martedì 12 ottobre 2010

Domani webcast mondiale del Wwf per valutare lo stato di salute del pianeta


L'umanità risulterà anche quest'anno in debito con la natura. In debito di aria, cibo, acqua, verde. Ed a rilevare perché e di quanto sarà questo debito è il 'Living Planet Report 2010' che il Wwf diffonderà domani, con un webcast mondiale.

In collaborazione con la Zoological society di Londra e il Global footprint network, l'associazione ambientalista internazionale presenterà la sua ultima diagnosi sulla salute della Terra dalla sede del Festival del cinema naturalistico di Bristol, con una diretta mondiale, condotta dalla giornalista di Al Jazeera Veronica Pedrosa, sul sito internazionale www.panda.org.

Insomma il Wwf ha scelto la madre di tutte le reti per raccontare l'ultima radiografia che mette in mostra i mali del pianeta azzurro e per portare il suo messaggio a tutte le popolazioni. Ma non solo.

La presentazione del Rapporto 2010 sarà anche l'occasione per ricordare che questo è l'anno della Biodiversità. Studenti, ricercatori, giornalisti, scienziati, comuni cittadini in tutto il mondo, nei loro uffici, da casa o anche dai telefonini, potranno assistere alla presentazione più capillare mai organizzata dal Wwf per parlare del nostro pianeta. E tutti potranno anche inviare commenti e domande tramite Twitter, aggiungendo #lpr al proprio tweet.

Anche in Italia il Wwf ha promosso un incontro per diffondere il 'Living Planet Report 2010'. Il rapporto verrà presentato in mattinata a Roma, con un'anteprima nella sala delle Colonne dell'università Luiss Guido Carli, mentre il collegamento con Bristol inizierà alle 14,00 (ora locale).

All'anteprima alla Luiss parteciperanno Marco De Giorgi, segretario generale del ministero dell'Ambiente, Sebastiano Maffettone, direttore del Center for ethics and global politics Luiss Guido Carli, Riccardo Valentini, presidente della commissione Cambiamenti globali del Cnr, e Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia.

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Il mistero del numero 33 che ricorre in tutta la vicenda dei minatori cileni.


Ricorre misteriosamente il numero 33 in tutta la vicenda dei minatori intrappolati nel pozzo San Jose', nel deserto cileno di Atacama.

Sono 33 i minatori e sono stati 33 i giorni impiegati dalla trivella Schramm T-130 per scavare il tunnel verticale portera' tutti in salvo dalla mezzanotte di domani, del giorno 13/10/10 composto da cifre che sommate fanno di nuovo 33 in totale.

E sono ancora 33 i caratteri, compresi gli spazi, del messaggio che ha confermato che erano tutti vivi dopo il crollo della roccia di migliaia di tonnellate che ha chiuso la via d'uscita della miniera il 5 agosto scorso:

"Estamos bien en el refugio los 33" (Stiamo bene nel rifugio, i 33) aveva scritto il piu' anziano dei minatori, il 63enne Mario Gomez, sul bigliettino che il 22 agosto ha riacceso le speranze di tutti.

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Un asteroide ha "sfiorato" la Terra e non ce ne siamo neanche accorti


Roma, 12 ott. - (Ign) - L’asteroide 2010 TD54 aveva zero probabilità di un impatto sulla Terra, sia per la traiettoria che per le dimensioni. E così è stato. Secondo quanto riporta l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) il TD54 2010 sarebbe stato grande dai cinque ai dieci metri di larghezza. I calcoli del Jonhson Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena in California hanno segnalato alle 12.50 ora italiane il passaggio di un piccolo asteroide all’interno del sistema Terra-Luna a un’altitudine di circa 45.000 chilometri in corrispondenza del Sud-Est asiatico.

Asteroidi di queste dimensioni sono milioni e giornalmente, segnala l'INAF, seppur non scoperti, incrociano la traiettoria tra Terra e Luna. Allo stesso tempo, se anche entrassero nell’atmosfera terrestre, finirebbero per disintegrarsi senza produrre danni sulla superficie.

La NASA, con il programma Near Earth Object rileva, traccia e caratterizza gli asteroidi e le comete che passano vicino alla Terra, utilizzando sia telescopi a terra che spaziali. Il Near-Earth Object Program, comunemente chiamato 'Spaceguard' scopre questi oggetti, caratterizza un sottoinsieme di essi, e le loro orbite per determinare se possano essere pericolosi o meno per il nostro pianeta.

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lunedì 11 ottobre 2010

Nuovi misteri nella Caverna dei Cristalli

Alcuni di voi avranno già sentito parlare della Caverna dei Cristalli, un luogo sotterrano dalle temperature estreme, formazioni cristalline di dimensioni ciclopiche e un perfetto terreno di studio per gli estremofili.

Gli scienziati hanno esplorato l'interno della caverna, scoprendo misteri biologici, paralleli con altri pianeti, e quello che viene definito "Il Palazzo di Ghiaccio", una caverna ancora inesplorata. Giusto in tempo, dato che la caverna potrebbe ben presto allagarsi di nuovo e seppellire i misteri che la popolano.

La Caverna dei Cristalli si trova a circa 100 metri di profondità nel deserto di Chihuahua, in Messico. La sua particolarità principale sono i cristalli enormi, i più grandi del mondo, che pendono dal soffitto, si innalzano dal pavimento, o escono dalle pareti.
"Man mano che i cristalli diventano sempre più grossi, diventano meno euedrali (costituiti cioè da superfici geometriche regolari) e più simili a roccia" afferma John Rakovan della Miami University. "Gli scienziati non credevano che fosse possibile ottenere cristalli così morfologicamente perfetti prima della scoperta della Caverna dei Cristalli".

La caverna tuttavia è un ambiente decisamente ostile, cose che ne rende difficile l'esplorazione e lo studio. La temperatura è quasi costantemente prossima ai 50°C, e l'umidità è pari al 90%, le condizioni perfette per uccidere un essere umano non equipaggiato in 30 minuti. "E' un ambiente terribile e magico allo stesso tempo" dice Penelope Boston, astrobiologa apparsa nel documentario "Into the Lost Crystal Caves" del National Geographic Channel.

Per entrare nella Caverna dei Cristalli e concedersi una permanenza sufficiente a studiarne i misteri è necessario indossare una tuta da 25 chilogrammi di peso, che estende il periodo di sopravvivenza in quel luogo infernale da 15 a 60 minuti. La tuta contiene diverse sacche riempite con ghiaccio, e respiratori che inviano aria fresca ai polmoni.
"E' divertente, perchè se si guardano le foto di noi dentro le tute, sembra di essere in una camera ghiacciata, ma è proprio il contrario" spiega la Boston.


C'è poi il problema dell'acqua. Le caverne sono costantemente mantenute all'asciutto (se così si può dire considerando il 90% di umidità...) da pompe che lavorano senza sosta, di proprietà dell'industria mineraria Industrias Peñoles. "Non credo potranno mai essere in grado di conservare quelle caverne" dice Rakovan. "Sarebbe economicamente non proponibile". Ma sommergere la caverna avrebbe i suoi lati positivi: "Potrebbe preservare i cristalli. E se dovesse diventare importante tornare laggi, si potrebbe iniziare a pompare di nuovo".

E studiare la caverna potrebbe rappresentare un'importantissima fonte di informazioni, soprattutto per lo studio della vita microbica estrema. Nel 2008, un team di ricerca ha infatti scoperto piccole forme di vita che vivono in minuscole sacche d'aria all'interno dei cristalli. L'anno successivo sono stati scoperti batteri e virus in pozze d'acqua non presenti al momento delle prime esplorazioni della caverna, con una concentrazione pari a 200 milioni di virus in una singola goccia d'acqua.

Questi microrganismi presentano misteriosi aspetti in comune con altri esseri viventi estremofili scoperti in ogni parte del mondo. "Non riusciamo proprio a capire come organismi provenienti da vulcani sottomarini o miniere d'oro abbiano aspetti in comune con microrganismi scoperti nella caverna" dice Curtis Suttle, biologo della University of British Columbia. "E' difficile immaginare una rete sotterranea che connetta il Sud Africa con il Messico".

Gli esseri viventi della Caverna dei Cristalli sono anche perfetti modelli di studio per comprendere come la vita possa essersi fatta strada su mondi lontani. "Per Marte, la nostra miglior scommessa di scoprire la vita è guardare nel sottosuolo. Ci sono molti parallelismi tra l'esplorazione delle caverna sotterranee alla ricerca di microbi, e l'esplorazione futura di Marte".

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U.F.O - FBI ed epidemie


C'è una sottile relazione fra UFO ed epidemie? Al momento non sembrerebbe esserci nessuna correlazione evidente fra i due fenomeni, ma nel 1949 c'era qualcuno che sembrava avesse dei sospetti concreti.

Tutto è venuto a galla dalle migliaia di pagine declassificate negli anni dal Federal Bureau of Investigation (FBI) e leggendo pazientemente, pagina per pagina, ci si imbatte in un documento datato 6 settembre 1949.

La pagina in questione era indirizzata direttamente al direttore dell'FBI, all'epoca il mitico Edgar Hoover, da parte del SAC (Strategic Air Command) di Indianapolis. Come ben è risaputo il Comando Aereo Strategico degli Stati Uniti d'America, ufficialmente sin dal 1947, aveva un interesse notevole per la questione dei “dischi volanti” e le prime risposte, in merito allo strano ed enigmatico fenomeno aereo, era che potessero anche essere di origine interplanetaria, anche se questa tesi non è stata ancora comprovata ufficialmente da parte di documenti declassificati dal FOIA americano.

Nel documento in questione, in cui vengono censurate le generalità identificative dei protagonisti, si legge che una persona dell'OSI (Office of Special Investigations) dell'USAF (United States Air Force), che operava all'interno del Benjamin Harrison Air Base, aveva chiamato l'ufficio federale per conoscere delle informazioni supplementari in materia di “dischi volanti” e aveva dichiarato che era stato da poco incaricato per conoscere un dottore, le cui generalità sono rimaste ignote fino ad oggi.

Secondo l'agente dell'OSI, l'uomo da interrogare era stato testimone di un avvistamento UFO, che sarebbe avvenuto nelle vicinanze di Lake of the Woods (Lago dei Boschi), in Canada, all'incirca il giorno 1° luglio 1949.

E fin qui nulla di strano, come sappiamo in quei periodi gli avvistamenti di “dischi volanti” e similari erano all'ordine del giorno, tanto da far nascere delle commissioni di studio ed indagine in seno alle forze armate e di “intelligence” di mezzo mondo.

Ma, leggendo il documento, la storia si infittisce. A quanto pare il “disco volante” avvistato dall'enigmatico dottore, che per comodità da ora chiameremo dottor “X”, fu notato anche da un agente della stessa FBI. Secondo il racconto, riportato sul documento ufficiale, il dottor “X” tornando dal Canada, destinazione Decatur (Indiana), si imbatte in una strana epidemia, che a primo impatto sembrava causata da poliomelite.

La malattia, secondo il dottor “X”, aveva una forte correlazione con i “dischi volanti”. E, come paragone, citava un episodio simile che accadde in Carolina nel 1948. Proprio in quella occasione, secondo il dottor “X”, erano stati avvistati degli UFO, con la conseguente nascita e il diffondersi dell'epidemia di poliomelite. Anche se erano delle supposizioni, visto che non erano state mostrate prove incontrovertibili di ciò, il dottor “X”, forte della sua esperienza nel campo medico, analizzò tutto ciò che era addebitabile ad una epidemia di poliomelite, sfogliando tutta la letteratura scientifica dell'epoca e concentrandosi, soprattutto, su sintomi, diagnosi e così via. Il risultato che venne fuori fu ancora più inquietante.

Secondo il documento dell'FBI, il dottor “X” aveva scoperto che in realtà non si trattava di epidemia di poliomelite, ma probabilmente dovuta ad avvelenamento di uranio, che sappiamo benissimo essere un elemento metallico radioattivo. Se ciò dovesse confermarsi un giorno concreto e con prove empiriche ufficiali, rafforzerebbe la tesi che alcuni UFO siano per davvero (indirettamente o meno) una minaccia per l'ecosistema biologico terrestre. Ma ritorniamo al documento.

Vi si legge, inoltre, che il misterioso agente dell'OSI abbia poi contattato uno dei medici di stanza al Benjamin Harrison Air Base sulla questione e aveva fatto una ricerca che consisteva nel trovare dati inerenti la correlazione fra avvistamenti di UFO ed epidemie, in questo caso concentrandosi su quella poliomelitica, anche se il dottor “X” aveva presuntamente appurato che si trattava invece di avvelenamento radioattivo da uranio. Sul documento dell'FBI non viene citato se il risultato della ricerca abbia portato a dei risultati. E se invece si fossero avuti? Dove sono andati a finire? Dato che c'era, appurando dal documento, l'interesse degli Uffici Investigazioni Speciali dell'Aeronautica militare statuintense e le industrie che lavoravano per essa, si potrebbe ipotizzare che sia stato tutto secretato, magari per utilizzare le risultanze delle ricerche in fantomatiche armi biologiche e batteriologiche.

E visto che eravamo in periodo di guerra fredda e attacchi “top secret” non si può escludere che ciò sia accaduto per davvero.

Oppure sia stato invece analizzato per bene il tutto, perfezionato e poi, una volta avuta la certezza che non avrebbe fallito, la “nuova arma” biologica sia stata testata qualche anno più tardi, sotto le teste ignare dei cittadini. Ma sono soltanto delle ipotesi, illazioni, non suffragate da prove certe. E chi scrive è contro il sensazionalismo e il cospirazionismo più becero.

Il documento si conclude affermando che la tesi dell'enigmatico dottor “X” ha ricevuto una forte repulsione in seno all'Indiana University Medical School di Indianapolis, con i medici che hanno risolto la questione con grosse risate e che tutto risultava (secondo loro) il frutto di un grande scherzo. Ma non è l'unica conclusione, vi si legge che dottor “X” aveva dichiarato che anche nel Canada c'erano stati strani eventi, parlando di enigmatici resti di “dischi volanti”, senza dichiarare date e luoghi precisi.

Ci domandiamo, quale spunto ci può dare questo documento?

Sicuramente, se ciò che è scritto è accaduto per davvero, apre scomodi e inquietanti interrogativi: quanti eventi simili sono accaduti e si preferisce tacere? Probabilmente un discreto numero, basti pensare che è risaputo cosa possa portare un IR2 (Incontro Ravvicinato del 2° Tipo, ossia incontri caratterizzati dall'interazione dell'oggetto misterioso con l'ecosistema circostante) a dei testimoni oculari.

Un esempio è quello che accadde nel periodo indicato tra il 1977 e il 1978 in Brasile, dove alcuni Stati furono colpiti drammaticamente da eventi UFO, con testimoni sovente colpiti da gravi malattie prodotte dall'interazione con oggetti volanti non identificati, ma l'elenco potrebbe continuare.

Quindi concludendo, esiste un documento ufficiale, in cui si accenna ad una ipotetica correlazione fra UFO ed epidemie, che potrebbe portare (secondo chi scrive) a riconsiderare in modo diverso il contatto fra esseri umani e intelligenze extraterrestri, che presto o tardi che mai riguarderà tutti noi.

Non a caso esiste la procedura di “quarantena” per gli astronauti, quando questi sono tornati sulla Terra dopo missioni nello Spazio. Sono solo coincidenze?

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