domenica 23 agosto 2009

Spazio, arrivano i telescopi che guardano indietro nel tempo


New York, 19 ago. (Apcom) - In attesa che gli scienziati inventino una macchina in grado di viaggiare nel tempo, gli astronomi di tutto il mondo potranno almeno dare una sbirciata indietro di qualche milione di anni. I ricercatori di tutto il mondo stanno infatti lavorando a una nuova generazione di telescopi in grado di guardare nelle profondità del cosmo e vedere come era l' Universo quando aveva "appena" qualche milione di anni. La data fatidica a cui tutti gli astronomi ora guardano è il 2018 quando in Cile sarà assemblato il primo Giant Magellan Telescope, che mostrerà all'uomo come era lo spazio molto prima che ci fosse vita sulla Terra.

Il principio alla base della "visione nel tempo" è che la luce impiega molto tempo a giungere sul nostro pianeta per cui le immagini che vediamo nel cielo ad occhio nudo sono in realtà fotografie di come le stelle erano al momento in cui hanno emesso la propria luce, molte migliaia di anni fa. Con le lenti di nuova generazione le immagini catturate saranno invece molto più antiche di quelle viste finora. Il nuovo sistema sviluppa il principio dei telescopi che si basano sulla riflessione della luce attraverso dei sofisticatissimi specchi. Secondo quanto riportato dagli esperti della Cnn, il Magellan avrà uno specchio primario (quello che incamera per primo l'immagine) di 25 metri, oltre il doppio del più grande mai costruito.

Un settore in cui sembra già essersi aperta una vera e propria gara tra scienziati. Sempre nel 2018 nascerà infatti alle Hawaii un telescopio con uno specchio primario di ben 30 metri. Il più grande di tutti sarà messo a punto dai ricercatori europei con una piattaforma centrale larga addirittura 42 metri. "Un telescopio da trenta metri ci consentirà di scoprire come si sono create alcune delle prime galassie e in quali condizioni si sono sviluppate", ha detto Elizabeth Barton, astronoma che collabora al progetto che sorgerà alle Hawaii. La speranza degli studiosi è di riuscire a vedere stelle finora sconosciute e di scoprire la dinamica di altri pianeti mai fotografati prima che, non è da escluderlo, potrebbero assomigliare in tutto e per tutto alla Terra.

La televisione.


Non si tratta di una semplice scelta di contenuti. E' il mezzo stesso e la velocità con cui arriva l'immagine a mettere a rischio un cervello e un sistema nervoso-muscolare in sviluppo, come lo è quello dei bambini.

Di nuovo quello che la conoscenza scientifica ed esoterica ci dice per es. nel libro: i pericoli della televisione - soprattutto per i bimbi sotto i 7 anni - sembra ora trovare riscontro e risonanza nelle inchieste sperimentali che hanno coinvolto alcuni ricercatori nell'analisi dei rischi da video.

Tali rischi vedono il mezzo televisivo, più che il PC o i videogames, al primo posto in classifica.

E non si tratta, come ben chiarito dal libro sopracitato, di una semplice scelta di contenuti. E' il mezzo stesso e la velocità con cui arriva l'immagine a mettere a rischio un cervello e un sistema nervoso-muscolare in sviluppo. Il mezzo televisivo è tale da creare contrazione e fissità muscolare in un'età in cui la crescita organica abbisogna di elasticità, espansione e di tanto movimento. Anche se questo gli scienziati non sono ancora in grado di dirlo, in quanto richiede conoscenze interiori e un tipo di saggezza che appartiene alla sfera dei corpi invisibili.

Pian piano però, ci stanno arrivando.

Risale al 4 agosto la notizia di uno studio comparato negli Stati Uniti e in Spagna il quale ha rilevato, analizzando 111 bambini di età tra i 3 e gli 8 anni, che tra tutte le forme di inattività esaminate, quella di guardare la televisione risulta la peggiore. La costante misurata è quella della pressione sanguigna.

Se il sangue è così visibilmente coinvolto vuol dire che lo sono, a monte, cuore, cervello eDna.
La pressione sanguigna più alta risulta, tra l'altro, indipendente dal fatto che i bimbi siano obesi o nel peso forma, come spiega il Dr. Joey Eisenmann, anche kineseologo, alla Michigan State University. Secondo tale studio, pubblicato negli Archivi di Medicina Pediatrica e dell'Adolescenza, lo stesso aumento di pressione non è rilevabile per esempio di fronte allo schermo del pc.

I bambini che guardavano dai 90 a 330 minuti di televisione al giorno risultavano alle misurazioni con una pressione sistolica e diastolica da cinque a sette punti superiore rispetto a quelli che stavano davanti alla tivù meno di mezz'ora al giorno.
L'American Academy of Pediatrics raccomanda quindi che i bambini sotto i 2 anni non dovrebbero guardare la televisione, limitando la visione ai più grandi a una o max due ore al giorno.

Cos'è dunque che rende la visione della tivù più a rischio che giocare ai videogame o navigare in Internet? Certo, i giochi del computer richiedono un certo movimento, come muovere le dita o modificare le posizioni del corpo, ma, si chiedono i ricercatori: «Può essere questo sufficiente a spiegare la differenza?».

Sono state proposte altre possibili varianti. Ad esempio, oltre alla completa inattività richiesta dal mezzo televisivo - che solleva solo il rischio di pressione alta - i bambini possono essere sollecitati, dalla pigrizia della postura presa, a mangiare in modo automatico del cibo pronto-veloce(fast-food). E i tipi di alimenti che i bambini mangiano di solito di fronte alla tv, sono del tipo snack salato, che fa salire ulteriormente la pressione sanguigna.

Prima di arrivare a comprendere quello che succede "nel tempio del cervello", come dicono i Rosacrociani nel libro I pericoli della televisione, e nell'impalcatura aurea e frattale del Dna prima di prendere atto del modo in cui possono interagire le onde fotoniche e l'intermittenza veloce dei lampi-luce ci vorrà ancora del tempo.
E noi, siamo pazienti.

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