Il Giapponese Maruyama Shigenori, uno dei più grandi geofisici del mondo, sta lavorando su una formula globale per un nuovo campo di studi che includerebbe dozzine di discipline in collaborazione, per produrre un disegno generale della Terra. Connettendo i legami dall'astronomia alle scienze della vita, emerge un'ampia immagine dei pianeti che appaiono come super-organismi viventi.
Shigenori crede che espandere lo studio delle scienze della vita al cuore del nostro mondo e alle profondità dello spazio esterno, ci aiuterà a trovare pianeti simili alla Terra che possono anche sostenere la vita. Maruyama sta creando un nuovo istituto chiamato Center for Bio-Earth Planetology e verrà lanciato nel 2009 e dedicato in pieno alla creazione di una nuova concezione della vita nello spazio.
Vuole scoprire se i continenti emergeranno ancora in 250 milioni di anni, per formare un singolo super-continente; come i meteoriti cambiano la composizione chimica della Terra; e quale connessione esiste tra la temperatura di un pianeta e il suo campo magnetico, che protegge piante e animali dal bombardamento della radiazione cosmica, che a sua volta influenza la frequenza di mutazione e quindi lo sviluppo di nuove forme di vita. Maruyama sta anche provocando controversie con questa nuova teoria sul ciclo vitale della crosta Terrestre.
Per spiegare come mai le placche continentali si spostano sulla superficie del mantello Terrestre, Maruyama suppone che i continenti abbiano cicli vitali. Vecchie, fredde placche continentali affondando nel mantello della Terra e quindi si sollevano di nuovo, creando vulcani alimentati da movimenti di convezione tridimensionali a fondo sotto la superficie.
Maruyama sta portando l'idea della deriva dei continenti del pioniere Alfred Wegener ad un nuovo livello. Wegener era un esploratore Tedesco e un metereologo che nel 1912 credeva che i continenti si spostassero sulla superficie della Terra, una idea che venne ridicolizzata persino dai suoi colleghi di ricerca come "visione ridicola" e "grande sogno di un grande poeta". Non fu prima degli anni '60 che gli studi del fondo degli oceani fornissero prove irrifiutabili che Wegener aveva ragione.
Oggi sappiamo tutti che i continenti sono enormi placche che si spostano sul caldo mantello della Terra come iceberg sull'oceano. Ancora oggi, l'ipotesi manca di una base logica e convincente. Nessuno sa spiegare le meccaniche reali dietro al motore che guida la deriva e la rottura delle placche continentali. Le profondità della Terra rimangono nel mistero. La superficie è stata esplorata in modo più esteso. Dato che la perforazione si ferma ad un massimo di 12km, i rimanenti 6300 km verso il centro della Terra, restano inaccessibili.
In una intervista col Der Spiegel, Maruyama risponde: "La deriva continentale che osserviamo sulla superficie della Terra ha la sua controparte nel mantello della Terra. Vecchie, fredde placche sono spinte in basso nel mantello della Terra ai bordi continentali", spiega. "A questo punto raccolgono molto ferro. Puoi immaginarlo come simile alla condensazione dell' acqua."
Appesantite dal ferro, le placche affondano sempre più nella roccia calda e fusa, finchè raggiungono l'interno del mantello della Terra. Qua, ad una profondità di 2.900km, si fermano e si posizionano nel "cimitero delle placche". Questo è presumibilmente il bordo esterno del cuore pesante della Terra, dove la temperatura raggiunge i 4.000°C (7.200° Fahrenheit).
Maruyama continua: "Però i continenti rovesciati non riposano semplicemente nei loro cimiteri delle placche per sempre." Invece, sperimenteranno una improvvisa resurrezione. Il calore e la pressione nelle profondità stimolano processi chimici, portando le placche a depositare il loro carico di elementi pesanti. Liberate da questo peso, divengono più leggere dell'ambiente circostante, portandole a sollevarsi come tappi nell' acqua. Il risultato: Sopra le vecchie tombe delle placche, sul pavimento del mantello fuso della Terra, un flusso a forma di fungo di magma caldo chiamato pennacchio, si apre la via verso la superficie.
Infine il flusso in salita di roccia fusa raggiunge la crosta cristallizzata e la taglia come una saldatrice. Si formano vulcani, come quelli sulla Grande Isola delle Hawaii. Maruyama dice che la lava rossa e calda che erutta sull'isola vulcanica viene direttamente da un cimitero di vecchie placche a 2.900km sotto la superficie, dove si trovano i resti di un antico continente di 750 milioni di anni fa. La teoria di Maruyama postula la fantastica storia di questa roccia antica.
L'ingrediente chiave per la chimica dell'interno della Terra è la stessa che determina il clima in superficie: acqua. Le placche oceaniche affondate hanno acqua di mare bloccata nella loro struttura minerale, solo in pochissima parte, ma a sufficienza per cambiare drasticamente le caratteristiche della roccia. Persino minute quantità di acqua nell'ex pavimento dell'oceano possono abbassare significativamente il suo punto di fusione e questo accelera il suo eventuale ritorno in superficie. L' acqua aiuta la roccia a perdere il carico di ferro pesante, aumentando così il sostegno di questo vecchio materiale.
Il geofisico dipinge così una immagine tridimensionale del pianeta Terra dove, in aggiunta alla deriva dei continenti sulla superficie, ci sono stanze per le'"anti-placche tettoniche" alla base del mantello della Terra. Una "anti-crosta" in profondità riflette ad un certo livello eventi sulla superficie, con "laghi" e "montagne" e "fiumi" di roccia fusa. Terremoti e potenza di calcolo sono i requisiti principali per i ricercatori che cercano di mettere assieme una immagine "a raggi-x" dell'interno della Terra. Il principio è semplice: quando si verifica un terremoto, le onde sismiche corrono lungo il mantello della Terra. Serve un quarto d'ora perchè l'onda viaggi dall'Indonesia alla Germania. La durata di questo viaggio rivela molto ai ricercatori. Le onde sono rallentate da regioni viscose e calde, come i pennacchi del mantello e accelerate da oggetti solidi o freddi.
Terremoti simili a quello che colpì Kobe nel 1995 e uccise circa 5.100 Giapponesi, sono la principale fonte di dati di Maruyama. L'isola nazione si trova direttamente sul Pacifico occidentale crocevia di tre enormi placche posizionate come auto in fila in autostrada: le placche tettoniche del Pacifico, dell'Australia e dell'Eurasia.
Fonte:
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org