mercoledì 8 aprile 2009

dal forum di nibiru2012.it


Re:TERREMOTO NEL CENTRO ITALIA
by Tatiana 2 Ore, 56 Minuti fa
Questo evento, il terremoto, ha davvero portato la morte nei nostri cuori.
Abbiamo trascorso le giornate di lunedì e martedì a sperare che si trattasse solo di un sogno, di una specie di allucinazione collettiva...
L'aria qui da noi è strana: rarefatta e sospesa.
E comunque la si guardi, non c'è nessun possibile lieto fine, da nessuna parte, per nessuno: non c'è per tutte le persone che sono morte, per i loro cari, per coloro che hanno perso ogni cosa, per L'Aquila, che non esisterà mai più come prima, per la nostra storia e la nostra eredità di abruzzesi... Tutto spazzato via in un soffio...
Ci si può solo rassegnare, chinare la testa ed accettare: come si fa con le albe, i tramonti, le stelle… Tutte cose che forse possiamo capire ma non certo governare.
Siamo talmente abituati a controllare e a voler controllare ogni cosa sempre ed ovunque che ora, anche per un evento del genere, siamo alla ricerca di qualcuno o qualcosa cui addossare la colpa. Anche se capiamo che, in un certo modo, questo possa essere liberatorio.

Il grandissimo dolore deriva dal fatto che quella colpita è una città che amiamo moltissimo, è (in quanto abruzzesi) la nostra casa, il nostro luogo del cuore. E' la nostra storia: quello che siamo stati secoli fa, quello che avremmo voluto essere per i prossimi millenni; è il sogno più bello d'Abruzzo, fatto di arte e poesia, di bellezza dell'uomo che si fonde con la bellezza della natura.
Una cosa che colpiva sempre dell'Aquila, nei pomeriggi luminosi di primavera, era la vita che si riversava nelle sue vie e sulle sue piazze: un fiume di giovani e di ragazzi festanti che sembrava poter essere profeta solo di un futuro splendido e sereno. Una scena talmente palpitante che stupiva sempre i turisti che vi portavamo. E noi ne eravamo orgogliosi, orgogliosi che quella fosse anche casa nostra.

Sono giorni tristi, giorni che non avremmo mai voluto vivere. Non vedremo più i visi e non sentiremo più le voci di alcuni amici perduti, non rideremo più con loro passeggiando su Corso Federico II, non saliremo più sulla torre di Santo Stefano, non passeremo più sotto Porta Napoli nè sosteremo dinanzi a Santa Maria a Paganica. Ma quei momenti vissuti e quei luoghi vivranno nella nostra memoria e, ancor di più, nei nostri cuori. E torneremo ad incontrare quegli amici ed a percorrere quelle vie per sempre nei sentieri dei nostri ricordi.

Ed un giorno, che sarà meraviglioso, promettiamo che prepareremo un viaggio bellissimo alla scoperta dell'Aquila tornata a volare. Che torneremo lì per scoprire un luogo ancora più bello di quello che era, che vi meraviglieremo ancora nel raccontarvi le storie di Pietro del Morrone, di Bernardino e Giovanni da Capestrano, le gesta dell'eroico Lalle Camponeschi, la dolcissima vicenda di Maria Pereira.
Ed in quella bellezza ritrovata, renderemo eterno il ricordo di tutti quegli amici, fratelli abruzzesi, scomparsi dal mondo ma mai dai nostri cuori.

Un grande abbraccio.