martedì 11 novembre 2008

BANCAROTTA per la GENERAL MOTORS???


La situazione della General Motors precipita. E la bancarotta si fa incredibilmente vicina. "Incredibilmente" perché questa non è una normale casa automobilistica ma il simbolo stesso dell'industria dell'auto, la più grande azienda del mondo, un colosso presente in 200 paesi e che in cento anni di storia ha venduto poco meno di mezzo miliardo di veicoli.

Eppure, come spiega nel dettaglio l'edizione on line del Financial Times, Rod Lache, analista di Deutsche Bank, ha appena bollato le azioni GM come "prive di valore", consigliando gli investitori di non comprare proprio in vista di una prossima bancarotta.

La previsione, così pessimistica, deriva dal fatto che il già annunciato accordo con la Chrysler (che ha fatto volare brevemente il titolo in Borsa) e gli aiuti governativi hanno tempi un po' lunghi. Mentre la General Motors ha stringenti problemi economici che deve necessariamente risolvere entro dicembre. La fine del 2008 sembra insomma una data cruciale per il colosso Usa. Che nel frattempo reagisce annunciando un nuovo taglio della forza lavoro nelle sue fabbriche di 1.900 dipendenti. Un taglio che si aggiunge a quello - di 3.600 lavoratori - reso noto lo scorso venerdì. L'obiettivo è quello di tagliare i costi e sopravvivere alla crisi più profonda mai attraversata dalla società che nel terzo trimestre del 2008 ha subito una perdita di 2,5 miliardi di dollari, e che rischia di esaurire le sue riserve di liquidità prima della fine dell'anno.

Ora tutti gli occhi sono puntati sugli aiuti governativi: durante la visita di ieri alla Casa Bianca, il presidente americano eletto, Barack Obama, e quello uscente, George W. Bush, hanno avuto una discussione sull' industria automobilistica, per la quale Obama ha chiesto all' interlocutore un piano urgente di sostegno, che quest'ultimo invece vorrebbe condizionare all'approvazione da parte del Congresso dell'accordo sul libero commercio con la Colombia. Le indiscrezioni sono pubblicate oggi sul sito dell' 'International Herald Tribune', che cita "consiglieri di Obama".

"Bush durante l'incontro (alla Casa Bianca) ha fatto sapere che potrebbe appoggiare alcuni aiuti e un più ampio pacchetto di stimoli se Obama e i democratici al Congresso faranno cadere la loro opposizione all' accordo di libero scambio con la Colombia, un provvedimento per il quale Bush ha lottato a lungo, secondo fonti informate dell'incontro", scrive il 'Tribune', che ricorda che "l' amministrazione Bush, che ha promosso un cospicuo intervento a favore delle imprese finanziarie, si è opposta a consentire all'industria automobilistica di attingere ai 700 miliardi di dollari di fondi di sostegno malgrado la scorsa settimana la General Motors abbia dato segni che potrebbe non sopravvivere alla fine dell'anno".

Le stesse fonti democratiche hanno indicato all' 'International Herald Tribune' che "nè Obama nè i leader al Congresso sono disposti ad avallare con Bush il patto colombiano", al quale i democratici si oppongono per le violazioni dei diritti umani denunciati nella Colombia di Alvaro Uribe, e dovranno quindi "probabilmente attendere che Obama assuma il potere il 20 gennaio". Per allora, però, per la GM potrebbe essere troppo tardi e in ogni caso una cosa è certa: le sorti della più grande azienda del mondo sono legate ora a problemi politici, allo scambio fra il trattato con la Colombia e gli stimoli all'economia proposto dai repubblicani.