lunedì 8 dicembre 2008

Animali: maschi in pericolo.


ROMA - L'inquinamento da sostanze chimiche colpisce soprattutto i maschi delle specie animali, riducendo la loro fertilità, rimpicciolendo i loro organi sessuali e aumentando i casi di ermafroditismo (la presenza di organi sessuali di entrambi i sessi). Lo denuncia una ricerca della ong britannica Chemtrust (www.chemtrust.org.uk), che ha esaminato più di 250 studi scientifici da tutto il mondo, come riferisce oggi il quotidiano The Independent.

"I maschi delle specie di ciascuna delle classi principali di animali vertebrati (pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi) - spiega la ricerca - sono stati colpiti da sostanze chimiche nell'ambiente. La femmilizzazione dei maschi di numerose specie vertebrate è oggi un evento largamente diffuso".

Si va dei pesci dei fiumi britannici che sviluppano uova nei loro testicoli (pare per la presenza di ormoni femminili delle pillole anticoncezionali scaricati nelle fogne) alle rane rospo maschio della Florida, che nelle zone più coltivate (e riempite di pesticidi) diventano ermafrodite nel 40% dei casi.

Sempre in Florida, gli alligatori esposti a pesticidi hanno livelli più bassi di testosterone, testicoli anormali, peni più piccoli e difficoltà riproduttive.

Gli storni del sudovest dell'Inghilterra che mangiano vermi contaminati da ormoni femminili delle fogne cantano con una voce più acuta e maggior virtuosismo. Sintomi di femminilizzazione (presenza di ormoni femminili, organi sessuali maschili rimpiccioliti) sono stati trovati in pesci di tutti i mari del mondo, dal Giappone al Mediterraneo, nelle tartarughe dei Grandi Laghi, fra Usa e Canada (zona ad alta densità industriale), nei gabbiani e nei falchi pellegrini.

Al Polo Nord, sono stati scoperti orsi bianchi ermafroditi. Le lontre e i topi esposti all'inquinamento da policlorobifenili (PCB, al bando, ma ancora diffusi) hanno testicoli e peni rimpiccioliti. I beluga e le orche canadesi più esposte ai PCB hanno difficoltà a riprodursi. "Le prove della ricerca suonano un campanello d'allarme" ha commentato l'endocrinologo dell'Università di Exeter Charles Tyler.

"Abbiamo lanciato 100 mila prodotti chimici contro un sistema ormonale finemente bilanciato - ha aggiunto uno dei maggiori esperti al mondo di sostanze mutagene, il professor Pete Myers -. Non è sorprendente che vediamo gravi risultati". Il professor Lou Gillette dell'Università della Florida commenta che "se vediamo problemi nella vita in natura, possiamo preoccuparci che qualcosa di simile stia avvenendo ad una percentuale dei maschi umani".

The Independent cita a proposito altre ricerche, che rivelano che i figli di madri esposte agli ftalati hanno peni più piccoli e testicoli non discesi, che le comunità più inquinate da sostanze mutagene (fra le quali l'Italia) generano più femmine che maschi e che perfino la produzione di sperma in venti paesi è crollata in 50 anni da 150 milioni di millilitri a 60.

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