrambi i casi.

Il cristallo Burney è stato giudicato anatomicamente migliore, più "vivo" dell'altro considerato una cruda rappresentazione.
In relazione alle misure, dando prima i dati del Britannico, si notano alcune differenze materiali nella lunghezza degli occipiti, nell'ampiezza calvarial, nell'indice cefalico; nella larghezza nasale e quella delle orbite.
Una sovrapposizione delle linee dei contorni evidenzia che nel Burney il profilo destro non è perfetto, sia visto dai mastoidi che dai lati dell'apertura nasale; il teschio del Britannico mostra invece un profilo esatto; ma la divergenza dalla norma è scarsa. Gli studi sono stati condotti con metodi meticolosi, per mezzo di foto a grandezza naturale, senza lasciare niente al caso è stato dedotto che rappresentino una sola razza. Ovviamente disconosciuta la tecnica usata anticamente per realizzarli.

È logico pensare che i Maya conoscessero tecnologie idonee a levigare il cristallo di rocca, cosa molto ardua tutt'oggi perché, se avessero usato della sabbia come abrasivo nel lungo lavoro di levigazione, sarebbero occorsi centocinquanta anni di lavoro.

Gli esperti del British non sanno fornire una datazione certa del teschio in mostra nel Museo, alcuni lo valutano antico di tremilaseicento anni; altri lo ipotizzano originario di Atlantide e risalente a dodicimila anni fa.
È nel periodo che va dal 7000 al 3114 che si adora il Dio del fuoco e si può spiegare il ritrovamento del Teschio a Lubaantun, edificata come una città peruviana, forse con l'aiuto degli stessi peruviani.
Hedges il 10 febbraio 1935 pubblicò un articolo sul New York America in relazione alle tracce di una civiltà sulle isole al largo della costa dell'Honduras secondo cui, Atlantide, non era un mito ma la culla delle razze Americane.
Secondo quanto asserito dall'archeologo Le Plongeon Brasseur de Bourbourg la civiltà Maya, e con essa il cristallo, può essere venuta dal mare.

Quetzalcoatl secondo una leggenda venne da "una terra del sole nascente", insegnò le scienze i costumi e le leggi e ritornò da dove era venuto con la sua nave.
I Maya di Palenque asserivano di discendere da un popolo giunto dal mare al comando di Votan, un uomo dalla pelle bianca che compiva spesso viaggi nella sua vecchia patria, come è scritto nelle cronache spagnole.

Un uomo che aveva visitato la terra ove si innalzava una torre verso il cielo. Padre Ordonez asseriva di aver letto in un libro dei Maya che Votan arrivò da una terra chiamata "Chivim" attraverso il mare e si stabilì a Palenque con il suo popolo.
Secondo altre versioni un certo Itlar, nominato Zamma padre degli Dèi, nel 10.500 a.C., scampato dalla distruzione di Atlantide, raggiunse lo Yucatan diffondendo l'agricoltura, l'astronomia, la geometria, e la medicina.
Datare il cristallo di quarzo è estremamente difficile, non esiste un metodo affidabile, ci si basa solo sul risultato dell’esame al carbonio 14 del materiale organico trovato unito al teschio.

Circa lo scopo di queste macabre sculture, il teschio rappresentava per i Maya il Dio della Morte, della guerra, dei sacrifici umani; il Signore degli Inferi. Alcune leggende indicano che il sommo sacerdote usava un teschio nei suoi riti esoterici. Mitchell asseriva che serviva per focalizzare energia e rifrangere la luce, nonché un raggio di sole attraverso la bocca aperta; in tal modo assumeva la funzione di una particolare lente ustoria nella cerimonia del nuovo fuoco. Tale cerimonia consisteva nel bruciare "qualcosa", si dice un cuore ancora palpitante su di un piano sorretto dalle mani di una statua: il Chac-Mool (zampa di giaguaro), di origine esclusivamente Tolteca e tipica dei siti Maya dello Yucatan.

Tezcatilpoca, chiamato specchio fumante, dio del male, viene spesso descritto come un "teschio splendente".
La cerimonia avveniva quando le Pleiadi raggiungevano lo zenit e segnavano l'inizio di un nuovo ciclo. Il ciclo attuale sembra sia iniziato nel 3114 a.C. con la nascita di Venere. Il teschio è descritto come l'incarnazione di ogni male, quando il sacerdote evocava la morte per mezzo del teschio, questa arrivava puntualmente.
Oggi adoperiamo il quarzo negli apparati elettronici, nei micro-chips, perché ha la proprietà di amplificare la corrente che vi passa attraverso. Viene inoltre notoriamente utilizzato per i suoi effetti terapeutici, per amplificare il campo elettromagnetico del corpo umano e modificare la stato vitale.

I sensitivi che hanno lavorato con i teschi assicurano di aver sentito emanare da essi una poderosa energia; molti hanno dichiarato di aver avuto visioni del passato.
È stato appurato che durante la proiezione di queste immagini alcune persone distinguono, al suo interno, figure olografiche ben riconoscibili. In alcuni casi la sola foto del teschio di Hedges avrebbe curato alcune infermità.
La proprietaria del teschio chiamato E.T., Joke Van Dieten, alla quale era stato diagnosticato un tumore al cervello ebbe la gradita sorpresa di svegliarsi una mattina completamente guarita e osservare all’interno del teschio una macchia nella stessa area del cervello, come se la pietra avesse assorbito il male.

La medium Carrel Advise alla presenza del teschio di Hedges entrò in trance e disse che il teschio rappresentava un magazzino di conoscenze programmato da una razza in un passato remoto. Affermò anche cose non molto credibili per la verità, ma contribuì a materializzare l’idea che i teschi possano rappresentare, per alcuni, anche un sistema di informazioni canalizzate per via telepatica, da una civiltà, extraterrestre o no, con l’intenzione di aiutare l’umanità o incrementare il suo livello di conoscenza.

Tante le storie che parlano di cristalli dai quali si sprigionerebbero potenti energie.
L'occultista e studioso John Dee, autore dell'alfabeto angelico, un giorno, mentre lavorava nel suo studio, vide manifestarsi un entità luminosa, qualificatasi come l'angelo Uriel, che gli fece dono di un cristallo convesso, simile ad una pietra scura tramite la quale avrebbe potuto conversare con gli angeli concentrandosi su di esso.

Ettore Cipollaro, ricercatore di fenomeni paranormali del gruppo di ricerca "l'Arca" di Roma (2), dichiarò che l'entità "Magister", spirito guida del gruppo, parlò di "cristalli" come concentrazione energetica alla base della struttura dell' universo e, dai quali si può ottenere energia attraverso metodi scientifici ben conosciuti dal mondo antico.
"Magister" affermò, tramite Cipollaro, che civiltà Atlantidee e Pre-Atlantidee utilizzarono un raro cristallo chiamato "Ion" esistente in natura. Aggiunse che esistono molti cristalli ma noi abbiamo perduto la scienza che ci permetterebbe, attraverso la loro manipolazione, di avere una fonte di energia inesauribile. Il loro cattivo uso rappresenterebbe un enorme pericolo. Secondo "Magister" sarebbero conosciuti e usati dagli "esseri" degli altri pianeti, anche per il funzionamento di quei mezzi noti come "dischi volanti".

Quanto appartenga a Magister e quanto a Cipollaro, non conta molto, simili affermazioni vanno prese per quelle che sono; ma non si può fare a meno di registrare che lo scomparso veggente Edgar Cayce, in una delle sedute durante le quali parlava del continente perduto, effettuate tra il 1922 e il 1944, fece riferimento ad un’ energia superiore di quella nucleare, all'epoca non ancora scoperta, che Cayce, quindi, non poteva conoscere. Questa energia sarebbe stata ricavata, secondo il veggente, attraverso la manipolazione di misteriosi cristalli all'interno dei quali si concentrava. I cristalli che fornivano l' energia sarebbero stati isolati in un edificio "foderato di pietra non conduttrice".

La descrizione fornita ricorda le torri di vetro girevoli di cui disponevano i Thuata de Danan, rivestite appunto di un materiale isolante a protezione delle radiazioni emanate dalle armi nemiche.
I documenti con le descrizioni per costruire tali "pietre" verrebbero custoditi in tre posti diversi: nei templi di Atlantide sommersi a Bimini, in un tempio in Egitto e nel tempio di Itlar nello Yucatan.
Con essi sarebbero conservati i libri che parlano della storia di Atlantide e del suo immenso sapere scientifico.

Cayce parlò anche di Faser e Maser, l' energia derivante dalla luce polarizzata, e disse che proprio il cattivo uso di tale energia scatenò forze incontrollabili che causarono la distruzione del continente.

Secondo Cayce quelle fonti di energia potrebbero essere ancora attive, imprigionate nelle costruzioni dell'antica isola e causare i fenomeni che hanno tristemente distinto la zona delle Bermude.
Nel 1970 il Dottor Ray Brown durante un’immersione nelle acque del triangolo delle Bermuda, vicino alle isole Bari, nelle Bahamas, vide, a quaranta metri di profondità, una piramide con un'apertura sulla sua sommità.

"La costruzione era in pietra liscia, le giunzioni fra i blocchi si distinguevano appena. L'apertura era una specie di pozzo che immetteva in una stanza interna rettangolare. Completamente priva di alghe e coralli e stranamente ben illuminata senza che ci fosse nessuna luce diretta. Vidi qualcosa che riluceva. Dal soffitto pendeva un’asta metallica con incastonata una pietra rossa sfaccettata e affusolata in punta. Sotto di essa un basamento in pietra sono sopra una piastra sempre di pietra, sulla quale due mani di bronzo, annerite da evidenti bruciature, sorreggevano una sfera di cristallo. Non riuscendo a smuovere l’asta e la pietra rossa, afferrai il cristallo e venni via. Mentre uscivo da quel luogo mi parve di avvertire una presenza. All'interno di questo cristallo rotondo vi era una serie di forme piramidali, tre per l’esattezza e tenendolo in mano si avvertiva una vibrazione."

Pervaso dal timore che la sfera gli fosse confiscata non ne ha rivelata l’esistenza fino al 1975 nel corso di una conferenza a Phoenix. Brown non ha mai rivelato a nessuno il punto esatto del suo ritrovamento e cosa ne è stato del cristallo.
Il particolare delle mani metalliche che sorreggono un cristallo, mi rammentano le mani degli isolatori che sostengono le "lampade" rappresentate sulle pareti di Dendera. Il fatto che siano state viste annerite e bruciate significa che erano sottoposte ad un fortissimo calore, quindi la piramide catalizzava una sorta d’ energia indirizzandola, attraverso l’asta, nella sfera di cristallo. La pietra rossa poteva essere un rubino, pietra solitamente usata nei laser per concentrare e proiettare l’ energia.

In quanto alla sfera si racconta che causi fenomeni paranormali; i metalli in contatto con essa si magnetizzano temporaneamente; l’ago della bussola gira prima in senso orario e poi ruota in senso opposto. Vi sono anche casi di guarigione dopo aver toccato la sfera. Un collegamento al teschio di cristallo. Speculazioni?
Le piramidi sotto l’oceano sono state rilevate più volte anche dal sonar.

Edgar Cayce parlò degli Atlantidei come una civiltà che disponeva di un’ energia simile a quella nucleare; l’ energia che fu causa della scomparsa di quel continente. Veniva raccolta utilizzando i cristalli racchiusi nelle piramidi.
C’è chi crede che ogni tanto i cristalli del perduto continente si attivino e formino tempeste magnetiche, campi di forza e d’ energia pura, causando i ben noti fenomeni del Triangolo delle Bermuda.

Speculazioni. Certo. Il cristallo della sfera, però, testimonia l’esistenza di civiltà in possesso di una tecnologia avanzatissima perché perfino gli esperti dell’Istituto Smithsoniano di Washington hanno dichiarato che solo dopo il 1900 siamo stati in grado di usare tale tecnologia per tagliare il quarzo e ricavarne una sfera perfetta.
Secondo una profezia sotto la zona di Giza vi sarebbero dodici camere, una per ogni segno zodiacale, in comunicazione fra loro per mezzo di corridoi. Al centro una camera più grande detta: "sala dei documenti".

In quel punto si troverebbe un enorme cristallo sfaccettato simboleggiante l'uovo cosmico. La sala sarebbe stata costruita da Enoc con lo scopo di conservare le scienze conosciute.
Simile alla storia che vuole re Surid, o Saurid Ibn Salhouk, autore del progetto delle tre piramidi e camere sotterranee per conservare le "scienze segrete".

È ben noto che sotto la piana di Giza vi siano numerosi sotterranei, e che un gruppo archeologico dell'Università di Stanford, ha praticato l'apertura di una delle tre camere situate sotto le zampe della Sfinge. Avrebbe scattato anche alcune foto dell'interno, mai rese pubbliche, ma ben note al sovrintendente agli scavi Dr. Hawass. Quest'ultimo avrebbe anche impedito a West di procedere con gli scavi che miravano ad aprire un passaggio per entrare nei sotterranei.
La presenza dei cristalli viene menzionata nella vicenda dei presunti alieni catturati dopo l'incidente di Roswell, attualmente indicati nella base di Nellis, conosciuta come Area 51, e nella storia dei piatti di pietra di Bayan Kara Ula, o Bayan Har Shan, non a caso definita la Roswell Cinese. In entrambi i casi si fa riferimento al ritrovamento di un cristallo in grado di mostrare immagini della terra com’era nel passato, concentrandosi su di esso.

Questo ci porta alle strane storie che circolano sul teschio di cristallo, sia quello in mostra al British, definito un vero e proprio porta sfortuna, che al manufatto trovato da Hedges. Alcuni addetti alla vigilanza del Museo affermano di aver visto strane emanazioni prodotte dal teschio in particolari momenti. C'è chi dice di aver provato una strana sensazione in sua presenza, come dominato da una forza misteriosa. Forse solo suggestione, ma l'oggetto è stato cambiato di sala più volte in seguito al verificarsi di misteriosi e curiosi fenomeni.

Sembra che nessuno dei custodi voglia trascorrere molto tempo nella stanza ove si trova esposto.
Anche il teschio appartiene a quei cristalli che racchiuderebbero misteriose energie?

Semplici storie da raccontare la notte delle streghe, o "verità incredibili"?

Note:
1. Figlia di Mitchell, avventuriero del quale si parla più avanti.
2. Vedi articolo Giornale Misteri giugno-luglio 1994 a cura della Dr.ssa Massa.

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mercoledì 5 novembre 2008

CLARK McCLELLAND: ROSWELL.


CLARK McCLELLAND, EX SPECIALISTA DI LANCIO AL KENNEDY SPACE CENTER DELLA NASA, TORNA A PARLARE DI EXTRATERRESTRI E DI WERNER VON BRAUN SULLE PAGINE DI THE CANADIAN


di Luca Scantamburlo


Clark C. McClelland, ex ingegnere aerospaziale in servizio alla NASA dal 1958 al 1992, torna a parlare di sé. Egli ha recentemente cominciato a collaborare con The Canadian, un quotidiano canadese indipendente e no profit. Non c'è da stupirsi se finalmente un media nazionale canadese, anche se poco conosciuto, dà spazio alle controverse tematiche affrontate dall'ex tecnico di lancio della NASA. Ecco cosa dice in proposito la presentazione del portale che campeggia sulla Rete:

<<[..] We are committed to affirming a sovereign Canada, by defending the national public interest via a critical approach to mass-media coverage. The aspirations for a sovereign Canada had inspired the journalists of 'Le Canadien', as well as Tommy Douglas, former Prime Minister Trudeau, and other Canadians, toward the pursuit of the Canadian Dream. Trudeau had specifically referred this Canadian Dream, as the pursuit of a socially progressive 'Just Society'.>>

www.agoracosmopolitan.com/about_us.html

Al centro delle straordinarie rivelazioni di questo cittadino americano, licenziato improvvisamente anni fa dall'Agenzia Spaziale americana, ci sono i contenuti sconcertanti di alcune discussioni avute nel corso di incontri privati con autorevoli personaggi storici dell'epoca: incontri nel corso dei quali si parlò di UFO e veicoli alieni precipitati.

Alcuni anni addietro McClelland rivelò ai mass media di aver colloquiato informalmente con il Senatore Barry Goldwater (esiste una foto che li ritrae insieme in Florida) e con il dr. Wernher Von Braun (1912-1977). Presso il sito di McClelland si può vedere una foto con dedica dell'ingegnere missilistico tedesco.


A proposito di W. Von Braun e dell'incidente di Roswell, nel 1999 il giornalista italiano Maurizio Baiata firmò un articolo intitolato <>, pubblicato sulle pagine della rivista UFO Network (nr. 5, Settembre 1999). Il pezzo di Baiata riprendeva la notizia dell'intervista rilasciata da McClelland a CNI News.

Ecco un breve passo del servizio di allora (il testo integrale è disponibile presso il sito EdicolaWeb.net):

<<[...] "Il Caso Roswell resta il più importante e documentato nella storia di crash/retrieval (schianto/recupero) di UFO" dichiara McClelland. Lo scienziato spiega come venne a conoscenza del ruolo avuto da von Braun nella vicenda: "Durante i miei lunghi anni di servizio nel programma spaziale della nazione ebbi la fortuna di conoscere e scambiare alcune informazioni di grande interesse con scienziati tedeschi trasferiti in USA mediante l’Operazione Paper Clip dopo la Seconda Guerra Mondiale. Erano l’élite del gruppo scientifico addetto ai programmi missilistici tedeschi sotto il controllo di Adolf Hitler. Ebbi spesso il privilegio di conversare con il loro capogruppo, il dottor Wernher von Braun e con altri scienziati assegnati alle squadre addette al lancio della ABMA (Army Ballistics Missile Agency) alle rampe di lancio di Cape Canaveral. Questi stessi uomini furono infine conglobati nella nuova organizzazione National Aeronautics and Space Administration (NASA)".>>

di Maurizio Baiata, da <>, UFO Network nr. 5, Settembre 1999

Più recentemente il bimestrale I Misteri di Hera (nr. 14, Agosto/Settembre 2006) ha dedicato una pagina del suo speciale allo Spazio ad una lettera aperta firmata da McClelland. Ne emerge il ritratto di un uomo colpito duramente dalla vita, trovatosi probabilmente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Tali circostanze fortuite lo condussero all'inaspettato licenziamento. Stando a quanto da egli riportato, sembra che a causa di una sua accidentale "scoperta di qualcosa di importanza monumentale", egli dapprima fu rimosso dal suo incarico di tecnico specialista di lancio dello Space Shuttle Columbia e passato ad incarichi amministrativi (OPF-3), e dopo alcuni giorni fu licenziato in tronco senza nemmeno dargli la possibilità di salutare i colleghi del Kennedy Space Center.

Riporto alcune righe in ottemperanza al diritto di critica e per meglio contestualizzare la figura dell'ingegnere americano:

<<[...] Il processo non si tenne. Così mi rivolsi alla Corte Federale di Atlanta, in Georgia. Il caso si prolungò prosciugando tutti i miei averi. Lo stress è stato ed è tremendo. Dovetti chiedere prestiti ai miei genitori, molto anziani, che ne uscirono sconvolti. [...] Ho perduto tutto, la carriera, il pensionamento, i benefici sanitari, l'orgoglio [...] Hanno distrutto la mia famiglia. Una tragedia dopo l'altra. Da allora (1992) ho avuto difficoltà finanziarie. Questo perché ho cercato di dire alla gente quello che avevo appreso... la VERITÀ COSMICA.>>
pag.9 ibidem

Consiglio caldamente di procurarsi lo speciale dedicato allo Spazio, non solo per leggere il testo integrale della lettera. Vi si trova anche il testo del celebre servizio <> (26/11/2005) a firma di Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa di Torino. Si tratta di un servizio che riporta le dichiarazioni di Paul Hellyer, ex ministro della Difesa canadese, rilasciate in occasione di un convegno (il simposio Exopolitics) tenutosi all'aula magna dell'Università di Toronto.

McClelland è stato ScO (Spacecraft Operations Officer), operatore specialista della Flotta Space Shuttle al Kennedy Space Center, in Florida, ma precedentemente aveva lavorato alle missioni lunari Apollo presso il Cape Canaveral della NASA. Egli ha assistito nella sua vita a 636 lanci spaziali (nella lettera aperta viene riportato il numero di 631, ma in un contatto epistolare McClelland mi ha parlato di 636 lanci; la sostanza, ad ogni modo, non cambia).

McClelland è stato inoltre un ground test astronaut (un tecnico che, suppongo, testa da astronauta la strumentazione a terra). Un curriculum di tutto rispetto, se non fosse per la macchia finale sulla sua carriera stroncata da interessi superiori ed al di fuori della discussione pubblica.

Che cosa avrà mai scoperto McClelland da indurre l'Amministrazione della NASA ad un suo rapido declassamento di mansioni ed al successivo licenziamento avvenuto nel 1992? McClelland sembra intenzionato a metterlo per iscritto nel suo libro, attualmente in fase di stesura.

Intanto l'ex tecnico NASA continua la sua difficile opera di divulgazione, in attesa che qualche lungimirante editore (italiano od estero) sia disposto a vagliare il suo lavoro ed a proporgli di pubblicare un testo rivelazione. Da insider dell'esplorazione spaziale, McClelland potrebbe in futuro dare un notevole contributo alla discussione esopolitica e sui fenomeni aerospaziali non identificati, un fenomeno sul quale da alcuni mesi il Cnes (il Centro nazionale per gli studi spaziali della Francia) sta facendo chiarezza, declassificando gradualmente i suoi dossier segreti.

Un significativo incontro di McClelland con W. Von Braun risale al Luglio 1969, presso Cocoa Beach nel corso di una cerimonia della MFA (Manned Flight Awareness) e della NASA.

Presso il Cocoa Beach Ramada Inn, Von Braun e McClelland si fermarono a fare due chiacchiere nella veranda. L'ex ingegnere statunitense racconta che egli era a conoscenza di alcuni retroscena dell'incidente di Roswell sin dal 1958 (incidente di cui si discusse sulla stampa sin dal 1947). Secondo quanto ci racconta, lo specialista di lancio americano pose a Von Braun una domanda diretta. McClelland sapeva infatti che Von Braun ed altri scienziati tedeschi alla fine degli anni '40 lanciavano razzi V-2 dal poligono di lancio di White Sands. Fu solo nel 1958, infatti, che Von Braun ed il suo team entrò a far parte della neonata NASA. Prima, essi erano stati assegnati alla ABMA (Army Ballistics Missile Agency), come già ricordato da Maurizio Baiata.

Riporto brevemente cosa McClelland ha scritto per The Canadian:

<<[...] Did the Roswell Incident in fact happen, was an alien craft recovered along with alien bodies? Did you have a chance to go to the crash site?>>

German scientist Von Braun was at Roswell during UFO crash,
by Clark C. McClelland , The Canadian, August 2007

Ed ecco cosa avrebbe risposto Von Braun, secondo la testimonianza di McClelland:

<<[...] Dr. von Braun explained how he and his (unnamed, for now) associates had been taken to the crash site after most of the military were pulled back. They did a quick analysis of what they found. He told me the craft did not appear to be made of metal as we know metal on earth. He said it seemed to be created from something biological, like skin. I was lost as to what he indicated, other than thinking perhaps the craft was "alive." >>
ibidem

Dunque, secondo la testimonianza di un ex tecnico NASA dalle comprovate credenziali, lo scienziato tedesco Von Braun fu presente a Roswell con altri scienziati per ispezionare il misterioso oggetto volante precipitato nei pressi della cittadina del Nuovo Messico, durante l'estate del 1947. E che non si trattasse di qualcosa costruito dai Sovietici o dei resti di un semplice pallone sonda, lo si evince da quanto Von Braun riferì all'ingegnere aerospaziale:

<<[...] The recovered bodies were temporarily being kept in a nearby medical tent. They were small, very frail and had large heads. Their eyes were large. Their skin was greyish and reptilian in texture. Dr. von Braun said it looked similar to the skin texture of rattle snakes he'd seen several times at White Sands >>
ibidem

Stando alle parole di McClelland, Von Braun avrebbe visto alcuni corpi durante l'ispezione del veicolo alieno; corpi molto piccoli, dalle grandi teste e dai grandi occhi. La loro pelle era grigiastra e di struttura simile a quella dei rettili.
Auguriamoci allora che presto grandi nomi del mondo scientifico e politico si aprano su tematiche di importanza capitale per il futuro della civiltà umana.

© Luca Scantamburlo