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venerdì 17 aprile 2009
La “Luce” nel suo significato Kabbalistico.
La parola “luce” ci fa ricordare innumerevoli tipi di associazioni mentali positive. Ma nella Kabbalah la luce è la cosa più elevata che possiamo concepire – essa è, in effetti, una qualità del Creatore stesso.
“E Dio disse”, ‘che sia Luce, e la Luce fu”, “la luce alla fine del tunnel”, “tu sei la luce della mia vita”, “ho visto la luce”. Se aveste preso nota di tutte quelle volte che avete sentito parlare di “luce” giorno per giorno, trovereste centinaia di riferimenti ad essa, in una forma piuttosto che in un’altra.
Espressioni quali “alla luce di”, “gettare la luce su”, “illuminato” e “radioso” sono delle metafore che vengono spesso usate per descrivere i pensieri a proposito della saggezza, della speranza e della bontà. Normalmente usiamo l’espressine “una persona illuminata” per descrivere qualcuno che è saggio o che è in grado di vedere il mondo da un punto di vista unico.
Ci piace la luce del sole e progettiamo le nostre vacanze in posti dove ci possiamo rilassare e godere dei suoi raggi. Siamo attratti dal calore della luce del fuoco nel camino e ci uniamo attorno alla luce dei falò. Come essere umani spesso ci relazioniamo con la luce da un punto di vista emotivo e quasi sensuale.
Ė difficile immaginare che gli scienziati, dopo migliaia di anni di ricerca, non siano ancora arrivati ad una conclusione certa sulla natura della luce. Tuttavia non ci sono dubbi sul fatto che la luce sia la fonte della vita sulla Terra.
Non è un caso che proprio l’idea di Luce produca delle sensazioni così profonde. La saggezza della Kabbalah ci insegna che, in effetti, esiste una “Luce Spirituale” che ci condiziona, anche se non siamo coscienti della sua presenza. La luce è la qualità della forza che ci ha creati – il Creatore.
Il grande Kabbalista del XVI secolo, Isaac Luria (l’Ari), scrisse nel suo libro, L’albero della vita:
“Sappi che, prima che le emanazioni fossero emanate e le creature create, la semplice Luce Superiore colmava tutta l’esistenza. Non esisteva nessun posto libero né di aria vuota e né spazio, ma tutto era colmo di quella semplice Luce dell’Ein Sof- Infinito.”
Qual è la natura della Luce spirituale? Esattamente come la luce fisica essa ci dà soddisfazione da un punto di vista fisico, in quanto ci mette a nostro agio e ci dona calore, così come appaga le nostre necessità spirituali, che sono le necessità delle nostre anime. I Kabbalisti ci spiegano che mentre viviamo in questo mondo, è possibile riempire la nostra anima con la Luce Spirituale e quindi fare l’esperienza di una gioia e di un appagamento infiniti.
Man mano che l’ anima di una persona si riempie di luce, si comincia a percepire un regno interiore chiamato “il Mondo superiore”, ed a percepire dei fenomeni che sono completamente al di là di quello che conosciamo dall’interno del mondo fisico. In che senso il Mondo Superiore è diverso dalle nostre normali percezioni? In questo mondo, tutte le nostre percezioni si sviluppano naturalmente grazie ai nostri cinque sensi.
E, tuttavia, è evidente che siamo soggetti a diverse forze della natura, che per noi sono invisibili. L’ossigeno che respiriamo, per esempio, è invisibile, ma senza di esso non potremmo sopravvivere nel mondo fisico. Allo steso modo, il Mondo Superiore è una zona della realtà che non è percepibile dai nostri cinque sensi, ma che cominciamo a percepire quando le nostre anime si riempiono di Luce spirituale.
Il Dr. Jeffrey Satinover, uno degli scienziati che ha contribuito alla realizzazione del film, “Che cavolo ne sappiamo!?”, ci spiega questo concetto dal punto di vista della fisica quantistica: “La teoria quantistica ci dimostra che c’è qualcosa al di fuori del mondo fisico, e che questo qualche cosa ha un funzionamento che va ben oltre quello di un semplice meccanismo.”
Questo è il motivo per cui la Kaballah è anche chiamata “la saggezza delle cose nascoste” – perché essa ci svela quella parte della realtà che è nascosta ai nostri cinque sensi. Essa è un metodo che ci mette in condizione di riempire le nostre anime con la Luce, nonché di percepire sia il Mondo Superiore che il nostro mondo.