lunedì 23 marzo 2009

Suoni dal profondo.

I sonar della Marina Usa producono rumori forti come quelli di un jet. E uccidono le balene
La Marina militare Usa aprirà nei prossimi mesi un centro per l'addestramento all'uso del sonar al largo della North Carolina. Un'idea che - letteralmente - non suona affatto bene alle orecchie delle balene dell'Atlantico.
Belene su una spiaggia UsaRumori infernali. I sistemi sonar a frequenze medie emettono onde sonore che percorrono distanze di centinaia di chilometri attraverso la massa acquea, rivelando gli oggetti incontrati lungo il loro cammino. Per far ciò, gli 'speaker' degli apparecchi sonar devono produrre segnali pari all'intensità sonora di un motore di caccia F-15 al decollo. Gli oltre 200 decibel di rumore che investono le orecchie delle balene fanno esplodere i loro timpani e provocano embolie che spesso ne causano la morte. Numerosi esemplari di balene rostrate, orche e megattere sono stati trovati senza vita sulle spiagge di tutto il mondo. Le biopsie hanno rivelato che le cause dei decessi sono le emorragie cerebrali e intorno alle orecchie provocate dai violenti traumi acustici. Il sito scelto dalla Marina Usa ha caratteristiche che lo rendono unico: è vicino a porti nazionali, infrastrutture e basi aeree. Inoltre, le acque sono poco profonde e il clima è ideale per gli esperimenti. Le balene sono solo un 'inconveniente', mentre dovrebbero invece essere una priorità.

L'interno di un sottomarinoEsperimenti militari. Esiste un Trattato internazionale per la protezione dei mammiferi marini che dovrebbe tutelare le specie a rischio di estinzione, come appunto la balena rostrata. Il Dipartimento per la pesca statunitense ha esentato fino al 2007 la Marina Usa dal rispettarne i divieti, come molestare, cacciare, catturare o uccidere qualsiasi mammifero marino. Le prove che il muro sonoro prodotto dai 'sonar militari attivi' costituisce un fastidio non da poco per i cetacei, hanno cominciato a emergere quando almeno 16 balene di quattro specie diverse sono state trovate sulle spiagge delle Bahamas nel 2000, dopo che un sottomarino Usa aveva compiuto esperimenti nell'area. La Marina ha negato ogni responsabilità, mentre gli scienziati hanno provato che tra i sonar e il fenomeno esiste un rapporto di causa-effetto. Purtroppo, quello delle Bahamas è solo la punta di un iceberg. Spiaggiamenti di massa sono avvenuti a Madeira (2000), in Grecia (1996), alle Canarie ('85, '88, '89, 2002, 2004) e nel North Carolina. Nel luglio del 2004 i ricercatori hanno rilevato una straordinaria concentrazione di spiaggiamenti nei pressi di Yokouka, al largo delle coste giapponesi, dove è presente una base militare Usa. Gli scienziati ritengono che le proporzioni del fenomeno siano enormi, se è vero che ancora non esistono studi sulle morti di cetacei in mare aperto.

Effetti collateraliConseguenze letali. Oltre alla morte, gli effetti dei sonar sulla vita dei mammiferi marini hanno una serie infinita di conseguenze. Altrettanto nefaste. Eccone alcune, tratte da 'Sounding the depths' (Suoni dal profondo), lo studio elaborato dal Natural Resource Defense Council, un'organismo ambientalista statunitense. Vi sono conseguenze fisiologiche, come danni ai tessuti, emboli, danni al sistema uditivo, sordità, annientamento del sistema immunitario e vulnerabilità alle malattie. Conseguenze nel comportamento: perdita dell'orientamento, aggressività, calo della fertilità. Conseguenze nella percezione, che vanno dai disturbi nella comunicazione con membri della stessa specie, all'interferenza nell'interpretazione acustica dell'ambiente circostante, fino ad una ridotta efficacia nella ricerca del cibo. Nelle oscurità marine, balene, delfini e altri animali marini utilizzano il suono per orientarsi quando migrano, per localizzarsi l'un l'altro, per accoppiarsi, trovare cibo, difendersi dai predatori e prendersi cura dei loro piccoli. I rumori prodotti dall'uomo possono interferire con ciascuna di queste attività, mettendo a dura prova la loro capacità di sopravvivenza. Mentre l'amministrazione Usa continua a fare orecchie da mercante.

Luca Galassi