martedì 4 novembre 2008

APPROFONDIMENTI SUL CASO APOLLO 20


COORDINATE LUNARI, COMUNICAZIONI RADIO, LANDING POINT DESIGNATOR E DIMENSIONI DEL MISTERIOSO OGGETTO


di Luca Scantamburlo



COORDINATE DI LATITUDINE E LONGITUDINE DEL MISTERIOSO OGGETTO

Nella controversa questione dell'Apollo 20 ho cercato di capire se fossero coerenti i dati di coordinate forniti nei sottotitoli del filmato <>, caricato su YouTube dal presunto William Rutledge o dai suoi collaboratori africani. Ebbene, i dati sono solo in parte coerenti con la posizione del misterioso oggetto sigariforme adagiato sulla faccia nascosta della Luna.

I sottotitoli dicono: Nose: 17.3 deg S, 117.62 deg E; Cockpit: 17.25 deg S, 117.62 deg E; Base: 17.20 deg S, 117.62 deg E. Intanto sottolineo che è plausibile dare più coppie di coordinate poiché l’oggetto da localizzare è gigantesco. Inoltre, ciò che balza subito agli occhi è che la coordinata che varia è la sola latitudine, mentre la longitudine rimane invariata. Questo significa che chi ha preparato i sottotitoli al video, afferma implicitamente che l’oggetto è appoggiato lungo l’asse Nord-Sud. Ci sono riscontri dalle foto ufficiali NASA? Ho controllato e la risposta è affermativa. L’oggetto è orientato proprio lungo l’asse Nord-Sud. Abbiamo tuttavia un’incongruenza rispetto alla latitudine. I dati forniti da “retiredafb” su YouTube ci indicano che l’oggetto dovrebbe avere la “prua” (se con il termine inglese <> intendiamo la prua) rivolta a sud rispetto alla poppa, posta più a nord.

Invece le foto ufficiali scattate dall’Apollo 15 e 17 dicono il contrario: la cosiddetta “prua” è a nord della poppa, quindi ha un valore di latitudine inferiore. Infatti man mano che si scende rispetto all’equatore lunare, cresce il valore di latitudine Sud in valore assoluto (il valore si indica con il segno -, oppure si scrive il valore numerico seguito da Sud). Può darsi che i valori forniti siano esatti, ma in tal caso bisognerebbe assegnarli all’inverso rispetto alle singole parti dell’oggetto. Ci chiediamo: questa incongruenza è un semplice errore oppure è voluta? Altro dato interessante è costituito dal fatto che i sottotitoli ci dicono che la base della presunta astronave è sepolta nella polvere.

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COMUNICAZIONI RADIO FRA VANDENBERG AFB E MODULO LUNARE LM-15?

Ora veniamo alle pretese comunicazioni radio fra il LM-15 e la base di Vandenberg (rimando il lettore alla mia intervista con W. Rutledge per il significato della sintassi della presunta comunicazione – vedi UFO Notiziario nr.70).

Ho ricevuto nei mesi scorsi con grande piacere alcune educate e molto acute lettere critiche di un giovane residente a Firenze: il neodiplomato diciannovenne Francesco Faleg, che mi ha autorizzato a citarlo pubblicamente. Egli, a cui faccio i miei più sinceri auguri per un brillante inizio di carriera universitaria, mi ha scritto quanto segue:

<<[…] sono rimasto colpito dal suo articolo relativo alla presunta missione "Apollo 20", ma riflettendo e visionando i video (in particolare mi riferirò a "Alien spaceship on the moon flyover bef. landing Apollo 20") mi è sorto un dubbio: com'è possibile che l'Apollo 20 fosse in grado di comunicare con la base di Vandenberg pur trovandosi del tutto coperta dalla stessa Luna? Nessuna onda elettromagnetica avrebbe potuto giungere sulla Terra, come si spiega? Anche se effettivamente non ricevono risposta, gli astronauti si stanno rivolgendo alla base di Vandenberg... a questo punto 1) o era presente un satellite seleno-stazionario che permetteva le comunicazioni 2) oppure gli astronauti stavano registrando ciò che osservavano (ma perchè dire allora "Vandenberg"?) 3) oppure un falso ben mascherato?>>

Dubbi importantissimi e legittimi che io non mi ero ancora posto. Dai sottotitoli si evince che durante la discesa del modulo lunare almeno in tre occasioni la base di Vandenberg si sarebbe rivolta all’equipaggio del LM-15, il “Phoenix”, che avrebbe avuto a bordo A. Leonov e lo stesso William Rutledge. Voglio però sottolineare che proprio all’inizio dei presunti dialoghi si dice: <>. Ora Tiros è l’acronimo per Television Infrared Observation Satellite, e si tratta della sigla del primo satellite metereologico lanciato in orbita polare dagli Stati Uniti (aprile 1960). La voce corrispondente della Biblioteca del Sapere (Corriere della Sera – Rizzoli Larousse) ci dice, al volume 21 della collana, che fra il 1° aprile 1960 ed il 1965 altri nove “Tiros” furono messi in orbita. Una serie di satelliti che spalancò la strada ai successivi “Essa” e “Nimbus”. Tuttavia un altro testo ci dice che un “Tiros” fu lanciato persino nel 1988, <> (L’esplorazione dello spazio, ibidem, pag.45).

È possibile allora che una costellazione di “Tiros” (adattati al caso) sia stata lanciata ai primi anni ’70 per stazionare in orbita attorno alla Luna e consentire le comunicazioni fra la Terra e un eventuale equipaggio allunato sulla faccia nascosta della Luna? Se invece ciò o qualcosa di simile (Francesco Faleg parla giustamente di un satellite “seleno-stazionario che permetteva le comunicazioni”) non fosse stato fatto, allora è evidente che i presunti dialoghi del filmato di YouTube non possono aver avuto luogo.

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FINESTRA DI LANCIO E PERIODO OTTIMALE PER L’ALLUNAGGIO

Veniamo ora al periodo del presunto allunaggio. Scrive sempre il nostro attento lettore Francesco Faleg:

<< […] La data della presunta missione è ugualmente oscura, nella sua intervista retiredafb non risponde in modo diretto alle sue domande (lei a un certo punto chiede quando avvenne il lancio, ma non ottiene risposta alla fine). Tuttavia forse è possibile restringere l'intervallo di tempo: si nota facilmente che la superficie è illuminata almeno parzialmente ( lo si deduce anche dalle ombre) quindi era un periodo in cui il lato nascosto della Luna era illuminato. Questo trova perfettamente riscontro se si confrontano i luoghi e le date dei vari allunaggi delle precedenti missioni con un banale calendario delle fasi lunari: le missioni erano pianificate per avere sempre luce solare disponibile, un ragionamento quasi ovvio. Ho ottenuto questi dati attraverso il programma "Pianeti Lontani 5" della Finson, un programma che permette di vedere le fasi lunari in tempi anche lontani (come gli anni '70); in seguito li ho confrontati con i luoghi di allunaggio consultabili qui http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/moon_landing_map.jpg In breve la missione Apollo 20, nel caso sia esistita veramente, deve essersi svolta in un periodo preciso, quando il lato nascosto aveva luce e il lato visibile non ne aveva. Nell'Agosto 1976 possiamo identificare una finestra di lancio adeguata. Presupponendo una durata della missione di 4 giorni (possiamo ipotizzarla, data l'importanza della missione) una luminosità ideale si sarebbe avuta allunando il giorno Domenica 22 Agosto per poi ripartire giovedì 26 Agosto. Non essendo preveggente, possiamo comunque indicare il periodo compreso fra il 22 e il 27.>>

da una e-mail di Fracesco Faleg a L. Scantamburlo (2007).

A me pare d’aver inteso che l’Apollo 20 partì da Vandenberg il 16 agosto 1976. Quindi il modulo di Comando e Servizio ed il LEM avrebbero raggiunto la Luna 3-4 giorni dopo, e dunque attorno al 19-20 agosto 1976, proprio in corrispondenza dell’inizio del favorevole periodo individuato prima. Rutledge, inoltre, ha affermato che rimasero sulla Luna per <<7>> (UFO Notiziario, nr.70, agosto-settembre 2007, pag.50).

Poiché Francesco mi è sembrato un giovane onesto e molto in gamba, gli ho gentilmente chieso di verificare se attorno o subito dopo la data del 23 gennaio 1976 vi era un periodo di luce sulla faccia nascosta della Luna. Si tratta della data di morte (che ho trovato in una biografia on line) del presunto astronauta che, stando a quanto mi ha rivelato Rutledge, avrebbe fatto parte dell’Apollo 19.

Ebbene Francesco, impiegando sempre il medesimo software <> della Finson SpA (per Windows 95/98), ha trovato che


<<[…] Effettivamente, solo 2 giorni dopo, si verificavano le condizioni ottimali per un allunaggio sul lato nascosto della Luna, poiché Domenica 25 Gennaio approssimativamente i ¾ del lato oscuro erano illuminati. Una condizione sufficiente, come dimostrato dalle precedenti missioni, per poter allunare; il venerdì successivo, 30 Gennaio, si verificò un novilunio, quindi sull’altro lato era presente la massima luminosità. Nel caso sia esistito, se fosse atterrato, il modulo lunare avrebbe potuto rimanere sulla Luna fino a Mercoledì 4 Febbraio, limite massimo, sia ipotizzando le risorse disponibili, sia considerando la luce sul nostro satellite. Ovviamente le date del possibile allunaggio oscillano, poiché non possiamo sapere quale fosse la posizione dell’Apollo il 23 Gennaio. Prima di trarre conclusioni, bisogna comunque verificare la veridicità delle affermazioni ufficiali sulla morte dell’astronauta del quale Rutledge le ha rivelato il nome. Tuttavia esprimo alcuni dubbi al riguardo: sia Stephanie Ellis, sia il suddetto astronauta, sia l’altro membro dell’equipaggio, se è vera la storia, sono morti ovviamente lo stesso giorno; ma dubito che le autorità abbiano indicato la stessa data su documenti ufficiali. Sarebbe stato controproducente: tre astronauti che per cause naturali (notare che erano tutti piuttosto giovani) muoiono lo stesso giorno? Una coincidenza che, se emersa, avrebbe destato troppi sospetti.>>

Le Autorità, aggiungo io, in caso di incidente non avrebbero dovuto annunciare proprio niente perché la stessa missione (classificata) non era stata annunciata ai mass media. Inoltre la persona in questione che sarebbe deceduta con la misconosciuta Stephanie Ellis ed il terzo membro dell’equipaggio, non era un americano; fu una persona nota ed accreditata, addestrata a volare nello Spazio ma specializzata in un ambito disciplinare non ingegneristico o chimico-fisico. Non so se sia opportuno rivelare il suo nome.
Voglio prima almeno portare a termine le mie indagini giornalistiche ancora in corso.


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LANDING POINT DESIGNATOR

Grazie ad un sito web tedesco viene risolto il mistero dei numeri che scorrono sul video del presunto sorvolo del LM-15. Si tratterebbe (se il filmato è autentico) della presenza del cosiddetto Landing Point Designator, un reale strumento applicato sui due finestrini triangolari del Modulo di Escursione Lunare. Una foto che lo ritrae è visibile presso il sito NASA: http://www.hq.nasa.gov/alsj/lpdin.jpg A proposito dei numeri del L.P.D. Rutledge aveva affermato: <<[…] Questi marchi sono su entrambe [...] le finestre, può verificarlo su un sito della NASA. Per favore lo verifichi su un sito genuino della NASA, (sono divampato quando qualcuno l'ha verificato sul film Apollo 13) i contrassegni avevano uno speciale angolo di inclinazione. Se lei controlla, lei avrà un'idea della mia precisa posizione durante questa sequenza.>> (UFO Notiziario, risposta nr. 20-21, pag. 52).

Su questo aspetto tecnico Rutledge ha dimostrato una conoscenza abbastanza approfondita, a prescindere dalla veridicità del filmato, ed il suo invito a verificare su un sito della NASA è stato evidentemente seguito da qualcuno. Sul sito tedesco, tuttavia, si esprimono fortissime perplessità in proposito, e si considera il filmato non compatibile con la reale presenza di tale strumento per effettuare un corretto allunaggio.

http://moredread.blog.de/2007/06/05/alien_raumschiff_auf_der_ruckseite_des_m~2398516

Il saggista e giornalista Gianfranco Degli Esposti ha gentilmente tradotto per me la critica in lingua tedesca. Eccovi un passo della sua traduzione: <>.

Il LPD si trova in corrispondenza dei due finestrini triangolari del Modulo di Escursione Lunare della Grumman, e non dell’oblò che è invece una caratteristica del Modulo di Comando e Servizio. Attaccando una telecamera al finestrino non si vedrebbe la forma di esso. Legittimo invece chiedersi perché nel filmato i numeri scompaiano all’improvviso. Può darsi che ciò avvenga perché la seconda parte è non genuina, mentre a mio giudizio ci sono maggiori probabilità che sia autentica la prima: quella del sorvolo sopra la piana di Fermi.

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L’AIR FORCE SPACE COMMAND NACQUE NEL 1982

Veniamo all’introduzione del filmato (un inganno) della “Città”. Vi sono due emblemi: quello della NASA e quello dell’Air Force Space Command. Ebbene, la missione Apollo 20 se autentica si svolse sotto l’ala dell’USAF, poiché l’Air Force Space Command nel 1976 non esisteva ancora. Nacque nel 1982, e guarda caso è proprio l’anno a cui si riferisce William Rutledge nell’intervista quando parla del periodo in cui furono realizzate alcune delle copie dei filmati in suo possesso (vedi UFO Notiziario nr.70, pag. 49, risposta nr.9). Una semplice coincidenza? Del resto Rutledge ha sempre nominato l’USAF e non l’Air Force Space Command. Inoltre proprio questo video con tale emblema è non veritiero.



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LE DIMENSIONI DEL MISTERIOSO OGGETTO SULLA LUNA

Oltre a Francesco Faleg ringrazio pubblicamente l’argentino Salvatore Valentin Carta il quale, su suo permesso scritto, mi consente di diffondere il suo lavoro di ricerca sull’enigmatico dettaglio ritratto dalle immagini NASA ufficiali delle missioni Apollo.
S. V. Carta ha lavorato sull’immagine dell’Apollo 15 catalogata AS15-M-1333. Usando i software PixInsight, Envi 4.2, AutoCad e Photoshop SC2 ha stimato per l’oggetto anomalo le seguenti dimensioni: una lunghezza di 3370 metri (inclusa la parte eventualmente sepolta?) ed una larghezza di 510 metri. Mi pare d’aver capito che l’errore sui valori ottenuti è di una cinquantina di metri (ma non ci giurerei).
William Rutledge, nei suoi commenti su YouTube, per l’astronave madre aveva parlato di una lunghezza approssimativa di 4 km.

© Luca Scantamburlo 18 Settembre 2007





ERRATA CORRIGE: In questo scritto, sopra riportato, il professor Gianfranco Degli Esposti è stato definito per errore "giornalista". In realtà alla data del presente scritto egli non è iscritto all'Albo. Pertanto è più corretto parlare di collaboratore giornalistico. Mi scuso con i lettori.
L. Scantamburlo
Ottobre 9, 2007




AGGIORNAMENTO

Ottobre 2008

Stimolato da altri che hanno cercato di determinare le dimensioni del misterioso e davvero imponente oggetto sigariforme adagiato sulla faccia nascosta della Luna, ho personalmente trovato la seguente dimensione di lunghezza: 4,80 km; si veda in proposito - per i dettagli sul ragionamento ed i mezzi utilizzati - il mio scritto in inglese diffuso nell'anno 2007 ed intitolato:

Apollo 19 and 20: New Clues and Revelations on the Case

di Luca Scantamburlo

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Il seguente testo (qui non integrale, in quanto privo di note, figure e foto) è stato redatto come sinossi di studio e distribuito a mano da Luca Scantamburlo - presente per l'occasione in qualità di relatore - ai presenti del convegno intitolato Ombre aliene sulla Terra e sulla Luna, convegno tenutosi nella città di Lucca domenica 28 ottobre 2007 (organizzazione: Gruppo Ricerche Ufologiche SHADO, 7° Convegno Ufologico Toscano, “Città di Lucca”).
L.S. ottobre 2008



IL CASO APOLLO 20: FRA INGANNI E VERITÀ

a cura di Luca Scantamburlo

Da alcuni mesi mi sto occupando di un caso intrigante e che si sta rivelando molto controverso. L’estate scorsa la rivista UFO Notiziario (nr.70, agosto-settembre 2007) ha presentato al pubblico italiano un’intervista a mia firma e concessami in Rete da un utente di YouTube chiamato "retiredafb” (William Rutledge), a suo dire presunto ex pilota di test di volo di origine belga scelto come comandante dell’Apollo 20: una segreta missione spaziale sulla faccia nascosta della Luna avvenuta nell'agosto 1976 (lift-off il 16 agosto 1976, dalla Vandenberg AFB) – con tecnologia NASA e sotto l’egida della U.S.A.F. (l’Aeronautica militare statunitense). Il tutto in collaborazione con i Sovietici. Oggi W. Rutledge avrebbe 77 anni e risiederebbe (con una nuova identità) in Ruanda. Purtroppo non ho potuto controllare le sue credenziali, né ho mai avuto uno scambio di posta elettronica (e-mail) con il suddetto personaggio.
Il vasto e variegato materiale fotografico, audio e video diffuso su YouTube dal 1° aprile 2007 fino al giugno scorso, presenta contaminazioni audio e contiene almeno un elaborato inganno (il cosiddetto video della “City”), costruito giustapponendo vecchio materiale documentale NASA con materiale di provenienza ignota, e filmando il tutto spacciandolo per un girato d’epoca di una pretesa E.V.A.
Nondimeno “retiredafb” ci ha presentato anche alcuni dettagli di autentiche foto NASA (di pubblico dominio) e materiale apparentemente d’archivio ed inedito relativo ad operazioni condotte presso piattaforme di lancio spaziale nordamericane. Come ne è entrato in possesso ed a quali missioni esse si riferiscono? Chi sono i presunti astronauti che si vedono in uno dei filmati? (Quest’ultimo video oggi non è più disponibile perché è stato rimosso dallo stesso utente). Essi sembrano privi della canonica bandiera a stelle e strisce da sempre cucita sulla spalla delle tute degli astronauti NASA. Possibile allora che si tratti proprio della testimonianza di una missione spaziale classificata?
Attualmente sto svolgendo delle indagini a tutto campo in collaborazione con un artista israeliano ed un cittadino americano che si sono appassionati alla vicenda leggendo i miei articoli in inglese che ho diffuso in Internet sin dalla fine di maggio 2007.

Gli indizi in cui mi sto imbattendo suggeriscono che probabilmente almeno una missione spaziale segreta sulla Luna effettivamente ebbe luogo per esplorare il misterioso ed enorme "oggetto" anomalo presente sulla faccia nascosta del nostro satellite naturale, e visibile su alcune foto panoramiche scattate dagli equipaggi delle missioni Apollo 15 e 17, all’inizio degli anni ‘70. Sono dell’opinione che il presunto William Rutledge rientri effettivamente in un apparente progetto di disclosure, seppur non ufficiale. Resta da capire il suo ruolo e la sua identità, sulla quale per ora sospendo il giudizio. Alla luce delle ultime riflessioni la possibilità di una colossale burla o frode esiste ma è piccola, a mio avviso, per il fatto che proprio la suddetta “gola profonda” ha indicato la presenza sulla Luna di un misterioso oggetto dotato di simmetria ed apparentemente avulso dal paesaggio. Che io sappia, in precedenza nessuno ne aveva mai discusso pubblicamente in maniera così accesa ed approfondita.
Anche se il misterioso “retiredafb” si rivelasse un millantatore e le missioni Apollo 19 e 20 da lui indicate non avessero mai avuto luogo, l’anomalia lunare continuerebbe a persistere con il suo fardello di domande.
Naturalmente visti gli sviluppi del caso in me è cresciuta man mano anche la sensazione che egli possa essere un impostore (e di questo ho discusso anche nei nostri dialoghi privati), ma l’enorme oggetto da egli indicato (documentato fotograficamente) e la sua non indifferente conoscenza di aspetti tecnici del volo spaziale del programma Apollo (compresi presunti retroscena storici poco noti riferitemi come prova della sua identità) hanno contribuito a tenere acceso in me il motore della curiosità e del dubbio.


Il caso Apollo 20 sembra così essere una tappa della cosiddetta "strategia della confusione" già discussa dal dr. Roberto Pinotti (un "rivelatore" diffonde elementi apparentemente autentici mescolati a falsi e contaminazioni), con la quale si stimola il pubblico al dibattito senza allarmarlo e senza condurre necessariamente a scomode domande rivolte alle Autorità. Alla fine, alcune informazioni vengono comunque veicolate ed il pubblico risulta sempre più allenato al confronto con l'ignoto e l'alterità massima.
Vi presento in queste pagine alcune note, riferimenti e coordinate per orientarvi in questo complesso caso. Mi auguro che vi siano d’aiuto per formarvi una Vostra opinione e darvi lo spunto per ulteriori approfondimenti che potrete compiere in autonomia e/o consultando amici ed addetti ai lavori, non solo del campo ufologico, ma anche di altre discipline ed ambiti.


Se veramente viviamo nella società della conoscenza e della comunicazione globale, governata da nuovi paradigmi del sapere, siamo allora tutti chiamati alla formazione ed all’educazione delle nuove generazioni che, ci si augura, sappiano un giorno edificare un domani meno conflittuale; e siano preparate a confrontarsi con le alterità massime.

© L. Scantamburlo Lucca, 28 ottobre 2007