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domenica 20 febbraio 2011

Problemi alle comunicazioni radio per la tempesta solare.


Sta creando notevoli problemi alle comunicazioni radio la tempesta solare che in queste ore sta letteralmente bombardando la Terra.

Si tratta della maggiore eruzione solare degli ultimi 4 anni, mostrata da queste immagini della Nasa. Le radiazioni, fanno sapere dall'ente spaziale americano, stanno colpendo la ionosfera creando problemi anche alle comunicazioni via satelite.

Molte difficoltà sono state registrate già in Cina dove ci sono stati parecchi disagi nelle comunicazioni terra-aria e terra-mare.

L'attuale eruzione solare - che potrebbe evocare suggestioni catastrofiste legate alle profezie maya sul 2012 - dimostra la piena ripresa dell'attivita solare, dopo alcuni anni di abbassamento, secondo cicli di 11 anni. L'apice dell'attivita (calendario Maya permettendo) sarà raggiunto nel 2013.

TMNews.it

giovedì 17 febbraio 2011

Sole, registrata la maggiore eruzione degli ultimi 4 anni. Viste prime aurore boreali


Roma, 16 feb. (Adnkronos) - Il Sole ha emesso la sua maggiore eruzione degli ultimi 4 anni, che potrebbe nei prossimi giorni disturbare le comunicazioni radio sulla Terra, oltre ad offrire lo spettacolo di qualche aurora boreale. Lo ha osservato la Nasa, secondo cui il 'solar flare' è del tipo X, quello più potente.

L'intensa attività, riporta il sito della Bbc, è stata osservata nella notte tra il 14 e il 15 gennaio, spiegano gli esperti del Solar Dynamics Observatory e un'intensa radiazione si sta dirigendo verso il nostro pianeta. Anche il British Geological Survey ha lanciato un 'allarme geomagnetico' per i prossimi giorni, in cui anche Gps e satelliti potrebbero avere dei problemi. Le prime aurore boreali si sono già viste nel nord dell'Irlanda e della Gran Bretagna, e se ne attendono di maggiori nei prossimi giorni.

Secondo gli esperti il Sole si sta risvegliando dal punto di vista dei bagliori dopo un periodo di bassa attività durato diversi anni, e questo potrebbe essere la prima di una serie di eruzioni.

mercoledì 26 gennaio 2011

Quando scoppierà la supernova la Terra avrà due Soli.


Sono gli ultimi giorni di vita per Betelgeuse.
Al momento del suo collasso, ci sarà da divertirsi.


Per il media australiano che racconta questa storia, si tratta di qualcosa che farà diventare matti i fan di Guerre Stellari. Se non altro, perchè se succedesse quello che gli scienziati preannunciano, la terra, per un breve periodo, diventerebbe uguale a Tatooine, il pianeta su cui è cresciuto Luke Skywalker, eroe della saga dei Jedi: caratteristica principale del planetoide desertico, l’avere ben due soli.

BETELGEUSE – La Terra, è noto, ne ha uno: ma per un po’, potrebbero diventare due. Tutto dipenderebbe dalla fase terminale della vita di Betelgeuse, la più luminosa stella di Orione.
La famosa supergigante rossa nella nebulosa di Orione, Betelgeuse, sta per esplodere e la conseguente supernova potrebbe raggiungere la Terra prima del 2012, e quando succederà, tutti i nostri sogni stellari diventeranno verità. La seconda stella più grande nella nebulosa di Orione sta perdendo massa, tipico indice che sta avvenendo un collasso gravitazionale. Quando ciò succederà, avremo il nostro secondo sole, secondo il Dottor Brad Carter, ricercatore in un università australiana.

Il combustibile della stella rossa è li li per finire. Quando succederà, ne vedremo delle belle. Questa benzina mantiene Betelgeuse brillante ed operativa.
Quando questa benzina finirà la stella collasserà letteralmente su se stessa e lo farà molto velocemente. Quando succederà, vedremo una gigantesca esplosione, dieci milioni di volte più brillante del Sole.
E quando la luce arriverà sulla Terra, per pochi attimi ci saranno due Soli ad illuminare il nostro pianeta.

martedì 7 luglio 2009

SCIENZIATI RUSSI DANNO L'ALLARME PERICOLO SULLA TERRA: ALLARME TEMPESTE ELETTRICHE E GEOMAGNETICHE


Tempeste elettriche e Geomagnetiche potrebbero causare dei veri e propri black-out agli aerei di linea, aerei militari e ad altri apparati elettrici sulla superficie del nostro pianeta. Questo sembrerebbe l'inizio del film " 2012" o "The Day After to Morrow" ma e realtà.

Roma 1 Luglio 2009

Rapporti che circolano nel Cremlino ci stanno dicendo che i comandanti delle Forze aeree russe hanno rilasciato tutti gli avvertimenti possibili ma soprattutto un allarme generale, a tutti i piloti dei loro aeromobili, di esercitare "estrema cautela" in volo " soprattuto intorno a" un settore definito come Latitudine Nord 17 [Oceano Atlantico del Nord] 3 Latitudine Sud [ Oceano Atlantico del Sud] per 8 Latitudine Nord [Oceano Indiano] Latitudine Sud 19 [Oceano Indiano] tra il 46 di longitudine ovest, 33 West, 46 e 33 Oriente Oriente, e che copre la maggior parte delle Placche Tettoniche Africane

La ragione di questo avvertimento senza precedenti, dallle relazioni di Stato, sono la rapida formazione di "tempeste geomagnetiche" provenienti dai confini dell'Unione africana delle Placche tettoniche che, a causa della loro intensità, hanno causato la perdita di due grandi aerei passeggeri nel corso degli ultimi mesi facendo morire quasi 300 tra uomini, donne e bambini.

Il primo aereo ad essere abbattuto da questo fenomeno è stato l'aereo passeggeri del volo Air France 447, primo velivolo ad incontrare una di queste tempeste geomagnetiche il 1 giugno, presso il confine occidentale della Placca Tettonica dell'Africa, compresa tra Brasile e isole di Fernando de Noronha. Ciò ha comportato l'annientamento dei comandi e di tutti gli apparati elettrici di volo dell'AirBus causando la morte di 216 passeggeri e 12 membri d'equipaggio, con frammenti e pezzi del velivolo immersi nell'Oceano Atlantico.

Il secondo aeromobile ad essere stato abbattuto è stato un'altro AirBus A 310, incidente verificatosi sul confine orientale dell'Unione africana della Placca Tettonica, quando un altro di questi Magnetic Worms, o tempeste magnetiche, ha colpito il volo della Yemen Airways diretta verso l'isola della Nazione Comore in Oceano Indiano, di cui 153 dei passeggeri e membri dell'equipaggio sono morti e solo una bambina è riuscita a salvarsi. Un vero e proprio miracolo, finora.

Sebbene scienziati occidentali sostengono che la formazione di queste tempeste sia da ricollegare con l'attività solare, il surriscaldamento dei pianeti del nostro sistema solare, l'aumento dell'attività lavica e la creazione di un nuovo oceano, con pericolo di giganteschi Tsunami, gli scienziati russi, sostengono che oltre alla causa della misteriosa attività solare e alla assenza delle macchie solari, potrebbe verificarsi un periodo in cui la Terra sarà in pericolo per l'avvicinarsi dell' inversione dei poli.

Tale inversione avviene"a causa di un ancora inspiegabile, ma estremamente potente, forza gravitazionale che raggiunge l'esterno del nostro Sistema Solare e che alcuni ricercatori danno la responsabilità al misterioso Pianeta X, e che molti credono di essere una grande stella Nana Bruna, nota agli antichi con il nome di Nibiru, conosciuto anche nella Bibbia cristiana con il nome di Marduk o Assenzio (Project Wormwood).

X X X

venerdì 1 maggio 2009

Scoperte le stelle che mangiano pianeti.




A forza di indagare, talvolta si trovano anche delle sorprese sgradevoli. Questo stato d’animo deve aver attanagliato alcuni cacciatori di pianeti extrasolari, verificando con i calcoli e poi trovando riscontro diretto, che alcune stelle dopo essersi formate ed aver generato, in un certo senso, con il materiale circostante dei pianeti , se li sono pure mangiati.

PIANETA «DIVORATO» - Un gruppo di astrofisici dell’Università dell’Arizona (Brian Jackson, in particolare) a parte la constatazione di un influsso reciproco sulla velocità di rotazione e di un trasferimento da orbite lontane ad orbite vicine dei pianeti medesimi, sono arrivati alla conclusione che il pianeta Corot-7b finirà presto, in termini astronomici, (circa 25 milioni di anni) per essere inghiottito dal vicino astro dal quale dista appena 0,017 unità astronomiche (1 unità equivale a 150 milioni di chilometri). Insomma c’è un’attrazione fatale che porta all’annientamento.

PIANETA «CONSUMATO» - Ma non solo. Un'altra ricerca condotta da Helmut Lammer dell’Accademia delle scienze austriaca a Graz, ha dimostrato che c’è un’altra attività non meno divoratrice effettuata dalle stelle-madri. Scrutando il pianeta extrasolare WASP-12b che compie un giro intorno all’astro in un giorno si è reso conto che il corpo planetario era notevolmente dimagrito perdendo il 25 per cento della sua massa nell’arco degli ultimi dei due miliardi di anni di vita presunta. Per fortuna è abbastanza corpulento (è 1,4 volte il nostro Giove, il più massiccio dei pianeti del nostro sistema solare) e quindi anche se l’astro gli strappa continuamente materia con la sua possente forza di gravità ha ancora un’attesa di vita non trascurabile. Insomma, il cannibalismo non c’è solo tra gli animali: si era già visto anche tra le galassie ed ora tra stella e pianeta. La natura, dunque, non fa differenze.

giovedì 30 aprile 2009

Pianeti scomparsi.


L'intensa attrazione gravitazionale può deformare, nell'arco di milioni di anni, l'orbita dei pianeti: al di sotto di un certa distanza il pianeta può risultarne distrutto o inghiottito.
Nel corso degli ultimi due decenni gli astronomi hanno trovato centinaia di pianeti extrasolari, ora una nuova ricerca mostra in che modo molti di essi sarebbero stati inghiottiti dalle loro stelle.

"L'ipotesi che le forze gravitazionali possano avvicinare un pianeta alla sua stella è stata confermata da modelli al computer solo recentemente, ed è la prima volta che si documenta che tale processo porta alla distruzione di un pianeta", ha spiegato Rory Barnes, astronomo dell'Università di Washington.

La ricerca di Barnes, che con il collega Richard Greenberg firma un articolo sull'ultimo numero della rivista “Astrophysical Journal”, ha riguardato i pianeti molto vicini alla loro stella, oggetti che possono essere rivelati in modo relativamente semplice misurando la variazione di luminosità quando il pianeta, transitando, si trova lungo la direzione di osservazione.

Proprio in virtù della distanza molto limitata, tra il pianeta e la stella vi è un'intensa forza gravitazionale che deforma la superficie della stella con onde di marea che si sollevano dalla sua superficie gassosa.

"Le maree deformano la stella: quanto maggiore è la distorsione mareale, tanto maggiore è la probabilità che il pianeta venga inghiottito”, ha aggiunto Greenberg.

La maggior parte dei pianeti osservati al di fuori del sistema solare è simile a Giove, tranne per il fatto che si tratta di oggetti molto più massicci. All'inizio di quest'anno è stato scoperto il pianeta extrasolare denominato CoRoT-7 B che, sebbene molto più grande, è più simile alla Terra di qualunque altro pianeta osservato finora. Esso orbita intorno alla sua stella a soli 22 milioni di chilometri di distanza, inferiore a quella che separa Mercurio dal Sole.

“La sua temperatura inoltre raggiunge circa i 1400 gradi Celsius: non si tratta certo di un ambiente accogliente e, in tempi brevi per l'evoluzione del cosmo, cioè in circa un miliardo di anni, CoRoT-7 B sarà consumato.”

“Le orbite di questi pianeti evolvono lentamente, su scale temporali di alcuni di milioni di anni”, ha concluso Jackson. "Alla fine l'orbita del pianeta si restringerà a tal punto che il pianeta ne verrà distrutto, oppure la sua orbita comincerà a intersecare l'atmosfera della stella e a quel punto sarà il calore a distruggerlo."

Gli autori sperano che i risultati del loro lavoro consentano una migliore comprensione di come le stelle distruggano i pianeti e di come l'interazione gravitazionale possa influenzare le orbite planetarie, ora che l'interesse verso l'osservazione dei pianeti extrasolari ha trovano nuova linfa grazie al recente lancio del telescopio spaziale Keplero, progettato specificamente allo scopo di studiare gli oggetti che sono dimensionalmente simili alla Terra.

sabato 25 aprile 2009

Alla ricerca del pianeta perduto.



Il sistema solare potrebbe avere avuto un ulteriore pianeta, distruttosi quando ancora il sole era giovane. Il suo nome è Theia, e forse si è scontrato con la terra, formando la luna. Due sonde sono alla sua ricerca

Alessandro Murè 24 Aprile :

Le ipotesi si sprecano, fra scienza e fantascienza. Un fatto è certo: al momento ci sono due sonde nello spazio. Sono in cerca di Theia, un pianeta ipotetico, come è stato battezzato dalla Nasa stessa: "Non l'abbiamo mai visto — afferma Mark Kaiser, scienziato al Goddard Space Flight Center in Maryland, USA — ma alcuni ricercatori ritengono che sia esistito all'incirca 4.5 miliardi di anni fa e che sia entrato in collisione con la terra, formando la Luna".

Un evento concepito da Edward Belbruno e Richard Gott dell'università di Princeton. Secondo la loro ipotesi, Theia sarebbe stato delle dimensioni di Marte e, nell'impatto con la terra, avrebbe lasciato dietro di sé detriti che si sarebbero riaggregati formando la Luna.

In tal modo si spiegherebbero alcune sue caratteristiche geologiche, come le dimensioni del nucleo o la densità e la composizione dei sassi. Per la verità, l'ipotesi che qualcosa si sia scontrato con la terra non è nuova in ambito scientifico, ma non è mai stato chiarito se l'oggetto fosse un pianeta, un asteroide o una cometa.

La Nasa spera di sciogliere ogni dubbio con l'invio delle sonde gemelle Stereo, in viaggio già dal 2006. Per ora non sono state trovate tracce di Theia, ma in questi giorni le Stereo stanno entrando in una specifica area dello spazio, uno dei cosìdetti punti di Lagrange, dove la gravità del sole e della terra si combinano formando zone in cui si raccolgono i detriti del sistema solare.

Ancora qualche mese di pazienza e poi, forse, potremmo risolvere due misteri in un colpo solo: cosa si è scontrato con la terra e da dove proviene la Luna.

venerdì 27 febbraio 2009

I 13 TESCHI DELLA "SAGGEZZA".


Secondo una leggenda esisterebbero ben 13 teschi di cristallo, detti "della saggezza", che una volta riuniti avrebbero il potere di rivelare all'umanità il suo destino. Tredici come le divinità del mondo superiore e gli idoli del Katun.

Sembra ne siano stati ritrovati alcuni:

Un pezzo unico ricavato nell’ametista, da cui il nome, scoperto nel 1915 in un nascondiglio di reliquie maya in Messico.
Un teschio tagliato in un solo pezzo di quarzo trasparente fu rinvenuto nel 1912.
Una famiglia maya del Costa Rica nel 1906 ne ritrovò un altro, arando il terreno di sua proprietà. L’attuale proprietaria del pezzo, Joke Van Dieten, lo reperì in una libreria di Vancouver dove era esposto.
In Texas, nella fattoria dei Parks a Huston, si trova un unico pezzo di quarzo di 18 Kg. di peso; lo avrebbero avuto in regalo nel 1981 da un tibetano come ringraziamento per dei servigi resi. È stato anche pubblicato un libretto nel quale si parla del teschio, ribattezzato "Max".

Presso il museo Smithsoniano di Washington è custodito un esemplare di ben 20 kg., alto e largo 13 cm. (per la gioia degli esoterici il tredici ricorre spesso) e lungo 18.
Joshua Shapiro autore di un libro riguardante i teschi di cristallo, racconta che durante una conferenza a Las Vegas nel 1989, fu avvicinato da un uomo, tale Josè Iniguez, in possesso di un teschio di cristallo, rinvenuto nella sua fattoria nel 1942, sul quale erano incisi simboli maya e un disegno a spirale con un circolo doppio nella parte superiore.
Sempre Shapiro fornisce altri dati sui teschi sopra descritti e segnala un teschio di colore azzurro nel Perù, simile a quello nominato ET per la forma particolare, con la mandibola appuntita.

Le guide messicane mostrano ai turisti, che si recano in gita nel Messico, le foto di un teschio modellato nel quarzo che indicano conservato nel Museo del Belize. Dicono siano occorsi dai trenta ai quaranta anni per ottenerlo.
Esiste un teschio di quarzo rosa con la mandibola mobile, rinvenuto vicino al confine fra Honduras e Guatemala, simile a quello scoperto da Anna Hedges (1), non molto limpido nel colore e leggermente più grande, ma di un artigianato di livello incomparabile.


Solo pochi sono considerati autentici.

Gli esami condotti per stabilire la loro autenticità avrebbero evidenziato tracce circolari lasciate da utensili rotanti, in particolare sui teschi conservati allo Smithsonian e al British. Non abbiamo notizie in questo senso riguardo al teschio ritrovato da Hedges. Comunque prima di affermare o negare la loro veridicità dobbiamo considerare che possono essere i prodotti di una civiltà più avanzata, dal punto di vista tecnologico, di quella cui si vogliono attribuire.

Un notevole esemplare è custodito nel Museo Trocadero, ed è stato citato da G.F. Kunts nel suo libro "Gemme e pietre preziose del Nord America"; proporzionato ma di fattura rudimentale datato all’incirca intorno al XV secolo, attribuito al popolo Azteco come la riproduzione del Dio della Morte. È caratterizzato da un solco che lo percorre lateralmente da destra a sinistra e si ipotizza possa essere stato incastrato fra due legni, o addirittura in una croce.
Due Teschi si trovano presso il dipartimento di Etnografia del Museo Britannico, uno in miniatura e uno a grandezza naturale, quest'ultimo in un blocco di particolare purezza.

Nel 1927, Anna Hadges, figlia di F.A. Mitchell Hedges, avventuriero, teosofista, membro della commissione per i Maya del Museo Britannico, riportò alla luce, nella città di Lubaantun appena scoperta, un teschio di cristallo di rocca di rara perfezione e abilità con mascelle mobili. Grava il sospetto che tale manufatto sia stato, in realtà, rinvenuto in altro luogo o frutto di loschi traffici specialità dell'avventuriero.

Nel 1964 Anna Hedges conobbe l’antiquario Frank Dorland, un appassionato dei misteri archeologici. Dorland studiò il teschio per sei anni e poi incaricò l’Helwett Packard di continuare gli esami in un sofisticato laboratorio. Non fu però possibile duplicare il pezzo che era stato intagliato senza seguire il segno naturale, ma esattamente al contrario.
Sembrava avesse all’interno una serie di lenti e prismi che riflettevano la luce in modo particolare quando questa vi passava attraverso, proprietà non presente nel quarzo allo stato naturale. Nessuno fino a adesso è stato in grado di riprodurre un pezzo con le stesse proprietà del teschio di Hedges.

Il teschio conservato al Britsh Museum è un manufatto artigianale di notevole e raffinata fattura in un unico blocco. Passato attraverso molte mani, G.F.Kunz dichiarò che originariamente era stato portato dal Messico da un ufficiale spagnolo e venduto ad un collezionista inglese; in seguito pervenne a E. Boban, antiquario parigino che nel 1884, si trasferì a New York, qui Tiffany lo acquistò nel 1890. Nel momento in cui fu inserito nella collezione del Museo Britannico, che lo acquistò per 120 sterline nel 1898, fu considerato come proveniente dal Messico pre-ispanico.
Non si è potuto accertare su basi tecnologiche, ma lo stile delle fattezze sono in accordo con altri esempi accettati come genuine sculture azteche o mixteche.

Il Laboratorio di Ricerca del Museo Britannico, quando lo esaminò, concluse che alcune incisioni, come quelle riproducenti la dentatura, sembrano effettuate con un tornio da gioielliere piuttosto che secondo la tecnica acquisita dai lavoratori della pietra Aztechi.
È stato suggerito che l’origine del cristallo di rocca sia brasiliana ed il lavoro eseguito in data pre-ispanica. È possibile infatti che artigiani pre-ispanici abbiano potuto ottenere cristalli di rocca dal Nord America, ma non esistono prove archeologiche di un commercio con il Sud America e il Brasile. Sembra, inoltre, che le miniere siano state sfruttate solo in tempi recenti.
Si è pensato che il teschio del Museo Britannico possa essere un esempio di arte coloniale messicana in uso nelle chiese; ossia un lavoro eseguito da un nativo (indio-americano) influenzato dallo stile europeo.

Esiste infatti un teschio di cristallo incorporato in un crocifisso opera di un artigiano europeo eseguito in stile pre-ispanico.
Molte sono le speculazioni circa l'origine e l'uso del teschio di cristallo; la questione rimane ancora aperta.
Il Dottor G.M. Morant ha avuto la possibilità di poter toccare, misurare e comparare, sia il teschio del museo britannico, sia quello di Hedges, chiamato dal Dr. Morant "teschio di Burney", dal nome di colui che lo fece esaminare da esperti del British nel 1936. Il confronto rende evidente la simmetria perfetta, l'assenza di qualsiasi sutura. I risultati degli studi evidenziano che la regione frontale dell'esemplare Burney è più sporgente. La differenza più evidente consiste nella conformazione della regione basale facciale, in quanto il teschio del Museo Britannico è in un solo pezzo, mentre l'altro ha la mandibola mobile. I denti sono completi in entrambi i casi.

Il cristallo Burney è stato giudicato anatomicamente migliore, più "vivo" dell'altro considerato una cruda rappresentazione.
In relazione alle misure, dando prima i dati del Britannico, si notano alcune differenze materiali nella lunghezza degli occipiti, nell'ampiezza calvarial, nell'indice cefalico; nella larghezza nasale e quella delle orbite.
Una sovrapposizione delle linee dei contorni evidenzia che nel Burney il profilo destro non è perfetto, sia visto dai mastoidi che dai lati dell'apertura nasale; il teschio del Britannico mostra invece un profilo esatto; ma la divergenza dalla norma è scarsa. Gli studi sono stati condotti con metodi meticolosi, per mezzo di foto a grandezza naturale, senza lasciare niente al caso è stato dedotto che rappresentino una sola razza. Ovviamente disconosciuta la tecnica usata anticamente per realizzarli.

È logico pensare che i Maya conoscessero tecnologie idonee a levigare il cristallo di rocca, cosa molto ardua tutt'oggi perché, se avessero usato della sabbia come abrasivo nel lungo lavoro di levigazione, sarebbero occorsi centocinquanta anni di lavoro.

Gli esperti del British non sanno fornire una datazione certa del teschio in mostra nel Museo, alcuni lo valutano antico di tremilaseicento anni; altri lo ipotizzano originario di Atlantide e risalente a dodicimila anni fa.
È nel periodo che va dal 7000 al 3114 che si adora il Dio del fuoco e si può spiegare il ritrovamento del Teschio a Lubaantun, edificata come una città peruviana, forse con l'aiuto degli stessi peruviani.
Hedges il 10 febbraio 1935 pubblicò un articolo sul New York America in relazione alle tracce di una civiltà sulle isole al largo della costa dell'Honduras secondo cui, Atlantide, non era un mito ma la culla delle razze Americane.
Secondo quanto asserito dall'archeologo Le Plongeon Brasseur de Bourbourg la civiltà Maya, e con essa il cristallo, può essere venuta dal mare.

Quetzalcoatl secondo una leggenda venne da "una terra del sole nascente", insegnò le scienze i costumi e le leggi e ritornò da dove era venuto con la sua nave.
I Maya di Palenque asserivano di discendere da un popolo giunto dal mare al comando di Votan, un uomo dalla pelle bianca che compiva spesso viaggi nella sua vecchia patria, come è scritto nelle cronache spagnole.

Un uomo che aveva visitato la terra ove si innalzava una torre verso il cielo. Padre Ordonez asseriva di aver letto in un libro dei Maya che Votan arrivò da una terra chiamata "Chivim" attraverso il mare e si stabilì a Palenque con il suo popolo.
Secondo altre versioni un certo Itlar, nominato Zamma padre degli Dèi, nel 10.500 a.C., scampato dalla distruzione di Atlantide, raggiunse lo Yucatan diffondendo l'agricoltura, l'astronomia, la geometria, e la medicina.
Datare il cristallo di quarzo è estremamente difficile, non esiste un metodo affidabile, ci si basa solo sul risultato dell’esame al carbonio 14 del materiale organico trovato unito al teschio.

Circa lo scopo di queste macabre sculture, il teschio rappresentava per i Maya il Dio della Morte, della guerra, dei sacrifici umani; il Signore degli Inferi. Alcune leggende indicano che il sommo sacerdote usava un teschio nei suoi riti esoterici. Mitchell asseriva che serviva per focalizzare energia e rifrangere la luce, nonché un raggio di sole attraverso la bocca aperta; in tal modo assumeva la funzione di una particolare lente ustoria nella cerimonia del nuovo fuoco. Tale cerimonia consisteva nel bruciare "qualcosa", si dice un cuore ancora palpitante su di un piano sorretto dalle mani di una statua: il Chac-Mool (zampa di giaguaro), di origine esclusivamente Tolteca e tipica dei siti Maya dello Yucatan.

Tezcatilpoca, chiamato specchio fumante, dio del male, viene spesso descritto come un "teschio splendente".
La cerimonia avveniva quando le Pleiadi raggiungevano lo zenit e segnavano l'inizio di un nuovo ciclo. Il ciclo attuale sembra sia iniziato nel 3114 a.C. con la nascita di Venere. Il teschio è descritto come l'incarnazione di ogni male, quando il sacerdote evocava la morte per mezzo del teschio, questa arrivava puntualmente.
Oggi adoperiamo il quarzo negli apparati elettronici, nei micro-chips, perché ha la proprietà di amplificare la corrente che vi passa attraverso. Viene inoltre notoriamente utilizzato per i suoi effetti terapeutici, per amplificare il campo elettromagnetico del corpo umano e modificare la stato vitale.

I sensitivi che hanno lavorato con i teschi assicurano di aver sentito emanare da essi una poderosa energia; molti hanno dichiarato di aver avuto visioni del passato.
È stato appurato che durante la proiezione di queste immagini alcune persone distinguono, al suo interno, figure olografiche ben riconoscibili. In alcuni casi la sola foto del teschio di Hedges avrebbe curato alcune infermità.
La proprietaria del teschio chiamato E.T., Joke Van Dieten, alla quale era stato diagnosticato un tumore al cervello ebbe la gradita sorpresa di svegliarsi una mattina completamente guarita e osservare all’interno del teschio una macchia nella stessa area del cervello, come se la pietra avesse assorbito il male.

La medium Carrel Advise alla presenza del teschio di Hedges entrò in trance e disse che il teschio rappresentava un magazzino di conoscenze programmato da una razza in un passato remoto. Affermò anche cose non molto credibili per la verità, ma contribuì a materializzare l’idea che i teschi possano rappresentare, per alcuni, anche un sistema di informazioni canalizzate per via telepatica, da una civiltà, extraterrestre o no, con l’intenzione di aiutare l’umanità o incrementare il suo livello di conoscenza.

Tante le storie che parlano di cristalli dai quali si sprigionerebbero potenti energie.
L'occultista e studioso John Dee, autore dell'alfabeto angelico, un giorno, mentre lavorava nel suo studio, vide manifestarsi un entità luminosa, qualificatasi come l'angelo Uriel, che gli fece dono di un cristallo convesso, simile ad una pietra scura tramite la quale avrebbe potuto conversare con gli angeli concentrandosi su di esso.

Ettore Cipollaro, ricercatore di fenomeni paranormali del gruppo di ricerca "l'Arca" di Roma (2), dichiarò che l'entità "Magister", spirito guida del gruppo, parlò di "cristalli" come concentrazione energetica alla base della struttura dell' universo e, dai quali si può ottenere energia attraverso metodi scientifici ben conosciuti dal mondo antico.
"Magister" affermò, tramite Cipollaro, che civiltà Atlantidee e Pre-Atlantidee utilizzarono un raro cristallo chiamato "Ion" esistente in natura. Aggiunse che esistono molti cristalli ma noi abbiamo perduto la scienza che ci permetterebbe, attraverso la loro manipolazione, di avere una fonte di energia inesauribile. Il loro cattivo uso rappresenterebbe un enorme pericolo. Secondo "Magister" sarebbero conosciuti e usati dagli "esseri" degli altri pianeti, anche per il funzionamento di quei mezzi noti come "dischi volanti".

Quanto appartenga a Magister e quanto a Cipollaro, non conta molto, simili affermazioni vanno prese per quelle che sono; ma non si può fare a meno di registrare che lo scomparso veggente Edgar Cayce, in una delle sedute durante le quali parlava del continente perduto, effettuate tra il 1922 e il 1944, fece riferimento ad un’ energia superiore di quella nucleare, all'epoca non ancora scoperta, che Cayce, quindi, non poteva conoscere. Questa energia sarebbe stata ricavata, secondo il veggente, attraverso la manipolazione di misteriosi cristalli all'interno dei quali si concentrava. I cristalli che fornivano l' energia sarebbero stati isolati in un edificio "foderato di pietra non conduttrice".

La descrizione fornita ricorda le torri di vetro girevoli di cui disponevano i Thuata de Danan, rivestite appunto di un materiale isolante a protezione delle radiazioni emanate dalle armi nemiche.
I documenti con le descrizioni per costruire tali "pietre" verrebbero custoditi in tre posti diversi: nei templi di Atlantide sommersi a Bimini, in un tempio in Egitto e nel tempio di Itlar nello Yucatan.
Con essi sarebbero conservati i libri che parlano della storia di Atlantide e del suo immenso sapere scientifico.

Cayce parlò anche di Faser e Maser, l' energia derivante dalla luce polarizzata, e disse che proprio il cattivo uso di tale energia scatenò forze incontrollabili che causarono la distruzione del continente.

Secondo Cayce quelle fonti di energia potrebbero essere ancora attive, imprigionate nelle costruzioni dell'antica isola e causare i fenomeni che hanno tristemente distinto la zona delle Bermude.
Nel 1970 il Dottor Ray Brown durante un’immersione nelle acque del triangolo delle Bermuda, vicino alle isole Bari, nelle Bahamas, vide, a quaranta metri di profondità, una piramide con un'apertura sulla sua sommità.

"La costruzione era in pietra liscia, le giunzioni fra i blocchi si distinguevano appena. L'apertura era una specie di pozzo che immetteva in una stanza interna rettangolare. Completamente priva di alghe e coralli e stranamente ben illuminata senza che ci fosse nessuna luce diretta. Vidi qualcosa che riluceva. Dal soffitto pendeva un’asta metallica con incastonata una pietra rossa sfaccettata e affusolata in punta. Sotto di essa un basamento in pietra sono sopra una piastra sempre di pietra, sulla quale due mani di bronzo, annerite da evidenti bruciature, sorreggevano una sfera di cristallo. Non riuscendo a smuovere l’asta e la pietra rossa, afferrai il cristallo e venni via. Mentre uscivo da quel luogo mi parve di avvertire una presenza. All'interno di questo cristallo rotondo vi era una serie di forme piramidali, tre per l’esattezza e tenendolo in mano si avvertiva una vibrazione."

Pervaso dal timore che la sfera gli fosse confiscata non ne ha rivelata l’esistenza fino al 1975 nel corso di una conferenza a Phoenix. Brown non ha mai rivelato a nessuno il punto esatto del suo ritrovamento e cosa ne è stato del cristallo.
Il particolare delle mani metalliche che sorreggono un cristallo, mi rammentano le mani degli isolatori che sostengono le "lampade" rappresentate sulle pareti di Dendera. Il fatto che siano state viste annerite e bruciate significa che erano sottoposte ad un fortissimo calore, quindi la piramide catalizzava una sorta d’ energia indirizzandola, attraverso l’asta, nella sfera di cristallo. La pietra rossa poteva essere un rubino, pietra solitamente usata nei laser per concentrare e proiettare l’ energia.

In quanto alla sfera si racconta che causi fenomeni paranormali; i metalli in contatto con essa si magnetizzano temporaneamente; l’ago della bussola gira prima in senso orario e poi ruota in senso opposto. Vi sono anche casi di guarigione dopo aver toccato la sfera. Un collegamento al teschio di cristallo. Speculazioni?
Le piramidi sotto l’oceano sono state rilevate più volte anche dal sonar.

Edgar Cayce parlò degli Atlantidei come una civiltà che disponeva di un’ energia simile a quella nucleare; l’ energia che fu causa della scomparsa di quel continente. Veniva raccolta utilizzando i cristalli racchiusi nelle piramidi.
C’è chi crede che ogni tanto i cristalli del perduto continente si attivino e formino tempeste magnetiche, campi di forza e d’ energia pura, causando i ben noti fenomeni del Triangolo delle Bermuda.

Speculazioni. Certo. Il cristallo della sfera, però, testimonia l’esistenza di civiltà in possesso di una tecnologia avanzatissima perché perfino gli esperti dell’Istituto Smithsoniano di Washington hanno dichiarato che solo dopo il 1900 siamo stati in grado di usare tale tecnologia per tagliare il quarzo e ricavarne una sfera perfetta.
Secondo una profezia sotto la zona di Giza vi sarebbero dodici camere, una per ogni segno zodiacale, in comunicazione fra loro per mezzo di corridoi. Al centro una camera più grande detta: "sala dei documenti".

In quel punto si troverebbe un enorme cristallo sfaccettato simboleggiante l'uovo cosmico. La sala sarebbe stata costruita da Enoc con lo scopo di conservare le scienze conosciute.
Simile alla storia che vuole re Surid, o Saurid Ibn Salhouk, autore del progetto delle tre piramidi e camere sotterranee per conservare le "scienze segrete".

È ben noto che sotto la piana di Giza vi siano numerosi sotterranei, e che un gruppo archeologico dell'Università di Stanford, ha praticato l'apertura di una delle tre camere situate sotto le zampe della Sfinge. Avrebbe scattato anche alcune foto dell'interno, mai rese pubbliche, ma ben note al sovrintendente agli scavi Dr. Hawass. Quest'ultimo avrebbe anche impedito a West di procedere con gli scavi che miravano ad aprire un passaggio per entrare nei sotterranei.
La presenza dei cristalli viene menzionata nella vicenda dei presunti alieni catturati dopo l'incidente di Roswell, attualmente indicati nella base di Nellis, conosciuta come Area 51, e nella storia dei piatti di pietra di Bayan Kara Ula, o Bayan Har Shan, non a caso definita la Roswell Cinese. In entrambi i casi si fa riferimento al ritrovamento di un cristallo in grado di mostrare immagini della terra com’era nel passato, concentrandosi su di esso.

Questo ci porta alle strane storie che circolano sul teschio di cristallo, sia quello in mostra al British, definito un vero e proprio porta sfortuna, che al manufatto trovato da Hedges. Alcuni addetti alla vigilanza del Museo affermano di aver visto strane emanazioni prodotte dal teschio in particolari momenti. C'è chi dice di aver provato una strana sensazione in sua presenza, come dominato da una forza misteriosa. Forse solo suggestione, ma l'oggetto è stato cambiato di sala più volte in seguito al verificarsi di misteriosi e curiosi fenomeni.

Sembra che nessuno dei custodi voglia trascorrere molto tempo nella stanza ove si trova esposto.
Anche il teschio appartiene a quei cristalli che racchiuderebbero misteriose energie?

Semplici storie da raccontare la notte delle streghe, o "verità incredibili"?

Note:
1. Figlia di Mitchell, avventuriero del quale si parla più avanti.
2. Vedi articolo Giornale Misteri giugno-luglio 1994 a cura della Dr.ssa Massa.

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mercoledì 11 febbraio 2009

Dichiarazione di Sovranità dell’Umanità.


Dichiarazione di Sovranità dell’Umanità


Riguardo al Contatto con le Forze e le Nazioni Extraterrestri


Noi, Popolo della terra, diamo il nostro saluto a tutte le razze della Più Grande Comunità dell’ Universo.

Riconosciamo la nostra comune eredità davanti al Creatore dell’ Universo, visibile e invisibile.

Dichiariamo il pianeta Terra come il pianeta della Genesi dell’Umanità, il nostro Mondo Natio e la nostra sacra eredità.

Ci impegniamo d’ora in poi a sostenere e proteggere la Terra per tutte le generazioni a venire.

Invitiamo tutta l’umanità a curarsi di tutte le razze, dovunque, con saggezza e giudizio, qui sulla Terra e attraverso l’ Universo.


DIRITTI FONDAMENTALI


Noi, Popolo della Terra, consideriamo il bisogno di libertà come universale.

Di conseguenza riteniamo che tutti gli individui di tutti i mondi sono creati uguali e dotati dal Creatore di diritti sacri e inalienabili.

Tra quelli sono fondamentali: il diritto di vivere come razza libera sul proprio mondo di Genesi, il Mondo Natale, il diritto all’autodeterminazione, all’autosufficienza, all’espressione creativa: il diritto a vivere senza oppressione, e il diritto a perseguire nella vita una finalità più elevata che il Creatore ha concesso a tutti.

Dinanzi alla Più Grande Comunità dell’ Universo, noi, Popolo della Terra, invochiamo ora questi diritti fondamentali per noi stessi e per il nostro Mondo Natio, così come alcuni diritti che ne derivano naturalmente:

- Il diritto di sovranità: il Popolo della Terra dovrà essere governato da se stesso ed essere indipendente, né soggetto né dipendente di alcuna autorità. Nessuna forza extraterrestre infrangerà o abrogherà la sovranità umana di questo pianeta.

- Il diritto di santità planetaria: Come pianeta della Genesi, la Terra dovrà essere libera da interventi, intrusioni, interferenze o sfruttamento, sia mentali che fisici da parte extraterrestre. Nessuna forza extraterrestre avvicinerà, in orbita, o mediante atterraggio, ne farà commercio se non apertamente e con il consenso espresso del Popolo della Terra, tramite mezzi democratici.

- Il diritto di santità del materiale genetico e biologico: Nessuna potenza extraterreste prenderà, possederà, o manipolerà materiale biologico o genetico umano per nessuna ragione.

- Il diritto di occupazione: Come popolo natio dell’unico pianeta abitato conosciuto di questo Sistema Solare, rivendichiamo questo Sistema Solare come sfera d’influenza. Nessuna base aliena potrà stabilirsi sui corpi o stazioni in orbita intorno alla terra, ne tantomeno sugli altri pianeti o corpi di questo Sistema Solare, se non con l’accordo espresso del Popolo della Terra.

- Il diritto di navigazione pacifica: Rivendichiamo il diritto di viaggiare e di esplorare entro i confini del nostro Sistema Solare senza interferenze o costrizioni da parte delle forze aliene, e ci conserviamo il diritto di rifiutare l’accesso di questo Sistema Solare a forze extraterrestri.

Noi, Popolo della Terra, consideriamo nostra legittima responsabilità affermare e difendere questi diritti fondamentali, e dare e ricevere un aiuto coerente riguardo a questi diritti. Nel caso di conflitto con forze extraterrestri, la carica di prova d’innocenza sarà incombenza di coloro che non sono nativi della Terra.



VALUTAZIONE


Quando, nel corso della loro evoluzione, diventa necessario per i popoli nativi di un pianeta unirsi, trascendere i conflitti e le differenze che li ha divisi gli uni dagli altri, e assumere in seno alle potenze dell’ universo una sovranità uguale e separata, una considerazione rispettosa di questa sovranità richiede che essi dichiarino le cause che li hanno fatto accedere a questa presente linea di condotta.

Anche se la Terra ha subito una lunga storia di visite extraterrestri, l’attuale situazione è che il Popolo della Terra soffre ora degli effetti di un intervento extraterrestre globale negli affari umani.

Questo intervento iutilizza una strategia di dissimulazione, di manipolazione, e di sfruttamento, il cui scopo è un’influenza sull’umanità, che avrà come conseguenza la perdita della libertà e dell’autodeterminazione umane.

È ora dovere sacro e dovere del Popolo della Terra di opporsi, di resistere, e di respingere questo intervento extraterrestre, per dichiarare e difendere la nostra sovranità, la nostra libertà, e la nostra indipendenza da tutte le forze extraterrestri.

Permettiamo a queste violazioni di essere esaminate da coloro che sostengono la causa della libertà nella Più Grande Comunità.

• Le forze d’intervento extraterrestri hanno rifiutato di divulgare apertamente e di rivelare la natura e l’intenzione delle loro attività sopra e intorno alla Terra. Questa presenza extraterrestre è clandestina, segreta, intrusa, e non approvata dal Popolo della Terra. Queste forze aliene hanno nascosto la loro identità, le loro alleanze politiche o economiche, così come hanno fatto le autorità e i poteri che esse servono.

• Come si sta rivelando sempre più chiaramente, forze extraterrestri tentano di sfruttare la Terra, le sue risorse e il suo popolo, e sono impegnate in un programma sistematico di colonizzazione dell’umanità all’interno di un stato di cliente servile destinato ad essere gestito da agenti di queste forze extraterrestri. Questo intervento di occupazione ha per scopo il beneficio commerciale, il potere economico, e il vantaggio strategico offerto da questo mondo in relazione con altri mondi.

• Le forze aliene hanno ripetutamente e impunemente violato le leggi nazionali ed internazionali dei popoli della Terra. Queste offese, che proseguono ancora oggi, riguardano anche la violazione dello spazio aereo controllato; il rapimento e il trasporto di esseri umani senza il loro consenso, l’assassinio, la violenza sessuale, la tortura, l’abuso sessuale, l’incrocio con gli umani, crudeli sperimentazioni ; il furto e il commercio di materiali biologici e genetici, il furto e il commercio di risorse della Terra; la dissimulazione mentale e l’influenza psicologica, la mutilazione umana e animale, il traffico e l’invalidazione di sistemi militari di difesa; l’infiltrazione clandestina nella società umana.

• Le forze aliene hanno segretamente negoziato trattati e accordi con individui e gruppi umani, senza il consenso informato del Popolo della Terra.

• Le forze aliene hanno sistematicamente tentato di convincere e di truffare gli umani tramite lo spiegamento di false speranze e promesse di potere, di protezione, di soccorso nella catastrofe planetaria, di adesione ad una “Federazione Galattica”, di salute e d’illuminazione spirituale.

• Le forze aliene hanno approfittato e esacerbato i conflitti umani al servizio dei loro propri fini.

• Le forze aliene hanno decaduto l’umanità portandoci a credere che possiamo sopravvivere soltanto con il loro aiuto e la loro tecnologia progredita, ammettendo in questo modo la nostra completa dipendenza nei loro confronti e privandoci della nostra propria capacità di sopravvivenza.


RIVENDICAZIONI E DICHIARAZIONI


Di conseguenza, noi, Popolo della terra, con la presente dichiariamo qualsiasi accordo o trattato anteriormente esistente tra qualsiasi governo, gruppo o individuo umani e extraterrestri, immediatamente annullato e definitivamente sospeso.

Esigiamo che tali trattati o accordi precedentemente esistenti siano totalmente e pubblicamente divulgati.

Ogni futuro accordo o trattato tra governi, gruppi, o individui umani e extraterrestri dovrà essere negoziato unicamente con il pieno consenso del Popolo della Terra, pubblicamente e apertamente espresso tramite un corpo diplomatico internazionale rappresentante tutte le nazioni e popoli della Terra.

Esigiamo che tutti gli alieni smettano oggi ogni operazione e ogni attività e abbandonino immediatamente la terra e le sue vicinanze, incluso il Sole, la Luna della Terra, e tutti i pianeti di questo Sistema Solare.

Ciò comprende anche l’abbandono di tutti i satelliti naturali o artificiali, e lo spazio all’interno del Sistema Solare.

Esigiamo che tutte le organizzazioni extraterrestri che hanno stabilito basi sulla Terra, la sua Luna, o qualsiasi luogo all’interno di questo sistema solare, smantellino le suddette basi e divulghino interamente la loro natura.

Esigiamo inoltre che tutti gli umani viventi che sono attualmente prigionieri dagli alieni siano rimpatriati in buona salute; inoltre, esigiamo una totale contabilizzazione di tutti gli umani che sono stati presi o trattenuti dagli alieni, inclusi quelli che sono morti durante la loro prigionia.

Esigiamo ancora che tutti i materiali biologici o genetici umani prelevati siano giustificati e distrutti, e che il loro utilizzo futuro sia identificato.

Tutte le apparecchiature impiantate in individui viventi devono essere identificate in modo da potere essere rimossi senza rischio.

Esigiamo la piena divulgazione dello scopo e dei dettagli del programma d’ibridazione extraterrestre, incluse la localizzazione, l’identità, e le attività di tutti gli ibridi umano- alieni viventi, sia sulla Terra che altrove.

Che si sappia in tutto l’ Universo che d’ora in avanti gli alieni sono autorizzati a penetrare nel nostro Sistema Solare, ad avvicinarsi alla Terra, a volare nei nostri cieli o a penetrare nelle nostre acque, unicamente con il consenso esplicito del Popolo della Terra.

Di conseguenza, noi dichiariamo solennemente che il Popolo della Terra è e dovrebbe essere un popolo libero e indipendente, che con la presente tutti gli esseri umani sono assolti da qualsiasi sottomissione a poteri extraterrestri, e che tutte le connessioni politiche ed economiche tra gli alieni e la Terra sono completamente sciolte; che, in qualità di razza libera e sovrana nella Più Grande Comunità dell’ Universo, assumiamo pieni poteri all’interno di questo Sistema Solare per concludere la pace, imporre la guerra, contrattare alleanze, stabilire commercio e per intraprendere ogni altra azione che una razza planetariamente sovrana possa legittimamente e eticamente compiere.


DICHIARAZIONE CONCLUSIVA


Che sia inteso che, pronunciando questa Dichiarazione di Sovranità dell’Umanità, noi, Popolo della Terra, affermiamo il nostro futuro e il nostro destino come razza libera all’interno di una Più Grande Comunità di vita intelligente.

Riconosciamo che facciamo parte di questa Più Grande Comunità e che siamo destinati ad incontrare molte razze diverse al di là del nostro mondo.

A loro e a tutte le altre, noi dichiariamo con la presente che la nostra intenzione non è la conquista o la dominazione dello spazio.
Noi dichiariamo che i diritti e i privilegi che noi affermiamo qui per noi stessi, li affermiamo anche per tutte le razze che potremmo incontrare.

Pronunciando la nostra Dichiarazione di Sovranità dell’Umanità, noi proclamiamo i nostri diritti, le nostre responsabilità, e i nostri privilegi in quanto razza libera, in modo di potere raggiungere una più grande unità, una più grande pace, e una più grande cooperazione all’interno della famiglia umana senza intrusione e interferenza indesiderate e infondate per ogni nazione o forza della Più Grande Comunità.

Pronunciamo questa proclamazione in quanto espressione del nostro diritto Divino e della nostra intenzione rispettabile per la famiglia umana e per tutte le razze nell’ Universo che vogliono essere libere.

FONTE: http://www.humansovereignty.org/fr/

martedì 27 gennaio 2009

MAGNETOSFERA 25 - 26 Gennaio.


Vi presento un video in anteprima di quello che è successo alla magnetosfera terrestre nei giorni 25 e 26 gennaio. Per più di 20 ore la magnetosfera è stata oggetto di "blast" potentissimi di origine sconosciuta, il Sole è calmo in questo periodo e non è lui il colpevole. Gli astronomi ed i fisici di tutto il mondo stanno monitorando l'evento per capirne le cause e gli effetti.

http://it.youtube.com/watch?v=RCIWoi3hnXk

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domenica 21 dicembre 2008

La civiltà perduta.


di Mauro Paoletti

Esiste una teoria avvincente, dedotta da Sitchin in seguito a una nuova interpretazione dei Testi delle Piramidi e di altri miti Egizi e ripresa da Alan Alford, che considera Atlantide come un pianeta esploso e non un continente perduto.

Secondo Sitchin gli egiziani avrebbero vissuto accanto agli Annunaki, una razza in possesso di una elevata tecnologia spaziale. Questa razza aliena avrebbe costruito un centro spaziale nel Sinai, nella terra di Dilmun, la terra dei razzi, e due Piramidi a Giza come punti di riferimento nella navigazione aerea.

Baalbek, in Libano, sarebbe stato un loro centro di controllo, un punto di riferimento lungo i cosiddetti "corridoi di volo" citati proprio da Sitchin.

Nel libro "Il Dodicesimo Pianeta" e nel poema epico babilonese "Enuma Elish", è descritta una battaglia planetaria.
Secondo le credenze egizie Seth apparirebbe come un pianeta che giunge dalle profondità dello spazio per incontrare uno dei pianeti interni al sistema solare.

Tale corpo celeste chiamato anche Nibiru, identificato dai Babilonesi in Marduk, nel suo percorso intorno al Sole in senso contrario a quello degli altri pianeti impatta più volte con Tiamat, un pianeta situato fra Giove e Marte, il pianeta delle Acque, il Grande Drago. L'urto è violento e il pianeta viene spaccato in due. Con una parte forma la Terra ponendola in un orbita più vicina al Sole; sbriciola l'altra originando la fascia di asteroidi.

L'Enuma Elish babilonese elaborata da Zacaria Sitchin si ritrova nei versetti del libro della genesi che descrivono come il vento del Signore aleggiava sulle acque di Theon, l'abisso delle acque e come il fulmine del Signore (in lingua babilonese Marduk) rischiarò le tenebre dello spazio quando colpì Tiamat creando la Terra e il "Rakia", parola che letteralmente significa "braccialetto martellato", detto anche Cielo, ossia Shamaim (Genesi 1,8).

La Terra ebbe una nuova orbita intorno al Sole, vennero originate le stagioni e la rotazione assiale stabilendo il giorno e la notte.
È la descrizione di un evento cosmico naturale non di una creazione divina intenzionale.

Possiamo tranquillamente discutere se tutto rientra nelle leggi che regolano l'intero universo, ma non possiamo parlare di un'entità superiore che decide e dispone le cose a suo piacimento per premiare o punire. Si può parlare di una "Forza", creatrice o distruttrice, un' Energia Creatrice che controlla l' universo, ma la mente razionale intende una forza fisica.

Dopo aver constatato che gli antichi popoli adoravano il Sole come divinità suprema dobbiamo concludere che un evento cosmico può essere stato raccontato personificando i pianeti coinvolti nel fenomeno divinizzandoli. Quindi Marduk è il nome dato al Re dei Re, il Dio degli Dei, ma non sappiamo quale fosse il suo vero nome. Lo stesso dicasi per Tiamat e del popolo che certamente vi abitava.

La collisone dei pianeti, che richiama alla mente la teoria di Velikovsky, diviene una saga popolare, un mito, da cui prende origine l'umanità; la versione modificata di un ricordo di un popolo costretto a scappare dal suo luogo originario, che poi tramanda ai posteri costruendovi sopra un intero sistema di credenze che influenzeranno l'intera esistenza nel corso dei secoli.



Ciò non toglie che lo studioso segnalò il ritrovamento di palme nella Groenlandia, coralli in Alaska, ossa non fossilizzate di ippopotami in Inghilterra, resti di orsi polari e foche artiche schiacciati insieme in una massa informe con ostriche e coccodrilli.
Sembra in seguito ad una catastrofe avvenuta migliaia e migliaia di anni fa, quando il livello degli oceani si abbassò d'improvviso per poi risollevarsi di molti metri alterando violentemente il clima, estinguendo annegandole intere civiltà.

Quindi Velikovsky, in "Mondi in Collisione", offre evidenze di tremendi cataclismi verificatisi durante la preistoria. Un evento avvenuto in un tempo remoto, forse troppo per essere ricordato esattamente.

Ma come può essere stato un evento per così dire naturale, regolato dalle leggi dell' universo, può anche essersi trattato di un evento bellico, una guerra cosmica fra pianeti, dando forma e consistenza a quella "Guerra del cielo" nominata nei testi sacri di molti popoli. La guerra fra le schiere celesti del bene e quelle del male. Due pianeti che si guerreggiano per il dominio di una parte di cielo; impiegando una terribile tecnologia di morte che procura la distruzione, non solo dei pianeti coinvolti nel conflitto, ma anche di quelli vicini.

Uno dei pianeti coinvolti potrebbe essere stato Marte, dove sembra che vi sia stata vita in un tempo remoto. Almeno da quanto documentato dalle foto scattate dalle sonde.
La cosa diviene intrigante, affascinante e abbastanza credibile. Quantomeno spiegherebbe alcuni misteri e alcuni eventi il cui ricordo viene tramandato sotto forma di mito o leggenda.

Sembra non manchino, a confermare tali tesi, prove fisiche di un eventuale esplosione dovuta a mondi in collisione. Nel deserto libico si trovano un infinità di sassolini scuri, indicati come resti di una pioggia di meteoriti avvenuta nel passato.
La caduta di meteore nella zona del Sahara, tre pezzi considerevoli accompagnati da uno sciame di più piccoli esemplari, avrebbe prodotto l'evaporazione del grande mare interno trasformando la zona nell'attuale deserto.

Le rilevazioni satellitari del Columbia nel 1981 mostravano letti di fiumi sepolti di notevole grandezza nei territori del Sudan e nell' Egitto, ponendo in risalto che migliaia di anni fa la zona era ricca di foreste, pascoli e terreni idonei ad un'agricoltura avanzata. I fiumi convogliavano in un grande bacino interno, vasto come il Mar Caspio sulle cui rive si affacciavano Libia, Ciad, Sudan, Egitto, Tunisia. Una zona florida, popolata da uomini ed animali, rifornita di acqua, soggetta a frequenti precipitazioni, almeno fino a diecimila anni fa, data in cui prende vita il deserto del Sahara e la civiltà egiziana.

Attraverso le antiche scritture Sitchin avrebbe trovato altre prove riguardo al verificarsi dell'evento che diede vita al deserto.
Uno dei pochi astronomi convinti che un pianeta intruso ha modificato il nostro sistema solare distruggendo due pianeti e una luna, i cui resti hanno dato vita alla cintura di asteroidi, è Tom Van Flandern. La formazione della cintura rimane un mistero che ha originato molte teorie.

Johann Bode, astronomo del 1700, basandosi su una elaborata formula matematica per determinare le distanze dei pianeti dal Sole, ha dedotto che doveva esistere un altro pianeta fra Marte e Giove, proprio dove adesso si trova la cintura degli asteroidi.

Secondo Bode il pianeta esplose per cause sconosciute, ma potrebbe essere entrato in collisione con un enorme asteroide.
Qui può venire in aiuto una seconda teoria, quella prospettata da Immanuel Velikovsky, anche questa descritta in "Mondi in Collisione". Egli stabilì una connessione fra i disastri e le catastrofi verificatesi sul nostro pianeta con l'apparizione del pianeta Venere. Questo "pianeta" sarebbe infatti giunto in un secondo momento nel nostro sistema solare, invadendolo come una cometa e provocando mutamenti anche sulla Terra, causando repentini cambiamenti climatici e cataclismi.

In effetti antichi documenti presentano Venere come un pianeta recente, non antico quanto il sistema solare; viene descritto come una stella provvista di corna, o coda, caratteristica di una cometa.

In Mesopotamia e in America Centrale, Venere non viene inclusa fra i nove pianeti conosciuti; nei documenti se ne parla come una stella vagante nel cielo, che incute terrore e alla quale si offrono sacrifici. Viene descritta come una minaccia e si contano i periodi di tempo riferendosi al suo passaggio. Si scopre in tal modo che compie il suo percorso intorno al Sole in quaranta anni formando nel cielo una stella a cinque punte. Alla fine del suo strano percorso, Venere occuperà rispetto al Sole la stessa posizione di quarant'anni prima con una decina di giorni di scarto. Fatto che ha influenzato il calendario di molte popolazioni antiche.

Il contatto elettromagnetico di Venere con la Terra avrebbe provocato uno spostamento dell'orbita, dell'asse magnetico, alterato il corso delle stagioni, provocato colossali maremoti e terremoti causando l'inabissamento di vaste regioni a causa delle fratture nella piattaforma tettonica.

Una apocalisse descritta anche nella Bibbia e in altri libri sacri dei popoli antichi che hanno popolato il pianeta e conservato vivo il ricordo di tali tragedie.

Ma non è tutto, secondo tale teoria, dopo aver sfiorato la Terra e prima di assestarsi sull'attuale orbita, Venere, si scontrò con Marte alterandone il percorso e sconvolgendone superficie e clima.

L'ipotesi di Velikovsky fu derisa e attaccata dalla scienza ufficiale, solo Einstein mantenne verso di essa un atteggiamento aperto, forse perché non tutto quello che lo scrittore aveva asserito era errato; oggi difatti possiamo constatarlo.
Senza avere i mezzi idonei per stabilirlo Velikovsky calcolò la temperatura di Venere oltre i 400°, come è in effetti. Attraverso la sonda Mariner 10 è stato anche accertato che il "pianeta" presenta tracce simili a quelle presenti nelle code delle comete; inoltre ruota in direzione inversa rispetto agli altri pianeti, come ha sostenuto Velikovsky.

Su Marte sono stati rilevati l'Argo e il Neon, menzionati in "Mondi in collisione" e la superficie marziana ha subito un repentino cambiamento da quella che era inizialmente.
La più recente prova è il ritrovamento di una grande massa di acqua ghiacciata sotto circa sessanta centimetri della superficie dei poli.
Da queste teorie, ai miti e alle leggende dei popoli, alla scomparsa di un continente oceanico, all' estinzione della vita su di un lontano pianeta come Marte, ad una migrazione forzata verso un altro pianeta dalle simili caratteristiche, ad una immane catastrofe cosmica, il passo è breve e tutto diviene possibile.
Torniamo alla teoria di Zacaria Sitchin. Una nuova interpretazione della saga di Osiride smembrato da Seth e dei resti del suo corpo sparsi e sepolti per tutto l' Egitto, fornisce il suggerimento che Osiride fosse un pianeta esploso i cui frammenti colpirono la Terra.
Il mito narra che Osiride cadde in mezzo al fuoco e spaccò la Terra infiltrandosi in profondità.

Osiride, nei Testi delle Piramidi, era posto nell'acquitrinoso abisso dello spazio ed è scritto che, quando i pianeti esplosero, cadde sulla terra un diluvio di acqua. Proprio come citato nella genesi: "l' acqua del diluvio cadde sulla Terra da una apertura dei cieli". Riferendosi all'Enuma Elish vediamo l' acqua di Tiamat inondare i cieli. Nei Testi di Coffin è scritto: "Questa è la cosa sigillata che contiene il flusso di Osiride. Essa è posta in Rostau; nascosta fin dalla sua caduta, è quanto caduto da lui sul deserto di sabbia". Facilmente collegabile alla pietra conservata ad Abido, al Ben Ben custodita ad Eliopoli. In pratica una meteorite conica.

Da quanto scrive Alan Alford per gli egizi l'atto catastrofico era conosciuto come "il giorno dell'uccisione dell'antico Uno" (di uno degli antichi) un giorno in cui numerosi Dèi furono decapitati e ascesero al cielo, quando questo fu separato dalla Terra e "ci fu un forte grido e un fuoco di luce".

Tutte metafore creative riferite a un esplosione di pianeti avvenuta decine di milioni di anni fa che gli egizi chiamarono "Primo Tempo", lo "Zep Tepi".
Alan Alford si chiede cosa poteva aver ispirato questi riferimenti ad una terra natia planetaria nel lato orientale del cielo, dove il re ascendente dovrebbe regnare sull'Enneade di nove Dèi, da un trono fatto di ferro.

La risposta potrebbe emergere dalla leggendaria battaglia fra Seth e Orus che, per gli egittologi, è un ricordo di guerra nella valle del Nilo, mentre per Alford, prende posto nel cielo o nelle acque dello spazio e si può collocare nel "primo tempo", e si collega alla teoria del pianeta intruso di Van Flanders.

Teoria controversa e non accettata dalla maggioranza dei moderni astronomi in quanto esistono prove fisiche dell'esistenza di una grande civiltà situata su di un'isola in mezzo all'Atlantico. Scomparsa forse a causa dell'invasione di Venere, ma può anche essere solo la precedente civiltà che popolava la Terra nel momento della catastrofe, e non è detto che si chiamasse Atlantide.
Il racconto di Platone descrive un cataclisma terrestre che causa l'affondamento di una terra nell'oceano ed è seguito da un terremoto e una alluvione.

Gli egiziani usavano la parola "isola" come metafora di "pianeta", quindi l'oceano diviene lo spazio di acqua nel quale emergevano i primi mondi quando il tempo aveva inizio. Di conseguenza i pianeti divengono "isole" fluttuanti nelle acque cosmiche.

Era dunque " Atlantide" un pianeta esploso?

Ricordiamo le teorie che parlano della caduta della Luna sulla Terra causa della scomparsa di Atlantide.

Denis Saurat e H.S. Bellamy sono i fautori di una teoria ricavata dalle deduzioni di Horbiger secondo cui la Luna non sarebbe il primo satellite della Terra, ma vi sarebbero state molte lune, una per ogni periodo geologico. Vi sarebbero stati periodi geologici ben distinti da altri perché alla fine di ogni periodo un satellite sarebbe caduto sulla Terra.

La Luna non descriverebbe intorno alla Terra un'ellisse chiusa, ma una spirale che va restringendosi e che finirà per farla cadere sul nostro pianeta.
Una conferma potrebbe venire da Sir George Darwin astronomo, figlio del celebre naturalista; egli afferma che il nostro satellite è destinato a perire in un disastroso cataclisma:

"La Terra al momento della creazione aveva una rotazione molto veloce tanto che il giorno durava cinque ore. Gradatamente rallentò attraverso la frizione delle maree che si manifesta in modo contrario a quello in cui il globo volge il proprio asse - un secondo ogni milione e duecentomila anni - e frena la Terra anche nello spazio in modo tale che la Luna si allontana. Fra cinquanta miliardi di anni quando la Luna disterà 550.000 km il giorno durerà quanto quarantasette giorni attuali; la Luna volgerà sempre la stessa faccia. I giorni saranno caldi, le notti rigide.
Quando la rotazione diventerà più lenta della rivoluzione lunare le maree si manifesteranno in senso contrario accelerando il moto rotatorio. Il nostro satellite inizierà ad avvicinarsi e niente potrà arrestarlo. Una volta in prossimità della Terra inizierà a sgretolarsi formando un anello simile a quello di Saturno, una parte dei frammenti cadrà sulla Terra come una pioggia di meteore. Vi saranno terremoti, maremoti disastrosi. I vulcani esploderanno, alcune zone saranno sommerse dai mari. Nella migliore delle ipotesi pochi sopravvivranno e si troveranno a lottare contro gli animali sopravvissuti, o mostri creati in seguito alle mutazioni ambientali."

Se in effetti nel passato sono esistite altre lune, come qualcuno prospetta, lo spettacolo della loro caduta e distruzione non deve essere stato molto diverso da quello descritto da Darwin; per qualcuno è già stato esposto nell' Apocalisse di san Giovanni (IV 12,14).
Secondo Saurat tutto sarebbe già avvenuto.

Miti, leggende, rinvenimenti e rigorose deduzioni scientifiche concorrerebbero a confermare tali avvenimenti.

La strada che conduce alla verità è un sentiero immerso nelle tenebre, ove l'uomo procede a tentoni, tastando centimetro per centimetro nell'intento di identificare le cose che incontra nel suo procedere. Viene alla mente quella teoria che indica la presenza di numerosi occhi situati sulla nostra pelle, che ci permettono di vedere anche quando gli occhi sono chiusi, utilizzando le proprietà della mente. La capacità di ragionare ci permette di vagliare e avvicinarsi alla fiamma della verità.

La storia ci dice che l'uomo non ha mai pensato a divulgare la conoscenza per il timore di perdere potere.

Un solo esempio: Alonso Pinzon trovò dettagliate indicazioni sulla terra del Nuovo Mondo nei testi contenuti nella biblioteca di papa Innocenzo VIII. Documenti che portò con sé e consultò con Cristoforo Colombo detentore del progetto che contemplava una spedizione mirata alla scoperta di quelle terre.
Quindi qualcuno ha sempre saputo e negato la verità.

Platone scrisse che Zeus decise di punire l'umanità perché degenerata, gretta e presa dalla brama del potere. La cosa più triste è che da allora, dopo tutti questi secoli, nulla sembra cambiato.
La verità è una strada dissestata dalla distruzione dei documenti antichi, essenziali per tracciare le storia umana, e dall'ipocrita censura imposta dalle religioni.

Se Dio è conoscenza, conoscere significa avvicinarsi a Dio.

Il califfo ordinò ad Amru di bruciare i volumi della biblioteca di Alessandria in quanto era sufficiente il Corano e non c'era bisogno di libri permissivi e nocivi. D'altro canto fanatici cristiani bruciarono antiche biblioteche durante il medioevo. Il vescovo spagnolo Diego de Landa bruciò i documenti Maya perché considerati opere del Maligno.
Se le opere antiche non fossero state distrutte o nascoste, oggi avremmo certamente riferimenti ad Atlantide e la strada verso la verità sarebbe più chiara. Ma la storia e la verità non si celano a lungo, ne si sotterrano.

Le antiche iscrizioni, gli stessi monumenti, le pietre, comprese quelle ancora sotto l'oceano, narrano di un antico popolo e di conoscenze perdute e in parte ritrovate. Raccontano una storia più antica di quella divulgata; riaffiorano conoscenze matematiche ed astronomiche note da millenni, concetti e fenomeni cosmici, riscoperti solo negli ultimi quattrocento anni, che hanno influenzato la scienza moderna e dettato le regole di vita di una società che appare più antica di migliaia e migliaia di anni.

Le "pietre delle serpi" a Dendera, per esempio, insieme a molti altri reperti, illuminano una parte della strada che conduce alla verità; ancora molto lunga e cosparsa di domande che esigono risposte certe ma che, purtroppo, nessuno di noi è in grado di fornire. Almeno per adesso.

venerdì 14 novembre 2008

Misteriosa aurora luminosa su Saturno confonde gli scienziati.


Una splendida luce apparsa su Saturno sta confondendo e meravigliando gli scienziati, in quanto si comporta in maniera diversa da tutte le altre aurore planetarie conosciute nel sistema solare. Il bagliore verde-blu è stato scoperto sopra gli anelli del pianeta, nei pressi del polo nord di Saturno. E come su polo nord della Terra si illumina. “Non abbiamo mai visto un’aurora simile a questa“, ha detto Tom Stallard, scienziato che lavora nell’Università di Leicester, col compito di studiare i dati che provengono dalla sonda Cassini. “Questa aurora copre uno spazio enorme attorno al polo nord di Saturno.

Quello che si ipotizza, vedendo il comportamento di questa aurora, è quello che questa zona sia vuota. E proprio per questo motivo che l’accertamento che anche in questa zona ci siano aurore è davvero una sorpresa piacevole“. La nuova aurora (rilevata agli infrarossi) appare in una regione nascosta ed è stata catturata dal NASA’s Hubble Space Telescope. Cassini ha poi osservato ciò quando è passato vicino alla regione polare di Saturno.

Attraverso la luce ad infrarossi, si nota che l’aurora talvolta riempie la regione di circa 82 gradi di latitudine nord, talvolta oltre il polo nord stesso. Questa nuova aurora è anche in costante evoluzione e sparisce in un periodo di tempo di 45 minuti. ” Vi è qualcosa di speciale e di imprevisto, su questa magnetosfera planetaria e il modo in cui interagisce con il vento solare e l’atmosfera del pianeta“, afferma lo scienziato Cassini, Nick Achilleos, presso la University College London. La missione Cassini-Huygens è un progetto di cooperazione tra la NASA, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana.

Sintesi e traduzione (dall’inglese) da

http://www.youtube.com/watch?v=gTh8kcCvlTY

domenica 9 novembre 2008

Un sistema solare simile al nostro.


Gli ultimi risultati delle osservazioni del telescopio spaziale Spitzer della Nasa

Attorno alla stella Epsilon Eridani un sistema solare simile al nostro

L'astronomo Dana Backman: «Assomiglia al nostro all’epoca in cui la vita metteva radici sulla Terra»


Una magnifica sorpresa ricca di intriganti implicazioni. E’ la scoperta di un sistema solare, il più vicino finora osservato, attorno alla stella Epsilon Eridani, un astro cinque volte più giovane del nostro Sole (ha infatti solo 800 milioni di anni), situato a 10,5 anni luce e dotato di due fasce di asteroidi. Epsilon Eridani proprio per essere nel nostro circondario e così simile al nostro Sole, ha già acceso la fantasia in molti modi e non a caso è citata nella serie di Star Trek ma è stata anche protagonista di alcuni racconti di Isaac Asimov. Ora il suo fascino aumenta grazie al risultato ottenuto dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa.

DUE PIANETI
- In passato erano già stati avvistati due possibili pianeti intorno alla stella-madre, più un anello esterno di corpi ghiacciati analoghi ai nostri oggetti trasnettuniati presenti oltre l’orbita di Nettuno (tra i quali è stato inserito lo stesso Plutone) e racchiusi nella fascia di Kuiper. Ma ora affinando le osservazioni, Spitzer, che scruta nella lunghezza d’onda dell’infrarosso, ha rilevato due zone più interne popolate da pianetini, “materiale in costruzione” di possibili pianeti o frutto di collisioni. «Questo sistema solare assomiglia al nostro all’epoca in cui la vita metteva radici sulla Terra» commenta Dana Backman, astronomo del Seti Institute a Mountain View, in California e autore dell’articolo che apparirà nel prossimo numero di gennaio di Astrophysical Journal in cui racconta il lavoro compiuto.

UN PIANETA SOLIDO COME LA TERRA? - La presenza di questi corpi rocciosi o metallici – si fa notare – intorno ad altre stelle è un possibile indice della presenza di pianeti solidi come la Terra in orbita nelle aree vicine all’astro e di massicci pianeti gassosi nelle vicinanze della fascia come accade per il nostro Giove subito oltre gli asteroidi. Le fasce scoperte da Spitzer ruotano ad una distanza di tre e venti unità astronomiche (una unità è la distanza Terra-Sole): la prima si colloca quindi nella stessa posizione in cui si trova l’unica fascia di asteroidi che il nostro sistema solare possieda tra Marte e Giove. E analogamente uno dei due pianeti scoperti in passato, nel 2000, è sistemato proprio a 3,4 unità astronomiche; quindi come Giove.

E’ la prima volta che si riscontra una somiglianza di questo tipo. L’altro possibile pianeta esistente era individuato nel 1998 e dovrebbe essere posizionato in vicinanza del bordo interno dell’anello più esterno tra 35 e 90 unità astronomiche. Ma la scoperta di una seconda fascia di asteroidi interna fa supporre agli astronomi l’esistenza di un terzo pianeta e quindi tutti ne sono alla caccia in una zona a circa 20 unità astronomiche. Potrebbe essere proprio lui il responsabile dell’esistenza della stessa fascia. Alla ricerca ha collaborato anche Massimo Marengo dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Usa).

RICERCA DI UNA CIVILTA’ ALIENA - Dalla fantasia alla scienza (o dalla scienza alla fantasia?), per Epsilon Eridani il passo sembra sempre più breve. Forse avevano ragione gli astronomi nel 1960 quando la stella era una dei pochi soggetti considerati e indagati per cercare di individuare segni di una possibile civiltà aliena?

Giovanni Caprara