mercoledì 21 gennaio 2009

UN DIVERSO APPROCCIO AL FENOMENO DELLA PRESENZA EXTRATERRESTRE


Le infinite polemiche sulla genuinità, falsità dei filmati UFO.
Proviamo ad analizzare il problema da un altro punto di vista. Da oltre 50 anni gli UFO sono avvistati, fotografati e filmati in tutto il mondo. Per quanto è vero che sono stati prodotti numerosi falsi, è anche vero che la quantità di materiale sicuramente reale è notevole. Non dimenticando la enorme mole di testimonianze di gente comune e personalità autorevoli quali scienziati, militari, astronauti ecc. Nonostante ciò la manipolazione delle menti porta ancora oggi gli stessi appassionati e ricercatori ad interessarsi in modo esclusivo di ciascun nuovo caso o filmato, partendo sempre dal presupposto che si tratti di un falso, creando così una polemica infinita. Polemica che si esaurirà sino a che un nuovo caso o documento ne produrrà un' altra.

Cioè i primi a non credere e diffidare ad ogni costo sono gli stessi ricercatori. L'imprinting del “ridicolo” e della “diffidenza” ha tenacemente radicato nell'istinto delle persone che diffidare è sinonimo di apertura mentale, intelligenza, serietà, scaltrezza ecc. L'approccio negativo è stato subliminalmente inculcato come valore positivo da tutti quei settori di potere che hanno interesse a tener lontano i curiosi e i “non addetti” da un fenomeno che potrebbe (e lo farebbe) cambiare gli attuali equilibri di dominio dell'umanità. Il problema perciò si pone in modo molto serio. Questa situazione di riflesso fa sì che anche il fenomeno non si sblocchi e non passi ad una successiva fase operativa, di maggior avvicinamento, in quanto questo esaurisce l'interesse del pubblico e degli stessi ricercatori che, non accorgendosi di questo meccanismo o pensando acriticamente di esserne immuni, creano un immobilismo che non porta da nessuna parte.

Gli stessi casi di falso all'interno dei casi reali andrebbero affrontati e compresi nelle loro cause scatenanti, mantenendo integra la parte concreta e realmente importante dei fatti: cioè che siamo visitati da civiltà provenienti dal cosmo. Un esempio di ciò è il caso del contattista svizzero Billy Meier. Questi ha prodotto un enorme numero di foto, filmati e materiali quali metalli dalle particolarissime caratteristiche ma, ancora oggi, l'argomento di discussione che soprattuto anima gli studiosi sono i falsi che egli avrebbe prodotto.


Falsi che sono in numero irrisorio rispetto alla enorme mole di materiale genuino che ha retto alle più approfondite analisi. Materiale che ho preso ad esempio perché realizzato in un'epoca in cui non esistevano le tecnologie digitali e produrre dei falsi credibili era estremamente difficile e costoso. Una impresa che era possibile solo con i grandi budget delle industrie cinematografiche e con i risultati che tutti ben conosciamo. Perciò ripeto, le prove della esistenza di falsi ci sono, ma ci sono anche le prove della realtà di questa visita.

Questo è il vero argomento che andrebbe discusso. Invece si adotta la politica del “buttare il bambino assieme all' acqua sporca”. Il tanto declamato “metodo scientifico” si usa come un “post – it”, lo si attacca e lo si stacca dove più fa comodo. Se si trova il falso è stata un'analisi “scientifica”, se il filmato è reale si fa finta di niente, il discorso non viene portato al livello più alto e si cerca un altro caso su cui fare polemica. La stessa valenza etico-spirituale è sempre stata demonizzata aprioristicamente, evitando di portare sul tavolo della seria discussione quanto, in oltre 50 anni di comunicazioni, gli stessi visitanti hanno spiegato. Si evita quindi anche qui il “metodo scientifico”.

I riscontri incrociati degli eventi ufologici e contattistici, delle comunicazioni e dell'evoluzione dei problemi della nostra umanità ci confermano invece, ad uno studio serio e scevro da pregiudizi, che queste comunicazioni sono state confermate dai fatti. Cioè sono reali ed esplicative del perché ci visitano e di come “loro” vogliono approcciarsi all'umanità terrestre.
Attraverso la creazione di altri meccanismi psicologici automatici, ad esempio il termine “cultismo ufologico”, si è creata un' altra accezione negativa, un deterrente automatico a livello psicologico, che tiene le persone lontane dallo studio di questo fondamentale aspetto che concerne non le nostre religioni istituzionalizzate, ma l'etica delle civiltà super evolute che ci visitano.

Etica che se compresa, potrebbe farci fare un passo verso i visitatori e potrebbe far compiere un passo dei visitatori verso di noi. Oltre che migliorarci come esseri umani e capire un po' meglio le cause dei nostri devastanti problemi. Ci sarà un cambiamento? Non lo so, sinceramente ho forti dubbi. Non riusciamo a metterci d'accordo e portare su un piano prioritario, nemmeno la ricerca di soluzioni per i gravissimi problemi che minacciano la nostra stessa sopravvivenza...
Se poi volessimo fare una analisi delle religioni che riteniamo sicure, cioè non settarie, quelle ufficiali di massa di tutto il pianeta, è facile provare che molte, se non tutte, si sono macchiate in tempi antichi e moderni di persecuzioni e crimini aberranti.

Ma la macchina della manipolazione ripulisce la memoria storica dei fatti e addormenta le coscienze che non riescono più a fare una valutazione critica dei fatti. Era definita “Santa” l'inquisizione che squartava, bruciava, torturava con sadica crudeltà e indiscriminatamente, anche senza prove, solo per un semplice sospetto, tutti coloro che avevano la colpa di pensarla, forse, in modo diverso.
Ed è durata per ben cinque secoli... Genocidi e stermini “in nome di Dio” sono una costante della nostra umana vicenda. E' solo un brutto ricordo? Guardiamo la storia recente e il mondo di oggi e diamoci una onesta risposta.

I tentativi quali il Disclosure Project del Dott. Steven Greer, negli USA, sono esempi di come si potrebbe cercare di sbloccare la situazione, ma non bastano. Ci vorrebbe una mobilitazione di massa, ma come può arrivare se gli stessi studiosi non affrontano e risolvono definitivamente il problema del perché del “non contatto”? Ritengo che se ci fosse una unità di intenti da parte degli esperti a livello nazionale e internazionale tale da generare interesse nella massa si potrebbe giungere a suscitare le stesse civiltà che ci visitano a un più chiaro e palese approccio. Questo interesse si potrebbe incentivare attraverso la continua informazione sui casi reali, lo studio e la diffusione delle informazioni giunte da “fuori” e una rivalutazione dei miti e degli stessi fatti narrati nei libri sacri di molte culture, aggiornandoli ad un mondo che, comunque, ha fatto molti passi in avanti nel settore scientifico e culturale.

Se non usciamo dalle sabbie mobili di questa situazione, conveniente solo a chi vuole creare diffidenza, sospetto, distacco e indifferenza al fenomeno, non arriveremo a nulla e gli eventi, come spesso è successo nella storia, ci coglieranno impreparati, e rimarremo con la sola desolante e tristissima consapevolezza di aver perso una grande occasione.

P. G. Caria - 16.01.2009